
“L’atelier non ingenuo”: questa l’espressione scelta da Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo di Bologna, come titolo del saggio introduttivo a The Floating Collection, collettiva allestita, dal 28 ottobre fino all’8 gennaio 2023, negli spazi della principale istituzione cittadina dedicata al contemporaneo. Il progetto di Balbi e di Caterina Molteni si inserisce coerentemente all’interno del dibattito sugli obiettivi del museo che, anticipato dall’indagine teoretica sulle collezioni etnografiche, è entrato da poco a far parte del formulario ufficiale. Lo scorso 24 agosto – ricorda Balbi – la nuova definizione ICOM di museo ha infatti accolto, tra le missioni dell’istituzione, l’interpretazione del patrimonio.
I sei artisti individuati dai curatori reinterpretano, dunque, il repertorio custodito nei musei bolognesi e lo sottopongono a un’operazione di ribaltamento necessaria ad aprire i sensi unici di lettura – spesso corresponsabili della sopravvivenza di pericolose dinamiche ideologiche – a opposti sensi di marcia, a deviazioni impreviste ma vivificanti. Se una narrazione stabile e dei criteri di ordinamento solidi assicurano alla collezione «una legittimità e un’autorità entro cui si valuta la loro rilevanza», scrive Caterina Molteni, cosa succederebbe «se per un momento […] i nostri oggetti […] cominciassero a fluttuare?».

Il poltergeist, creatura che nel testo assurge a metafora di un metodo rinnovato, fluttua libero nella grande Sala delle Ciminiere, nell’ala sinistra del museo. Provocato, secondo gli studi, da un «senso di frustrazione e da un desiderio di evasione», esso agisce, in prima battuta, nella forma delle strisce per eliofanografo impiegate da Alex Ayed per i Sun Drawings, lavori in cui gli strumenti per misurare l’irradiazione solare sono accompagnati dalla tavola dei colori di Martin e Schulz (1930), esempio lampante dell’approccio classificatorio dell’epoca che legittimava, da differenze fisiche, un’antropologia a base razziale.

Le Colonne delle curiosità di Cevdet Erek consentono invece al poltergeist di librarsi ad altezze maggiori. Interessato al ritmo cittadino, alle pause tra pieni e vuoti, Erek colloca nello spazio un volume costante – la colonna – che genera il ritmo e che in passato veniva riutilizzata come base per delle croci in legno, come quella di San Lorenzo in Varignana qui proposta in un calco in gesso. Anche Alexandra Pirici, partendo dall’idea di ritmo come connubio tra tempo e forma, si avvale, per Re-collection, di due performers che danno vita a una danza che, rievocando frammenti di racconti e opere d’arte, costringe lo sguardo e la memoria a uno sforzo interpretativo supplementare. Alla pulizia delle danze di Pirici fa da contraltare la logica dell’accumulo nelle strutture di David Jablonowski: sia nelle Geo-fenced commodity futures (renewable, traced, hard)I-V, che, posizionate su una struttura che ricorda un binario evocano un’idea di movimento e di transitorietà […] che definisce i beni di consumo commerciati globalmente”, sia nella Prediction tower, che «tenta di trattenere in forma tangibile l’evoluzione di una deriva online dell’artista» l’interpretazione è affidata alla giustapposizione di elementi estranei.

Con Surplus intelligence, l’artista cinese Miao Ying fornisce all’intelligenza artificiale gli ingredienti necessari (un romanzo distopico, un racconto sadomasochistico) alla creazione di un’opera video in cui il sapore ludico delle grafiche innesca reazioni stranianti e potenzia all’ennesimo grado la riflessione sulla soggettività interpretativa. In Moonbird di Rä di Martino, infine, il poltergeist riappare nelle sembianze di una creatura ibrida che sfugge alla mania classificatoria di Amedeo, botanico protagonista del video che, rinchiuso in una villa settecentesca, tenta senza successo di catturare l’ospite inatteso e di registrarlo nelle tassonomie preesistenti.

The Floating Collection
Alex Ayed, Rä di Martino, Cevdet Erek, David Jablonowski, Miao Ying, Alexandra Pirici
a cura di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni
fino all’8 gennaio 2023
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni, 14 – Bologna
info: www.mambo-bologna.org