Triennale Milano presenta la sua 23ª edizione. Unknown Unknowns il titolo della rassegna incentrata sul tema dell’ignoto

Il Ministro Luigi Di Maio ha aperto la conferenza stampa di presentazione dell'appuntamento più importante dedicato a design e architettura

Vicina a festeggiare un secolo secolo di storia nel 2023, La Triennale presenta il suo 23esimo appuntamento che si terrà dal 15 luglio all’11 dicembre sotto il titolo di Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries. Ed è una conferenza stampa in pompa magna quella che svolge il 30 maggio nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina alla presenza di personalità del mondo culturale e accademico internazionale rappresentanti delle Ambasciate e altri interlocutori rilevanti del settore privato. La rassegna, infatti, uno degli appuntamenti più importanti dedicati al design e all’architettura in campo internazionale, è realizzata in collaborazione con il Bureau International des Expositions (BIE) e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Per questo ad aprire gli interventi è Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che sottolinea l’importanza per il nostro Paese di collaborazioni di valore come quella tra la Farnesina e Triennale Milano, specie nel complesso momento storico che stiamo attraversando: «Dopo l’emergenza pandemica, stiamo attraversando una crisi politica che sta avendo ripercussioni sia sul piano umanitario che geopolitico. Sono fondamentali iniziative come la Triennale che da sempre fa dell’inclusività e dell’apertura al dialogo il motore della sua ricerca, valori in sintonia con quelli che ispirano il nostro Paese».

Una Triennale che verterà sul tema dell’ignoto, sui limiti dell’uomo e sulle incertezze che caratterizzano il nostro avvenire, mettendo in campo punti di vista diversi e dedicando uno speciale approfondimento sulle produzioni Africane e non a caso sarà proprio Francis Kéré, vincitore del premio Pritzker 2022 in collegamento streaming durante la conferenza stampa, a curare gli allestimenti negli spazi comuni di Triennale e due installazioni dedicate alle voci del continente africano.

A entrare nel vivo della tematica della rassegna è Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano che afferma quanto il fil rouge scelto per questa edizione sia di grande attualità, sulla scia di quello scelto per Broken Nature, edizione precedente incentrata sul complesso rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale. «Abbiamo ragionato sull’esplorazione dell’ignoto – ha spiegato – questi anni del nuovo millennio sono stati capaci di produrre grandi shock, dal terrorismo alle crisi finanziarie, dalla pandemia alla guerra. Tutti eventi molto diversi tra loro ma capaci di farci interrogare sul senso dell’essere al mondo della nostra specie, sul senso stesso della nostra evoluzione. Per questo il titolo che abbiamo scelto per la rassegna ci è sembrato utile ed efficace per toccare questioni profonde».

Andrea Galvani,
Study on Leptoquark, 2021
Courtesy the artist and Eduardo Secci Contemporary
© Andrea Galvani Studio

Intervengono alla presentazione anche Dimitri S. Kerkentzes, Segretario Generale del Bureau International des Expositions (BIE) e Carla Morogallo, da pochissimo nominata Direttrice Generale di Triennale Milano.

Attraverso le parole di Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea, si arriva ad avere una percezione più tangibile del progetto ambizioso che Triennale Milano presenterà al pubblico: «La questione dello sconosciuto è in realtà la questione dello sguardo che abbiamo su di esso. Abbiamo scelto un percorso sotto la forma di un’orbita, in modo da affrontare sin dal principio la sfida di misurarci con una geometria dello spazio non euclidea, senza spigoli e angoli retti. Useremo 3d printing a partire da scarti organici e dappertutto si percepirà la tensione verso la sostenibilità. Il percorso comincia da noi, da una prospettiva antropocentrica in una connessione sonora locale e planetaria. Una prospettiva che si abbandona rapidamente andando ad affrontare lo stereotipo di uno sconosciuto che si riduce con il progresso. Simbolico è un dipinto di Adam Elsheimer del 1609 che per primo dipinge dettagliatamente la via lattea. Il paradosso è quello del destino delle nostre galassie che si avvicineranno fino a fondersi tra loro per poi farci tornare nel buio: lo sconosciuto più andare avanti o indietro».
Sarà proprio Vaudo a curare la mostra centrale,con un percorso dai contorni sfumati e permeabili che presenterà più di cento tra opere, progetti e installazioni di artisti, ricercatori e designer internazionali mostrando le nuove sfide dell’architettura e aprendo prospettive inedite come quella di abitare lo spazio extraterrestre, fino ai misteri legati allo spazio profondo.

Tomàs Saraceno
Printed matter(s), W7029D2, 2018
Courtesy the artist and neugerriemschneider, Berlin © Tomàs Saraceno
Ph. Studio Tomàs Saraceno
Antonio Fiorentino, Dominium Melancholiae, 2014
Courtesy of Antonio Fiorentino e Villa Arson, Nice (France)
Photo: Jean Brasille

Una visione, quindi, che sposa scienza e creatività: «D’altra parte – continua Vaudo – Il più grande designer è la gravità nel suo sforzo di tenere tutto in piedi alla perfezione». In un’ottica tutt’altro che catastrofisca, Triennale Milano vuole mostrare l’ignoto come una dimensione da vivere, non più in antagonismo con ciò che non conosciamo, ma come elemento di stupore di fronte alla vastità di ciò che ci sfugge.

Oltre alla mostra tematica, la 23ª Esposizione Internazionale ospiterà altre due grandi mostre: Mondo Reale, ideata da Hervé Chandès, Direttore Artistico Generale della Fondation Cartier pour l’art contemporain, e La Tradizione del Nuovo, curata da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale. Ci saranno anche una serie di installazioni e progetti speciali che vedranno coinvolti gli storici dell’arte Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, il musicista e scrittore Francesco Bianconi, il filosofo Emanuele Coccia, la ricercatrice e docente del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano Ingrid Paoletti, l’artista e Grand Invité di Triennale 2021-2024 Romeo Castellucci, il maestro dell’architettura e del design Andrea Branzi.

Info: triennale.org

Anish Kapoor, Clear/Magenta, 2019, Courtesy the artist and Galleria Massimo Minini, Brescia