Arte e co-progettazione con le detenute di Rebibbia. La Street Art di Jorit, Moby Dick e Barbara Oizmud al servizio dei diritti umani

Gli artisti realizzano tre murales nel quartiere Quarticciolo e nella Casa Circondariale di Rebibbia, ispirati dai laboratori con le detenute

Dal 10 al 25 ottobre, a Roma, i tre street artist Jorit, Moby Dick e Barbara Oizmud sono a lavoro per la realizzazione di tre murales, all’interno del progetto Disegna le tue idee – Larte non ha sbarre, nato nel contesto della Biennale MArtelive 2022, contenitore multidisciplinare che ingloba progetti nazionali e internazionali a Roma e nel Lazio. 

In particolare, L’arte non ha sbarre riflette sulla funzione rieducativa della pena, inserendosi nell’ambito della progettazione, esecuzione e monitoraggio delle politiche e delle attività rieducative a essi riservate, mettendo in luce opportunità e criticità dell’attuale sistema penitenziario italiano. Con il Patrocinio del Garante dei Detenuti del Lazio e in collaborazione con la casa circondariale di Rebibbia – sezione femminile, il progetto porta l’arte e la cultura nei luoghi detentivi, stimolando un percorso di crescita personale e artistica, attraverso laboratori, lezioni pratiche e sviluppo di nuove idee creative con le detenute della casa circondariale di Rebibbia. 

Jorit, Maradona, Napoli – Taverna del Ferro

Il progetto, vincitore del bando Vitamina G della Regione Lazio, è realizzato da LiberaMente – associazione guidata dall’attivista Leonardo Maria Ruggeri Masini – e coordinato da Oriana Rizzuto, curatrice di progetti culturali legati alla street art e ai diritti umani per MArteSocial. 

Con la supervisione della sociologa e criminologa Wilma Ciocci, l’Associazione ha riunito insieme artisti, criminologi e volontari in modo tale da strutturare laboratori artistici per le detenute del carcere, che fossero un momento di crescita e di costruzione di relazione non solo con le ragazze del carcere ma anche tra artisti e i professionisti coinvolti.
Oggi, alla fine degli otto mesi di workshop e laboratori, gli artisti si apprestano a realizzare i murales rielaborando le idee e le suggestioni venute fuori insieme alla detenute.
Le due opere di Moby Dick e Ozmud saranno inserite all’interno dell’istituto penale di Rebibbia, mentre l’altra – quella di Jorit – all’esterno, nella borgata Quarticciolo, pensata per una donna simbolo di lotta per i diritti dei più deboli e dedicata alla politica, sociologa e attivista brasiliana Marielle Franco, assassinata nel 2018, a causa del suo impegno di attivista.

Moby Dick

Portare l’arte all’interno del carcere è stato il primo vero obiettivo del progetto, mettendo l’accento della riflessione sui diritti umani, in particolar modo su quelli delle donne, in favore del rispetto della persona, dell’autodeterminazione e della libertà. Il Presidente di LiberaMente, Leonardo Ruggeri Masini, ha dichiarato: «Questo è un progetto realizzato in rete con tutte le categorie coinvolte nel mondo delle istituzioni penitenziarie, dalla magistratura alle istituzioni, dalle associazioni alle donne private delle libertà, dai cittadini agli esperti; l’unico obiettivo è quello di dare concreta attuazione al principio della funzione rieducativa della pena. Attraverso l’arte, LiberaMente ha voluto offrire l’opportunità alle detenute di apprendere un mestiere ed esprimere idee e ambizioni, superando i limiti delle sbarre del carcere». E conclude: «L’arte non ha sbarre ha evidenziato l’importanza di mostrare ai giovani gli ambienti carcerari come strumento fondamentale per la prevenzione dei crimini nella società».

Barbara Oizmud, Medoro, Bologna, 2018

Il progetto è stato promosso nell’ambito del programma GenerazioniGiovani, finanziato dalle Politiche Giovanili della Regione Lazio con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù – che propone un modello di co-progettazione tra istituzioni, magistratura della pena e terzo settore al fine di programmare politiche rieducative dei detenuti che si basino sul vettore dell’espressione culturale.