Escher a fumetti, l’enigmatico artista diventa il protagonista del nuovo graphic novel di Lorenzo Coltellacci e Andrés Abiuso

Il genio di Maurits Cornelis Escher si traduce in tavole illustrate che raccontano l'uomo dietro l'artista che è stato in grado, ed è ancora oggi, di affascinare generazioni di amanti dell'arte

Il fumetto incontra l’arte, in tutti i sensi, omaggiando (a mezzo secolo dal suo addio) uno degli artisti più apprezzati e riconosciuti a livello globale, i cui mondi (impossibili) sono entrati nell’immaginario collettivo. Al pari delle sue geometrie. Così il grande genio olandese Maurits Cornelis Escher, scomparso il 27 marzo 1972, rivive oggi in modo del tutto inedito tra le pagine del graphic novel scritto da Lorenzo Coltellacci e disegnato da Andrés Abiuso per Tunué. Tra arte, matematica, scienza, fisica, natura e design, il volume a fumetti (144 pagine, 17.50 euro) è un’occasione unica per conoscere più da vicino una figura inquieta e riservata. Comunque la si pensi: geniale. 

L’idea del romanzo grafico Escher, mondi impossibili nasce «in primis da una passione che nutro verso l’autore e che, ciclicamente, è sempre tornato a inserirsi nel mio destino. E poi perché mi sono accorto di quanto la sua conoscenza generale fosse assai superficiale. Ha vissuto in Italia oltre dieci anni, ma in quanti lo sanno? Inoltre scarseggiano libri e saggi sulla sua vita e sulle sue opere. Così ho provato a colmare il vuoto», spiega Coltellacci. Che quindi tratteggia il “suo” Escher. «Un genio nell’accezione più alta del termine. La sua passione e dedizione andrebbero prese come esempio da chiunque voglia fare arte o, più semplicemente, produrre qualcosa. Il suo universo rappresenta un mondo a parte, una visione della realtà unica nel suo genere: nessun artista è riuscito a scomporre la realtà come ha fatto lui. Nessuno, come lui, ha saputo vedere l’ordine nascosto di ogni cosa in mezzo al caos». 

Un artista le cui opere sono ancora attuali? «Certo che sì – replica lo sceneggiatore –se nella prima metà del Novecento, Escher venne capito poco, era proprio perché le sue opere erano “troppo avanti”. Egli mostrava un mondo caotico, paradossale e dai molteplici punti di vista, che è così simile a quello che viviamo oggi». Ed ecco che, sfogliando le pagine del graphic novel, il lettore può misurarsi (attivamente) con più di un paradosso prospettico, geometrico, compositivo. Restando rapito al pari di chi, il volume, lo ha illustrato. «In Escher trovo affascinante proprio questo aspetto: la flessibilità del suo pensiero, magistralmente trasmessa nelle sue opere. Architetture e figure si mescolano e intrecciano, ispirando e spingendo chi guarda a superare le barriere del proprio pensare quotidiano», puntualizza Abiuso, per il quale l’artista nato a Leeuwarden nel 1898 «costituisce una figura senza etichette, una mente libera e geniale, capace di influenzare l’arte, il design, l’architettura degli anni a venire. Escher è stato un punto di svolta nelle arti visive del Novecento». 

Quindi, in riferimento alla gestazione del volume, il grafico e designer spiega: «Con Lorenzo abbiamo lavorato fin da subito con ritmi impossibili ma con grande coerenza e sintonia. Siamo stati organizzati nel caos – in modo ironicamente simile alle opere che abbiamo narrato – ed è stata la chiave giusta per finire l’opera con serenità». Quindi la palla – pardon, la penna – passa a Coltellacci, copywriter e fumettista. «In effetti la gestazione è stata frenetica, caotica all’inizio ma poi molto organizzata. L’idea di raccontare l’uomo e l’artista Escher mi ronzava da parecchio in testa, così ne parlai col mio editore e la cosa gli piacque. Individuai Andrés tramite un concorso che aveva vinto. Ci mettemmo subito al lavoro: nell’arco di uno/due mesi lessi tutto il possibile sulla vita e le opere di Escher, per poter scrivere un soggetto più “preciso” possibile. Poi iniziai a confrontarmi con Andrés e l’editore per limarlo e vedere come armonizzarlo. Così passai alla scrittura di una scaletta piuttosto rigida, dove raccontavo per sommi capi cosa succedeva ogni 2/3 pagine. Una volta approvata, mi gettai sulla sceneggiatura e Andrés mi seguiva a stretto giro, lavorando allo storyboard. Dalla firma del contratto alla stampa è trascorso poco meno di un anno». 

Nelle biografie a fumetti si rischia di non riuscire a calibrare realtà e fantasia. «Nel nostro caso – riprende Coltellacci – volevamo che non fosse una “semplice” biografia a fumetti. Piuttosto, intendevamo raccontare una storia e volevamo che le opere di Escher fossero parte stessa della narrazione. L’idea era di scrivere qualcosa che si reggesse da sola, che fosse in primis un bel racconto da leggere. Non una “lezione” sul geniale incisore e grafico olandese, ma un viaggio nella sua mente e nei momenti salienti del suo percorso artistico e privato. Così abbiamo sfruttato il potenziale fantasioso dei suoi mondi, senza perdere mai la bussola verso il reale e la storicità». 

Sulla stessa linea (estetica) Abiuso, che dal punto di vista del disegnatore, precisa: «Il mio intento era quello di creare un’ ambientazione surreale, impossibile, ma al tempo stesso tangibile e concreta, capace di ospitare “fisicamente” i protagonisti. I luoghi che Mauk – il protagonista – visita non potrebbero esistere, non sarebbero esplorabili. Eppure lui ci cammina dentro, li osserva, si perde. L’auspicio è che il lettore si immedesimi e creda alle illusioni che abbiamo messo in campo, vivendole ed emozionandosi».

Info: www.tunue.com