Un’estate fa, la storia a fumetti che racconta le vacanze estive della famiglia Faldérault

Il belga Zidrou e lo spagnolo Jordi Lafebre hanno realizzato due volumi editi da Bao publishing perfetti per essere letti durante l'estate

«Un’estate fa, la storia di noi due» è l’incipit della versione italiana di “Une belle histoire” (1972), brano scritto dagli autori francesi Pierre Delanoë e Michel Fugain. Eppure, spostandosi geograficamente di poco – restando sempre in Europa – Un’estate fa è anche il titolo di un graphic novel che definire «gioiello del genere» sarebbe riduttivo. Già perché il belga Zidrou e lo spagnolo Jordi Lafebre hanno realizzato due corposi volumi (colori di Lafebre e Mada Peña, traduzione di Michele Foschini), editi da Bao publishing, che si fa fatica ad accantonare – meno che mai a dimenticare – una volta conclusa la lettura. Perché entrambe le opere (volume 1, cartonato, 176 pagine a colori, 22 euro; volume 2, cartonato, 160 pagine a colori, 23 euro), costituiscono un’affascinante e toccante narrazione corale dell’ebbrezza delle agognate vacanze estive della famiglia Faldérault, un nucleo tanto incredibile – nella migliore accezione del termine – quanto imperfetto e concreto. Per nulla infallibile.

Una ciurma composta da uomini e donne, giovani e giovanissimi, verso i quali non provare una sorta di malinconica empatia è un’impresa ardua. Così, nell’epoca dei social e dell’apparire/ostentare ad ogni costo, a maggior ragione durante l’estate delle famose “meritate ferie”, risulta davvero impossibile non sentirsi parte integrante dei Faldérault, delle loro gite fuori porta, del loro modo di vivere anti lustrini e paillettes.

Che rumore ha la felicità? Non lo sappiamo. Certo può avere (anche) le sembianze dei “nostri”: ad esempio, i tratti del tenero e giocoso Pierre, fumettista belga, che ogni anno si sfianca per consegnare le tavole in tempo (la famosa, o meglio famigerata, deadline) e portare i suoi cari in vacanza (che in realtà si rivelerà molto di più); oppure le fattezze di sua moglie, Mado (lavora in un negozio), amorevole e paziente con lui – ma anche vitale e conflittuale – mentre i bambini, per quanto spassosi, sono meno indulgenti col papà. Una vita famigliare piena d’amore ma anche di difficoltà, sogni realizzati oppure infranti. Ed è eloquente, in questo senso, uno scambio tra Mado e Pierre, con la prima che gli ricorda: “Guardati, 6 giorni su 7 piegato in due sul tavolo da disegno. Non sei stufo, a volte?”. E ancora: “La verità, Pierre, è che sognavamo una vita al sole e invece abbiamo diritto solo a timide schiarite”.

Ci si ritrova quindi nel volume 1, ripercorrendo a ritroso le tre estati speciali del 1973 (Rotta verso sud), del 1969 (La caletta) e del 1962 (Madamoseille Estérel), nell’ambito delle quali Zidrou e Lafebre – quest’ultimo ha anche scritto e illustrato il delizioso graphic novel Nonostante tutto, edito sempre da Bao – sviscerano le vacanze di questa famiglia unica e al contempo così simile a tante altre (sì, potrebbe esserlo anche alla vostra), capace di insegnare, come riporta la quarta di copertina, «quanto sia buffo, faticoso e bellissimo avere un fumettista come marito o papà».

Il lettore li vede partire tutti insieme, dal Belgio, alla ricerca del mare “del sud”, del sole luminoso e del caldo tipico della stagione estiva, lasciandosi alle spalle il maltempo tipico del proprio paese, viaggiando a bordo della mitica Renault 4 – definita dalla stampa di settore «la prima world car transalpina» – attraverso un viaggio che ha il sapore della terra sterrata (niente hotel per i Faldérault, si dorme dove capita, basta che sia in mezzo alla natura). Dell’avventura indimenticabile. Un racconto che ne rivela, in modo irripetibile, l’umanità, la psicologia, i desideri.

Un’estate fa è una storia dolceamara sul ricordo e il tempo che trascorre inesorabile. Il merito di tutto questo va ascritto ai due autori: Zidrou – pseudonimo di Benoît Drousie, è nato nel 1962 a Bruxelles. In principio insegnante, nei primi anni Novanta si dedica alla scrittura di libri per ragazzi. Nel 1991 incontra il disegnatore Godi con il quale crea L’élève Ducobu e intraprende la carriera di scrittore di fumetti – e Jordi Lafebre (nato a Barcellona nel 1979, dove ha studiato fumetti e belle arti. Pubblica per diverse riviste spagnole. Il suo incontro con lo sceneggiatore Zidrou è decisivo, e segna l’incipit di diverse collaborazioni: nel 2010 esce Lydie, quattro anni dopo La Mondaine e poi nel 2015 inizia la serie Les Beaux Étés, appunto pubblicata in Italia da Bao publishing con il titolo Un’estate fa).

Tornando al racconto – la cui genesi gli autori ricordano così: «Nella fase di creazione della storia abbiamo parlato tanto. Seduti a un tavolo, abbiamo iniziato a discutere di cosa volessimo fare con questa storia» – del primo volume abbiamo già detto, mentre il secondo (conclusivo), con i colori sempre superbi, pieni, corposi, realizzati da Lafebre, Peña e Clémence Sapin, raccoglie altri tre episodi. Si tratta di Il riposo del guerriero (1980), La fuga (1979), Le ginestre (1970), anche in questo caso tutti rigorosamente non in ordine cronologico, anzi in un caso con una vacanza estiva a “Natale”.

In totale sono 6 storie che si intrecciano senza soluzione di continuità (a vantaggio della fluidità narrativa), ognuna delle quali fa dell’ironia, della delicatezza e di una (quotidiana) saggezza i propri punti forti. Offrendo uno sguardo tanto garbato quanto intimo sui protagonisti, tutti simpatici e ben caratterizzati. Figure che, a loro volta, riportano alla mente ricordi – e magari anche qualche aneddoto – portando il lettore a spasso a bordo di una macchina del tempo tra passato e presente. E, al contempo, tratteggiando la società che era tra gli anni Settanta e gli Ottanta. Ciò emerge (anche) leggendo i commenti dei lettori su alcuni forum di settore: da «Si legge in un lampo, ma rimane nel cuore» a «si può solo adorare per la sua semplicità e spontaneità», da «ricordi piacevoli, di quelle vacanze fatte di spensieratezza» a «leggendolo, avrei tanto voluto andare in vacanza con loro».

Un’estate fa è un graphic novel che, tra risate e lacrime, narra generazioni di figli, genitori e nonni, indagando ricordi – insiti in ciascuno di noi – che sono una carezza per l’anima. «Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante», scriveva la poetessa Alda Merini. Ed è, né più né meno, quello che fa la famiglia Faldérault. Che ha molto (troppo?) da insegnare.

Info: https://baopublishing.it