Comprendere il limite e sconfinare nella moltiplicazione del significato di un’opera d’arte è oggi un punto di vista critico riconosciuto unanimemente. Come ripercorrere però il processo che ha guidato un’evoluzione della quale oggi siamo testimoni del risultato finale? Un interessante tentativo viene proposto dalla galleria trasteverina 1/9.
Nella cornice del tredicesimo rione della Capitale, rimane disponibile fino al 2 luglio 2022 la mostra Giovanni di Stefano. errori significanti. opere dal 1983 al 2022, un interessante processo di ricatalogazione della carriera di un’arista in gradi di incarnare a pieno titolo l’esigenza di trovare un’inedito punto di cesura con ciò che fino agli anni ’80 del XX secolo è stato il metodo riconosciuto come corretto nell’interazione del pubblico con un determinato progetto artistico. L’esposizione, attraverso un approccio antologico, ricostruisce i punti chiave di una carriera complessa di cui però si tenta di offrire una rilettura attuale e indispensabile per comprendere lo scenario in cui siamo oggi inseriti.
Gli esperimenti di pittura cieca di Giovanni di Stefano vedono la prima volta la luce nel 1982. Una fase storica quell’aia cui l’arte ancora appartiene a correnti come il neo-espresionsmo e e alla cosi detta pittura colta. L’esigenza di uno studente d’accademia di scardinare un sistema dell’arte sopraffatto dalla razionalità, porta di Stefano ad approcciare un metodo non tanto legato alla logica e alla disciplina quanto alla dimensione emozionale dell’arte visiva.
– La difficoltà dell‘arte sta anche nel fatto che in genere gli artisti si sforzano di esprimere esperienze interiori straordinarie , si sforzano di vivere emozioni speciali , sperperando nello sforzo tutta la loro esteticità inconsapevole e confondendola in un groviglio caotico di emozioni manierate . Un compito insignificante e ripetitivo potrebbe invece mostrarsi più adatto a misurare le variabili inconsapevoli che intervengono nell‘esecuzione -(Sergio Lombardo 1979). Con tali osservazioni critico e teorico ribalta diametralmente lo scenario in cui fino a quel momento l’arte si è mossa ed evoluta.
È naturale quindi l’avvicinamento dell’artista a teorici come Sergio Lombardo, tra i fondatori del Centro Studi Jartrakor, nato a Roma nel 1977 e di conseguenza ai principi dell’eventualismo, un metodo teorico che apre la strada rivoluzionaria della molteplice interpretazione della ricerca. Il corpo di opere raccolto per l’esposizione nelle sale di 1/9 parte quindi dal punto zero della carriera di di Stefano per poi ricostruirne uno sviluppo della sua sperimentazione del gesto nella sua totale inconsapevolezza che rimane nel tempo però un leitmotiv ininterrotto. L’applicazione del metodo scientifico associato alla sperimentazione portano l’artista a scandagliare non solo il mondo della pittura ma anche della scultura e della performance che trovano ancora modo di restitutore oggi interessanti valutazioni sul tema della decifrabili dell’arte.
Un’esperienza doverosa quella di visitare il progetto espositivo, un singolare modello di ricerca che rende la galleria romana 1/9 un polo di ricerca essenziale nel panorama artistico della Capitale di oggi.
Info: http://www.unosunove.com/public/it/
Giovanni di Stefano. errori significanti. opere dal 1983 al 2022
Via degli Specchi, 20, Roma
19 maggio 2022 – 2 luglio 2022