“Beyond Binaries”, la mostra delle Erinni da AlbumArte. Choose your fighter

Il collettivo curatoriale Erinni presenta le opere realizzate dalle artiste durante le residenze partecipative nel quartiere di Torpignattara

Del viaggio dell’eroe ne hanno parlato sempre in tantissimi, ma in cosa si differenzia, invece, il viaggio dell’eroina? Contro cosa si trova a combattere una protagonista femminile?
Entrando nello spazio di AlbumArte, ci ritroviamo all’interno di quattro ambienti che raccolgono i risultati del progetto Beyond Binaries. Residenze per un’arte partecipativa e transfemminista. Curato da Erinni – collettivo curatoriale fondato nel 2021, dalle curatrici Arianna Forte e Daniela Cotimbo e dalla studiosa ed esperta di tematiche di genere Cinzia Forte – il progetto nasce dall’urgenza di indagare le questioni legate alle dinamiche identitarie e di genere, in relazione al territorio di Torpignattara, area metropolitana di Roma in cui, storicamente, si sono sedimentate traiettorie migratorie e comunità differenti.
Programma di residenze prima e mostra poi, Beyond Binaries riporta nella galleria i risultati delle esperienze vissute con le protagoniste dei workshop, lavorando sullo scardinamento delle definizioni dei ruoli, che ritornano costantemente nell’immaginario collettivo, nel linguaggio, nei dispositivi di cui facciamo uso, negli ambienti che attraversiamo.

Mara Oscar Cassiani, Nuovo Habitat, performance giugno 2022. Photo Chiara Cor

Sopra ad una panca di legno, di quelle che si trovano comunemente negli spogliatoi delle palestre, un asciugamano, alcune magliette appese ad un attaccapanni, un ventaglio, i calchi di mani strette in un pugno legate dai bendaggi tipici della boxe. Ogni elemento nel set che troviamo all’ingresso della galleria è brandizzato dallo slogan infiammato “Sorellanza – gurls need to support gurls”, riflettendo la dimensione collettiva della lotta e, oppositamente legata, anche quella del sostegno. In Nuovo Habitat, il progetto dell’artista visiva wi-fi based Mara Oscar Cassiani, l’artista si concentra sulla figura della donna guerriera, in particolare sul personaggio disegnato all’interno del plot dei videogiochi e nelle sottoculture della rete, con la volontà di esorcizzare gli stereotipi di genere legati alla fragilità e al combattimento. 
Nell’immaginario tradizionale, il personaggio femminile ha sempre i contorni della vittima sopravvissuta (e non), o della santa inviolabile. Utilizzando i linguaggi del gaming, l’opera propone la costruzione di un nuovo copione del femminile. La scelta del videogioco non è casuale, l’artista individua nel trend dei reel dedicati a Kitana, protagonista femminile di Mortal Kombat, il punto di partenza per una riflessione sulla figura della Guerriera. Nel laboratorio svoltosi a giugno e terminato poi in una performance collettiva, le partecipanti sono state portate a incarnare i gesti e le movenze delle guerriere del videogame, rompendo le regole della narrazione tradizionale dell’eroe combattente e riscrivendo un nuovo copione.

Mara Oscar Cassiani, Nuovo Habitat, 2022. Beyond Binaries exhibition view, AlbumArte, Rome.
Photo Vittorio Antonacci

Con il progetto Spell in neural network and voices, la designer speculativa e artista Ginevra Petrozzi immagina un attacco hacker ai danni dei sistemi algoritmici, i cui processi hanno l’intento di plasmare il nostro futuro secondo un meccanismo di conferma che si basa sulla reiterazione dei dati relativi alle nostre preferenze già espresse, di fatto immobilizzandolo, eliminando ogni stupore, qualsiasi tipo di imprevisto, la scoperta, l’incontro con la novità vera, l’opzione mai calcolata prima, e via così, in un eterno loop di scelte del passato, senza mai aprirsi a nuove possibilità immaginative.
Con il laboratorio Prophētai, restituito poi in mostra attraverso una performance, le partecipanti hanno preso parte a un rito collettivo: in cerchio, davanti ai propri smarthphone, hanno recitato i racconti del proprio futuro perfetto, chiamandolo al tempo presente, visualizzandolo in quel momento. Come streghe che recitano una formula incantatoria, attraverso i racconti dei loro desideri, le protagoniste della performance mirano a cambiare le previsioni algoritmiche, nel tentativo di uscire dalla propria bolla digitale. 
In mostra, oltre alla postazione per audio e telefoni, anche una serie di stampe fotografiche su carta termica che raccoglie alcuni esempi di targhettizzazione pubblicitaria da parte degli algoritmi e un testo generato in collaborazione con una rete neurale artificiale a partire proprio dalla parola prophētai: “profezia – come controllare il futuro”.

Ginevra Petrozzi, Prophētai, 2022. Beyond Binaries exhibition view, AlbumArte, Rome.
Photo Vittorio Antonacci

In Chi è Louisa (?), l’opera dell’artista e designer Giulia Tomasello, una donna qualsiasi – Louisa – si domanda come affrontare i problemi legati al genere che le è stato attribuito, al suo corpo e alla sua intimità, e come la tecnologia o anche le nuove interazioni con altri esseri viventi, possano contribuire alla risoluzione di essi. Scostata la tenda nera, all’interno della galleria, si entra in un caldo rifugio, un ambiente silenzioso e intimo, uno spazio sicuro nel quale mettersi in ascolto.
È qui il confronto, l’arma della rivendicazione: a parlare, nello schermo, le donne che hanno partecipato al workshop durante la residenza di Beyond Binaries. Le voci raccontano senza tabù le esperienze vissute dal e sul proprio corpo, mentre gli sguardi si incrociano con la delicatezza della comprensione. Per terra, tra specchi e cuscini bianchi, i dispositivi che l’artista sta sperimentando insieme al suo team di collaboratori: ALMA, che immagina come la tecnologia wearable possa essere indossata nella biancheria intima per monitorare i fluidi vaginali, e Future Flora, un kit di autocura per coltivare batteri in maniera autonoma, che immagina di mettere nelle mani delle donne l’abilità di prevenire e curare le infezioni vaginali. Riappropriazione ed esplorazione passano attraverso la conoscenza perché “being able to take care of your body means knowledge, and knowledge is power”.

Giulia Tomasello, Chi è Louisa (?). Beyond Binaries exhibition view, AlbumArte, Rome.
Photo Vittorio Antonacci

La ricerca del collettivo Call Monica (Barbara Bordoni, Est Coulon, Gaia Ginevra Giorgi, Alessandra Grieco, Theresa Maria Schlichtherle) si concentra sul rapporto tra corpo e spazio pubblico. In The Politics of Walking, le artiste hanno intrapreso insieme alle partecipanti ai workshop, un cammino esplorativo del quartiere di Torpignattara, condividendo reciprocamente la propria posizione all’interno dello spazio collettivo. L’installazione presente in mostra nasce a partire da questa esperienza, traducendo all’interno di una mappa – sonora e per immagini – una geografia sotterranea, affettiva, fondata su logiche situate e soggettive ma soprattutto condivise. Ne vengono fuori le infinite dinamiche di potere che agiscono sui nostri corpi e sugli spazi che abitiamo, siano essi fisici o luoghi della memoria e del desiderio, intrappolati nei confini delle logiche di controllo patriarcali.

Call Monica, The Politics of Walking, 2022. Photo Chiara Cor

Fight for your space. Ho letto, mentre camminavo, su un muro di quartiere qualche giorno fa. Negli spazi della mostra, all’interno dei quali ogni artista ridisegna i limiti dell’immaginario femminile, nella ricerca antropologica delle Erinni condotta all’interno del quartiere di Torpignattara, nelle residenze delle artiste e nei workshop estivi, tutte le protagoniste che hanno partecipato a questi riti collettivi hanno preso il loro spazio, se ne sono appropriate attraverso la determinazione della lotta e la delicatezza della condivisione, riportando nella scena della narrazione, il personaggio femminile nella sua figura intera, oltre il cerchio dei confini imposti.