Il cinema incontra la nona arte: Casablanca ritorna in un graphic novel ambientato a L’Avana

Vera e propria avventura dal sapore cinematografico, Casablanca Cafè “rivive” a distanza di quasi trent’anni in un volume a fumetti

Nel novembre del 1946 le sale italiane accoglievano un classico intramontabile: Casablanca. Diretto da Michael Curtiz, il pluripremiato film in bianco e nero – datato 1942 – tratteggia la storia di Rick Blaine (Humphrey Bogart), espatriato americano a Casablanca nel corso della Seconda guerra mondiale nonché gestore di un locale notturno, che incontra per caso Ilsa (Ingrid Bergman), vecchia fiamma adesso al fianco di un esule cecoslovacco leader della resistenza. I due sognano di ricongiungersi e lasciare la città del Marocco, ricorrendo a due lettere di transito che ne assicurerebbero la fuga indenne. Ma il destino ha in serbo per loro ben altri piani. 

Quando il cinema incontra la nona arte tutto può succedere. Come nel caso della (rocambolesca) storia a fumetti Casablanca Cafè, con protagonista il pilota più temerario e – spesso – squinternato di Manaus: Mister No (il personaggio è stato creato da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli). Con testi di Luigi Mignacco e disegni di Fabio Valdambrini – che ha curato anche l’illustrazione di copertina, colorata da Stefania Aquaro –, questo graphic novel (Sergio Bonelli editore, cartonato, 144 pagine in bianco e nero, 22 euro) è ambientato a L’Avana, Cuba. Qui il melanconico e testardo Mister No (all’anagrafe Jerry Drake, deve il soprannome ai suoi ex commilitoni che, per la sua intolleranza alla disciplina e all’autorità, lo etichettarono così), per una volta in vacanza, è al cinema intento a guardare per la prima volta il film di Curtiz. Durante l’esecuzione della leggendaria As time goes by da parte del pianista Sam (interpretato sul grande schermo da Dooley Wilson), un uomo viene assassinato in sala. 
Poco dopo, il nostro protagonista incontra la splendida Laura, una ragazza conosciuta anni addietro in Italia (“adesso che ci penso, quella settimana che siamo usciti insieme credo di averla baciata una sola volta”), durante la guerra. È sposata con Davide Ginori, un fisico nucleare. L’ex soldato dell’esercito americano durante la Seconda guerra mondiale, uomo a metà strada tra eroe e anti-eroe (che pure è ancora attratto da Laura) intende aiutarli ad abbandonare l’isola: la coppia, infatti, deve sfuggire agli uomini della Cia, capitanati dal feroce agente Hiden, e a quelli di una “potenza straniera”, tutti loro assai interessati (e non per ragioni nobili) a Ginori. 

Pubblicata in origine negli albi n. 219 e 220 di Mister No, fra agosto e settembre del 1993, Casablanca Cafè fa leva su una sceneggiatura solida, usando un meccanismo canonico per questa serie, dove ricordi e attualità si mescolano, non dimenticando mai la vicenda bellica. E ancora, meritano particolare apprezzamento le matite di Valdambrini – e la mano che le guida, ovviamente – assai dettagliate come raramente accade. Vera e propria avventura dal sapore di stampo cinematografico, Casablanca Cafè “rivive” a distanza di quasi trent’anni in un volume dalle dimensioni importanti, arricchito dalla storia breve Mezzogiorno di fuoco (anche questo racconto si apre con Mister No seduto comodamente al cinema: guarda e commenta l’omonimo film, insieme ad alcuni amici) – inizialmente pubblicata su “Ken Parker Magazine” n. 28 del 1995 – e dalla postfazione firmata da Mignacco. Che ricorda: «L’amore di Bonelli/Nolitta per il cinema è ben noto ai lettori», per poi spiegare che «anche per me il cinema è stato una chiave per capire Mister No». Nostalgia canaglia.

Info: www.sergiobonelli.it

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