La Galleria Nazionale di Roma si apre ad una riflessione attuale e controversa: la mostra collettiva Hot Spot – Caring for a Burning World, inaugurata il 24 ottobre, si sviluppa presentando 26 artisti provenienti da tutto il mondo e appartenenti a generazioni diverse. Curata da Gerardo Masquera, la mostra prende il nome dall’opera di Mona Hatoum Hot Spot III (2019), presente in mostra, che accoglie il visitatore rompendo l’atmosfera bianca ed eterea della sala centrale della Galleria romana con dei neon rossi-aranciati che disegnano i contorni delle terre emerse sul globo di ferro della Terra. Un’opera che dà il benvenuto ma che invita anche a non mettersi comodi: la portata dell’opera, infatti, introduce il filo rosso che legherà insieme i diversi approdi degli artisti, ovvero la catastrofe ambientale provocata dall’organizzazione della società umana. La stessa Hatoum, illustrando l’opera nel 2016, inconsapevolmente si trova ad abbracciare la visione che Masquera vuole narrare con la mostra: “[Hot Spot III] È ipnotico, ma vibra anche di un’energia che sembra minacciosa. Volevo sottolineare che gli hot-spot, o punti di conflitto, non sono limitati solo ad alcune regioni. Tutto Il mondo è coinvolto in confitti e disordini.” (Hatoum, 2016)
Il percorso espositivo riunisce le molteplici reazioni a questa condizione da parte degli artisti: il medium artistico cambia, così come i materiali utilizzati, ma la partecipazione e la riflessione è la stessa. Ed è proprio attraverso questa pluralità di espressioni che si profila l’attivismo artistico di tutti loro. Puntano alla sensibilizzazione al disastro, in equilibrio tra la preoccupazione e la speranza di una convivenza tra essere umano e pianeta Terra. La pluralità di interpretazione si sviluppa anche nei modi di interpretare il pianeta Terra: attore protagonista e attivo come in Flooded di Kim Juree, in cui la forza dirompente dell’acqua un’architettura di argilla, o come nel videoclip River del duo Ibeyi che sembra esprimere l’opposto del controllo gerarchico sulla natura in un canto rivolto al fiume, come fosse Ochún, la dea yoruba dell’acqua dolce; ma il pianeta è anche vittima del controllo quasi patriarcale dell’uomo, come nel video Teaching a Plant the Alphabet (1972) di John Baldessari.
La mostra si sviluppa tenendo a mente l’idea espositiva che la direttrice Cristiana Collu sta portando avanti all’interno de La Galleria Nazionale: l’ambiente immersivo, emozionale e privo di apparati didascalici, immerge lo spettatore in sé stesso e nelle sue riflessioni personali sui temi affrontati, senza tentare di dar loro una direzione. Lo stesso curatore ha affermato: «è naturale che l’arte affronti temi così scottanti: molti artisti nel corso della propria carriera lo hanno fatto in modo militante, reattivo e pertinente, ma questa mostra, invece, contribuisce alla critica ecologico-sociale attraverso un percorso più indiretto, ma non meno urgente e puntuale. Il percorso espositivo non considera la questione come qualcosa di specifico, ma la apre e la amplifica esplorando altri aspetti, a volte ambigui e contraddittori, o armoniosi, suggerendo la possibilità di una rinascita dell’ambiente naturale, poiché la vita sulla Terra ha un’enorme capacità di resilienza».
La mostra, visitabile fino al 23 febbraio 2023, apre spunti di riflessione: sta allo spettatore però volerli cogliere e approfondire, di fronte a queste opere polisemiche e aperte. Facile perdersi negli stimoli, difficile rimanere passivi di fronte alla potenza comunicativa delle opere esposte.
Hot Spot – Caring for a Burning World
a cura di Gerardo Mosquera
artisti in mostra: Ida Applebroog, John Baldessari, Johanna Calle, Pier Paolo Calzolari, Alex Cerveny, Sandra Cinto, Jonathas de Andrade, Filippo de Pisis, Mona Hatoum, Ayrson Heráclito, Ibeyi, Chris Jordan, Juree Kim, Glenda León, Ange Leccia, Cristina Lucas, Cecylia Malik, Gideon Mendel, Raquel Paiewonsky, Michelangelo Pistoletto, Alejandro Prieto, Davide Rivalta, Andrea Santarlasci, Allan Sekula, Daphne Wright, Rachel Youn.
fino al 26 febbraio 2023
La Galleria Nazionale – viale delle Belle Arti, 131, Roma
info: lagallerianazionale.com