Beirut and the Golden Sixties, A Manifesto of Fragility in mostra fino al 12 giugno al Gropius Bau di Berlino, racconta un importante e ricco capitolo della storia della capitale del Libano.
La mostra ripercorre gli eventi importanti di un breve ed intenso risveglio artistico e politico che si manifestò dalla fine degli anni ’50 alla fine degli anni ’70. Per tre decenni, mentre rivoluzioni e colpi di stato, scuotevano il Medio Oriente e il Nord Africa, la scena intellettuale libanese fu calcata da artisti formalmente innovativi e attivamente impegnati a descrivere il complesso rapporto tra la cultura artistica e quella di Beirut, il cosmopolitismo e le tensioni trans-regionali e politiche.
La legge sul segreto bancario libanese approvata nel 1956, fece in modo che diversi capitali stranieri affluissero nella città: fiorirono così musei, spazi d’arte gratuiti e gallerie commerciali. Un’intesa e straordinaria varietà di pensiero, persone ed idee caratterizzarono Beirut.
Purtroppo però, sotto questa età dell’oro si celavano differenze sempre più inconciliabili che alla fine sarebbero scoppiate nel 1975 in una guerra civile durata 15 anni. La mostra presenta 230 opere ed un’installazione multimediale appositamente progettata da Joana Hadjithomas e Khalil Joreige.
É ad oggi la più completa esposizione di un periodo così importante per la storia del paese; oltre 300 documenti d’archivio provenienti da più di 40 collezioni, ed una magnifica rassegna di quadri ed arazzi di influenza ottomana di ben 34 artisti ovvero: Shafic Abboud, Etel Adnan, Farid Aouad, Dia al-Azzawi, Alfred Basbous, Joseph Basbous, Michel Basbous, Assadour Bezdikian, Huguette Caland, Rafic Charaf, Saloua Raouda Choucair, Georges Doche, Simone Fattal, Laure Ghorayeb, Paul Guiragossian , Farid Haddad, John Hadidian, Joana Hadjithomas, Jumana Bayazid El-Husseini, Khalil Joreige, Dorothy Salhab Kazemi, Helen El-Khal, Simone Baltaxé Martayan, Jamil Molaeb, Fateh al-Moudarres, Nicolas Moufarrege, Mehdi Moutashar, Aref El Rayess, Adel al-Saghir, Mahmoud Said, Nadia Saikali, Hashim Samarchi, Mona Saudita, Juliana Seraphim, Cici Sursock e Khalil Zgaib.
Un mix complesso ed eterogeneo di visioni e contraddizioni che rivelano la fragilità e le connessioni tra la storia passata e la storia attuale.
Info: www.museumsportal-berlin.de
Beirut and the Golden Sixties, A Manifesto of Fragility
25.03.22 – 12.06.22
Gropius Bau