Oxygen. L’opera manifesto di Alfio Mongelli varca i confini delle diversità

Attraverso il linguaggio universale della natura e della scienza, l’arte di Alfio Mongelli invita i popoli a ritrovare un contatto sensibile con la natura

Attraverso il linguaggio universale della natura e della scienza, l’arte di Alfio Mongelli invita i popoli a ritrovare un contatto sensibile con la natura e a unirsi a essa per tornare a respirare liberamente, senza costrizioni o esitazioni. 
In occasione dell’anno della cultura e del turismo tra Italia e Cina, la Società Dante Alighieri ha ospitato la presentazione di Oxygen, il catalogo dedicato alla scultura realizzata dallo scultore Alfio Mongelli per la città di Wuhan. In compagnia dell’artista, il Segretario generale della Società Dante Alighieri Alessandro Masi, la curatrice del progetto Astrid Narguet, l’Incaricata d’Affari ad Interim dell’Ambasciata della Repubblica Cinese in Italia Zheng Xuan e lo scienziato Jérôme Benveniste (European Space Agency ESA-ESRIN) hanno raccontato il percorso creativo del maestro romano, da più di un decennio profondamente legato alla cultura cinese.

Alfio Mongelli. Credit Giancarlo Cristiani

Inaugurata poco prima dell’inizio della pandemia, Oxygen è una grande composizione mobile in acciaio che, attraverso le sue dinamiche orbite riflettenti, trasforma la formula geometrica da cui è ispirata – O2 – dilatandola nello spazio oltre la sua bidimensionalità. La scultura vivente interagisce con la natura e il tessuto urbano circostante al ritmo delle interrelazioni del mondo globalizzato. L’opera di Mongelli intende risvegliare una consapevolezza sulle questioni ecologiche e i disastri ambientali attraverso il linguaggio universale della natura, aprendo la possibilità di dialogo tra realtà tra loro apparentemente lontane come l’arte e la scienza, l’Oriente e l’Occidente. 
«Il rigore fisico-matematico che caratterizza le opere di Mongelli è esaltazione di libertà espressiva che rifiuta ogni schematismo scientifico. L’Unità e la sintesi raggiunte nelle sue creazioni in acciaio ed espresse in una grafica di forme geometriche, mettono in evidenza l’eccezionale personalità dell’artista, tra le più rappresentative dell’arte contemporanea», scrive il premio Nobel Rita Levi Montalcini

Alfio Mongelli, Ossigeno. Courtesy l’artista

La pratica artistica dello scultore nasce da un particolare fascino per il linguaggio scientifico al quale è strettamente legato mentalmente, emotivamente e spiritualmente. Nella scultura Oxygen, lo scultore indaga l’elemento dell’ossigeno formulandolo attraverso un linguaggio che è al contempo segno, scrittura, matematica, natura. In un mondo sempre più inquinato e corrotto dagli eccessi della civilizzazione, l’artista riconosce nel linguaggio alfanumerico attribuito all’ossigeno – di per sé fonte di vita primaria – una possibilità di unione tra uomini e ambiente. Come afferma lo stesso artista: «La scienza rende visibile l’invisibile e lo fa attraverso il formalismo matematico (le formule), ma diversamente dall’arte è impersonale e progressiva». L’arte permette altresì di dedurre una dimensione ignota, invisibile, un ordine originario, che si rivela in forma tangibile attraverso la creatività e la maestria dell’artista. 

Oxygen è una struttura a cerchi concentrici riflettenti e rotanti che rimandano a orbite spaziali, simbolo dei fattori evolutivi dell’esistenza umana. Grazie alle superfici specchianti e al variare delle rifrazioni, talvolta dotate di sistemi basculanti, le sculture di Mongelli sono opere in divenire, in grado di captare e rinviarci i segnali dello spazio e della vita circostanti. La scultura non rappresenta l’ossigeno costringendolo nella formula chimica che la scienza gli ha assegnato. Piuttosto, essa espande nello spazio la stessa formula da cui è ispirata diventando qualcosa di altro. Invisibile come il pensiero, l’ossigeno viene formulato attraverso la materia costituta da acciaio inossidabile riflettente il quale, nell’acquisire una dimensione volumetrica e quindi pluridimensionale, da segno si trasforma in molecola che per natura è in continua trasformazione. La scultura, in perenne movimento, evoca dunque l’elemento mutevole della realtà.
Con un viaggio circolare che fluisce dal mondo esteriore a quello interiore, Mongelli si accorge di quanto sia fondamentale lasciar fluire liberamente l’energia (qi – energia pura nella cultura cinese) tra il dentro e il fuori. Come spiega la curatrice Astrid Narguet: «In Cina non si pensa in termini di essere ma credono nel processo trasformativo delle cose, non in termini di modello e imitazione, ma di percorsi. In tal modo si comprende il riferimento alla nozione centrale della percezione taoista del mondo che vede le cose e i processi evolversi e realizzarsi in maniera autonoma. La parola “rappresentazione” non esiste nel vocabolario cinese. Troviamo solamente la parola ‘immagine’ intesa come la manifestazione di una configurazione. Dobbiamo dunque abbracciare la trasformazione». 

Nell’osservare il prototipo in miniatura dell’opera, esposto per l’occasione nella sede della Dante a Palazzo Firenze, Mongelli racconta: «Quest’opera, ingrandita due metri e mezzo, con un soffio di vento gira da sola e rispecchia in questo modo l’emotività che viviamo ogni giorno. Le mie opere non sono meccanizzate. Sono invece tutti ispirate ai movimenti naturali dove è la natura stessa che partecipa al coinvolgimento e alla trasformazione dell’opera. Attraverso il movimento e a seconda dell’atmosfera, la scultura figura la sua struttura volumetrica in continua trasformazione. Creare quest’opera non è stato facile perché l’ossigeno non è facile, è invisibile, è nulla, è aria. Per rappresentarlo e dargli una vita ho utilizzato una certa spazialità. Le formule sono così sperimentali e realizzabili che stimolano molto la mia ricerca». 

Alfio Mongelli, Ossigeno. Credit Mauro Panci

Il rapporto costante tra arte, natura e scienza presente nelle opere di Mongelli ha sempre affascinato il mondo della cultura cinese contemporanea e attraverso il suo lavoro è riuscito a costruire un ponte tra l’Italia e la Cina.
A tal proposito Zheng Xuan, l’Incaricata d’Affari ad Interim dell’Ambasciata della Repubblica Cinese in Italia, afferma quanto «lo sviluppo delle civiltà e il progresso dell’umanità siano legati alla ricerca dei punti di vicinanza tra culture diverse. Unire le somiglianze e far fiorire le diversità, creando una coesistenza tra culture che si sostengono e beneficiano a vicenda è fondamentale per generare una forza motrice per lo sviluppo. Cina e Italia sono paesi culle di civiltà millenarie, ciascuno con le proprie tradizioni culturali. Mongelli continua a percorrere la strada straordinaria che esalta la vicinanza tra i nostri paesi. Mi auspico che sempre più artisti possano dare impulso alla coesistenza armoniosa tra le nostre culture per creare luce anche nei momenti di difficoltà, con opere che creino un’unione. Oggi più che mai dovremmo far sì che gli scambi culturali diventino ponti di dialogo, di amicizia, ma soprattutto di forza propulsiva per il progresso sociale, snodi focali per la tutela della pace internazionale». 

Alfio Mongelli, Ossigeno. Courtesy l’artista

Alla luce di quanto accaduto nell’ultimo biennio tragicamente segnato dalla pandemia, e degli orrori della guerra e delle violenze che si stanno dipanando nel mondo, Mongelli indaga la realtà e nell’arte realizza le sue scoperte, divulgando la speranza di un nuovo umanesimo che elegge la scienza e la tecnologia al centro della nostra vita, rintracciandone il segreto senso estetico. Non a caso Oxygen è permanentemente installata di fronte al Centro di Design Wuhan Planning & Design Institute, un polo di ricerca d’eccellenza per la creatività contemporanea e un esempio di architettura eco-compatibile proprio nella città di Wuhan, famosa nel mondo per essere il luogo di origine della pandemia, restando nondimeno una delle città più avanzate in ambito scientifico e tecnologico della Cina. L’incontro tra le due culture ha infatti permesso allo scultore di far emergere nella sua opera il simbolo visionario dell’unità (O2) che lega l’uomo all’universo, al di là di ogni differenza sociale, storica e culturale con il desiderio di “di tornare a respirare in forma libera, senza condizionamenti, senza esitazioni”. 
Oxygen è dunque un’opera manifesto che vuole riconnettere l’uomo con la vitalità primordiale della natura, per riuscire a vivere in maniera più sostenibile e in sintonia con l’ambiente che ci circonda.