Tra sogno e realtà: il mondo onirico di Iva Drekalovic in mostra alla galleria Operativa Arte Contemporanea

Si intitola Pensiero Notturno la prima personale a Roma della giovane artista che trasforma lo spazio espositivo in ambiente evanescente

Si intitola Pensiero Notturno la prima personale a Roma della giovane artista Iva Drekalovic, attualmente visibile alla galleria Operativa Arte Contemporanea, nel cuore di Roma. La mostra propone uno spaccato della sua poliedrica produzione artistica presentando dipinti, corpi in ceramica e una scultura di grandi dimensioni in legno e ferro rivelando un interesse nell’artigianato e nel design. Drekalovic trasforma le sale interne della galleria in un ambiente evanescente carico di teatralità ed energia vitale, rivelando così un forte interesse per il legame armonioso che si instaura tra la scultura e lo spazio circostante. Intriso della narrazione fantastica che anima l’immaginario dell’artista, le sale della galleria diventano un luogo “ideale” attivato dal rapporto duale che si stabilisce tra lo spettatore e i lavori presentati: un corpo mobile che fluttua tra una collettività di corpi in stato di quiete. Nella prima sala domina un solenne corpo scultoreo che si inserisce a metà tra un oggetto di design e una vera e propria creatura sensibile nella sua organicità: una panca in legno e ferro forgiato a mano che l’artista realizza in collaborazione con l’architetto Andrea Eusebi. Il lavoro dialoga apertamente con due tele di grandi dimensioni dimostrando l’abilità di Drekalovic nella creazione di un equilibrio compositivo in grado di bilanciare l’impiego di diversi media e proporzioni compositive. Le figure in ceramica, presenti nella seconda sala, si presentano come forme metamorfiche dalla potente forza magnetica. Accomunate da una raffinata somiglianza formale e cromatica, esse si rivelano progressivamente tra i candidi tendaggi che le avvolgono, celando e svelando al contempo la loro appartenenza a un mondo sospeso, oscillando tra nature minerali e organiche, entità tangibili e surreali. Le opere di Iva Drekalovic si fanno portavoce del suo personale immaginario, svelando l’esistenza di un mondo fiabesco e profondamente elegante che ci seduce irrimediabilmente.

Pensiero Notturno: ci racconti come è nata l’idea di questo titolo e soprattutto la genesi della tua mostra personale alla galleria Operativa di Roma?

«L’intento è stato concentrare l’attenzione sulla parola “pensiero”, perché la mostra è stata concepita proprio così, come un pensiero durante la notte, prima di socchiudere mente e occhi allo stesso momento dove immaginiamo paesaggi, persone e situazioni vissute. Lo spazio di Operativa l’ho voluto immaginare proprio così, come un sogno».

La scelta allestitiva è sicuramente uno degli elementi più particolari e attraenti della mostra: l’uso di un avvolgente tendaggio bianco alle pareti della galleria assume inevitabilmente un ruolo trainante, diventando soffice membrana tra i corpi scultorei e conferendo all’intero spazio un’atmosfera sognante. Come rapporti allo spazio circostante i tuoi lavori nel momento della creazione di una mostra e in che modo esso influisce sulla narrazione che ne sottende?

«Esattamente così: il mio obiettivo era proprio creare un’atmosfera sognante dove il ruolo del tessuto era di rendere molto più soffice le mura della galleria stessa, cosicché le sculture vagassero in questo spazio che potesse ricordare il processo di un sogno dove la stessa mente tende a cambiare momentaneamente lo spazio circostante mentre dormiamo. Per me lo spazio che contiene le opere diventa parte della mostra, come un’opera stessa. Noi spettatori fluttuiamo dentro ad esso come se diventassimo soggetti che interagiscono con le sculture e i quadri attorno. Sembra un ruolo divertente giusto?»

Parliamo ora delle tue opere pittoriche. Solitamente, nel momento della creazione, arriva per te prima la narrazione o il dipinto? Ci sono dei soggetti che si reiterano all’interno dei tuoi dipinti e a cui sei particolarmente legata?

«Diciamo che la narrazione per me è fondamentale, mentre dipingo mi sento un po’ scrittrice, ma in maniera figurativa. È difficile che mi lancio su un dipinto senza averne idea, non vedo proprio una pagina scritta. Sogno spesso figure non precise di essere umani che mi piace trasformare in attori o personaggi nei miei dipinti. Vivo da poco fra il Mare Adriatico e gli Appennini, ho molti paesaggi raffigurati nella mia mente e spesso sono le prime sceneggiature della mia narrazione. I personaggi sono dunque sempre benvenuti in questi mondi narrati».

Sia che si tratti del gruppo di lavori scultorei in ceramiche, della panca in legno e ferro forgiata a mano o delle opere pittoriche dotate di inserti tessili, le tue creazioni sono profondamente materiche, tattili, quasi organiche. Come descriveresti il tuo legame con questi materiali? A seconda del materiale che utilizzi, percepisci un cambiamento durante il processo creativo che porta alla realizzazione dell’opera?

«La materia è la prova di un mondo reale giusto? Un quadro dove posso toccare una parte materica che fuoriesce è come quando ti risvegli dopo esserti incantato nei pensieri e cerchi tatto con il tuo circostante. Per me la lana, il cotone come il lino, il legno, ceramica o metallo sono materiali di vita quotidiana, mi piace richiamarlo nei miei lavori».

info: operativa-arte.com