Andrea Nacciarriti. La deriva tra gesto artistico e biodeterioramento

Il lavoro di Nacciarriti indaga le dinamiche del rapporto uomo-natura, somiglianze e paradossi nei processi di creazione naturale e artistica

Nel white cube di DISPLAY – artist run/project space di Parma, campeggia sospesa, al centro della stanza, l’installazione site-specific di Andrea Nacciarriti, un tronco d’albero recuperato da una spiaggia, e per questo naturalmente smussato dalla permanenza in mare e dal vento, sospeso in uno spazio che l’artista ha concepito come una teca asettica con la sola funzione di esporre l’oggetto alla visione.
Costruendo una narrativa della natura fatta di violenza e fratture, di mutamenti scanditi dal lento sviluppo dei fenomeni biologici spontanei e dalle brusche accelerazioni di un gesto meccanico, il lavoro di Nacciarriti indaga dinamiche e limiti del rapporto uomo-natura, con tutte le sue somiglianze e paradossi riscontrabili nei processi di creazione naturale e artistica.
Nonostante la decontestualizzazione e il trasferimento nel nuovo habitat, il tronco continua a vivere: solo a uno sguardo più da vicino diventano visibili i fori di sfarfallamento dei tarli insieme a un foro scavato dall’artista stesso con un trapano, di cui resta traccia nella segatura lasciata a terra.

Da qui il titolo della mostra curata da Ilaria MontiØ – prende in prestito dalla geometria il simbolo del diametro in riferimento ai fori nel legno, metafora di uno scavo violento e persistente, che erode la materia viva dall’interno. Attraverso gesti minimi, ma invasivi, Nacciarriti mette a sistema una personale poetica di una natura che sa essere tremenda. Il tronco diventa sineddoche di un corpo alla deriva, offeso dal tempo, dalle stagioni, dalla malattia. L’esperienza estetica è rovesciata in un’estetica dell’esperienza, per cui l’opera restituisce insieme l’immagine del dissesto ambientale e del decadimento fisico come destino di ogni organismo. Dilatati e confusi i confini tra naturale e artificiale, tra protezione e disfacimento, lo spazio espositivo funziona come un osservatorio non solo di un fenomeno biologico, ma anche delle pratiche di simbiosi e della ricerca ossessiva di un’armonia con il regno organico. 

Il tronco-scultura sospeso delimita quindi uno spazio ibrido e precario in cui è possibile visualizzare i paradossi, le ipotesi e le nozioni che affollano il discorso contemporaneo sulla prossimità, piuttosto che su una consapevole interconnessione, tra uomo e natura. Un corpo ancora vivo che consegna crudamente allo sguardo i segni del tempo e delle mareggiate, del biodeterioramento e del gesto artistico.

Andrea Nacciarriti Ø
a cura di Ilaria Monti
fino al 9 dicembre
DISPLAY – artist run/project space h24/7
Vicolo al Leon d’Oro 4/A, Parma
www.spaziodisplay.com

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