Nel cuore della Toscana, inaugura un nuovo spazio per l’arte contemporanea, con le opere di Olafur Eliasson

Palazzo Al Bosco nasce su iniziativa dei mecenati e collezionisti Caroline ed Eric Freymond, uno spazio privato dedicato all'arte contemporanea

Nella campagna Toscana nasce un nuovo spazio per l’arte contemporanea. Palazzo Al Bosco è una tenuta privata di 18 ettari situata a San Casciano in Val di Pesa, a pochi minuti da Firenze. Acquisita dalla coppia di mecenati e collezionisti Caroline ed Eric Freymond, la struttura è stata oggetto di un grande restauro che ha permesso la ridefinizione di uno spazio che ora accoglie concerti, mostre, incontri e altri eventi culturali.

La Tinaia Al Bosco, una grande sala di oltre 200 metri quadrati che ospitava un ex torchio, è oggi dedicata a ospitare mostre monografiche di alcuni degli artisti internazionali che i Freymond hanno sostenuto e collezionato nel corso degli anni. La Limonaia, la cui ristrutturazione è stata affidata all’artista americano-cubano Jorge Pardo, o il Théâtre de Verdure che ora può ospitare festival musicali e spettacoli di danza, ma anche installazioni di sculture contemporanee. L’intera villa, ricca di affreschi e decorazioni, si presta ad accogliere la vasta collezione dei coniugi Freymond.

A inaugurare lo spazio è la mostra Borrowed Views, dedicata a Olafur Eliasson. Un’esposizione che si accompagna alla grande retrospettiva di Palazzo Strozzi, che lo vede protagonista fino a gennaio 2023. A Palazzo al Bosco, sono venti le opere esposte – dodici esclusivamente in vetro – che suggeriscono una poetica riflessione sui grandi fenomeni naturali. Come Eliasson ci ha spesso abituato, anche in questo caso le opere proposte giocano con i nostri sensi e li stimolano a una comprensione ulteriore dei fenomeni visivi. Ciascun lavoro riflette una particolare luce che l’artista porta dai suoi viaggi: dalla luce del Bhutan (Bhutan Borrowed View) agli abissi marini di Deep Ocean Void (pensive), le opere si compongono di lastre di vetro sovrapposte e diventano testimonianza della luce che Eliasson ha visto con i suoi occhi. “Una trasposizione da retina a vetro”.

Eliasson ha realizzato gli schizzi dell’opera direttamente sul posto, solo successivamente è andato a sovrapporre più strati di vetro, creando una prospettiva capace di catturare l’occhio e di assorbirlo in una sorta di illusione. “Come un acquerellista vecchio stile, che aggiunge colore ai suoi schizzi paesaggistici per preservare una traccia della luce percepita, Olafur Eliasson tinge le sue lastre di vetro come memoria e traccia di momento luminoso vissuto – raccontano i Freymond. D’altra parte le opere mantengono la porosità e i dettagli cromatici impressi dall’artista, così da conservarne il gesto e non scivolare in una produzione troppo artificiale.

La mostra e gli spazi di Palazzo al Bosco sono aperti fino al 30 luglio 2023, solo su appuntamento, un sabato al mese: latinaia-albosco.com