Clement Mancini torna in Italia: apre a Roma Turnover, la nuova mostra personale del pittore parigino

L’artista parigino viene accolto nelle sale del Contemporary Cluster con un’indagine interamente dedicata al medium pittorico

Riapre la stagione espositiva del Contemporary Cluster che dà il via alle danze autunnali con Turnover, l’esposizione delle inedite pitture su tela firmate da Clement Mancini, classe 1988, nato e cresciuto nelle vie di Parigi, culla della sua pratica creativa.

Impulsivo, senza traccia, il gesto di Mancini segue la sua rotta, indipendente da qualsiasi costruzione, dando luogo a un’astratta armonia che occupa il campo delle tele con delicatezza. Il gesto è sovrano, è il ritmo a muovere il colore appropriandosi dei propri equilibri, sconfinando dalle volontà dello stesso autore. Nel processo creativo dell’artista osserviamo la mancanza di pianificazione che non viene però sostituita dalla sola immediatezza del movimento e da irruenti tratti sovrapposti: lo sguardo dell’osservatore non viene rapito da alcun accalorato dinamismo ma viene accompagnato con dolcezza in un dedalo di pennellate capaci di far trasparire il tempo della pittura stessa.

La semplicità è però solo una maschera: Mancini raggiunge questo armonico bilanciamento attraverso anni trascorsi nel campo del graffitismo. Il Contemporary Cluster di Palazzo Brancaccio torna così a esplorare le pratiche dell’arte urbana, ispezionandone i potenziali risvolti. La mostra personale di Mancini segue infatti l’esposizione di chiusura della scorsa stagione, Displacement, all’interno della quale si è osservata una panoramica internazionale di quelle che sono oggi le ricerche più attuali nei movimenti del graffitismo di matrice modernista. Mancini si inserisce giovanissimo in questo filone, partendo proprio dall’arte urbana parigina, introdotto nella scena underground della città da un suo compagno di studi.

Le esperienze di pittura murale consentono all’artista di prendere coscienza dell’importanza del bilanciamento tra i pesi nello spazio e delle relazioni cromatiche con cui sceglie di operare. Non sono solo i tecnicismi che vengono ereditati da questa parentesi biografica: ciò che viene ricercato infatti è ciò che sta alla base della cultura underground dalla quale proviene la pratica del graffitismo, il sincero desiderio di manifestare la verità. Mancini allontana la forma per stringere l’obiettivo sulla reale e sincera dimensione emotiva che muove la sua mano sulla tela. Fuggendo il progetto, rimane la spontanea impressione, che pur nel potenziale errore, dà luogo a una pittura di grande umanità. 

Il motore dell’azione involontaria si innesca guardano alle avanguardie novecentesche: tutt’altro che inaspettato è l’evidente retaggio delle massime firme dell’espressionismo astratto, in particolare europeo, come il gruppo CO.BR.A: il movimento, attivo dal 1948 al 1951, sembra suggerire al giovane pittore parigino proprio quella volontà di far fluire nel dipinto l’energia vitale del proprio autore, dando luogo a una sorta di visione animista della pittura contemporanea. Clement Mancini da corpo al suo io, si offre al pubblico senza temere di mostrarne le debolezze ed è proprio in questa temeraria autenticità che si trova il piacere di rimanere di fronte a tali opere, ascoltando i propri respiri e quelli della stessa tela. 

Clement Mancini, Turnover
a cura di Domenico de Chirico
Contemporary Cluster – via Merulana 248, Roma 

Info: www.contemporarycluster.com