Le gallerie Gagosian pronte ad essere acquisite da LVMH

Manca l'ufficialità definitiva ma la più grande holding del lusso mondiale, di proprietà di Bernard Arnault, è pronta ad acquistare Gagosian

La notizia non è ancora ufficiale ma la voce è quasi certa: il più grande gruppo del lusso mondiale avrebbe comprato il colosso del contemporaneo Gagosian.
Il fondatore e presidente monsieur Bernard Arnault – secondo uomo più ricco del mondo secondo Forbes – non è estraneo all’arte contemporanea, anzi. Mecenate, collezionista e anche alla testa della Fondazione Louis Vuitton che sfoggia a Parigi la sua sede disegnata da Frank O’ Gehry, il gruppo LMVH comprende i marchi Louis Vuitton, Moet&Chandon, Christian Dior, Fendi, Bulgari, Pucci, Loro Piana, Tiffany, Kenzo, Céline, Sephora e molti altri. Non sorprende dunque che ora stia guardando al circuito delle gallerie internazionali. Gagosian apre la prima galleria a Los Angeles nel 1980 e ad oggi conta ben 19 sedi e due shop in tutto il mondo di cui ben sei a New York, e gli altri sparsi tra Europa e Asia, con insegne a Parigi, Londra, Roma e Atene.

Gagosian Gallery

«Non c’è assolutamente alcuna verità nella voce e la società non è in vendita”, avrebbe smentito Larry Gagosian mentre la voce continuava a circolare in occasione della settimana dell’arte parigina tra gli stand della nuova fiera Paris+. Ma, stando alle parole di Kenny Schachter, critico d’arte e curatore la trattativa sarebbe già firmata.
Se la notizia, com’è plausibile, fosse confermata, aprirebbe due nuovi scenari: il primo quello suggerito da Schachter, che vede per la prima volta una galleria, seppur di notevoli dimensioni, diventare parte di una multinazionale, peraltro che tratta preponderantemente il settore del lusso, rendendo così inequivocabile l’associazione tra opera e prodotto; il secondo ha invece a che vedere con lo spostamento dell’asse verso Parigi, già reso evidente dall’approdo di Art Basel con Paris+ e l’emigrazione di importanti eventi come l’Italian Sale a Parigi che riconquisterebbe la centralità persa negli anni Sessanta.
Cosa diventerà il network di gallerie nelle mani di Arnault? E come risponderanno gli altri magnati che percorrono da sempre i territori di confine tra lusso e arte?

Bernard Arnault