Cracking Art. Stories, quando l’immaginazione penetra nella sfera socio-politica della collettività

Il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale racconta la mostra ospitata a Palermo fino al 10 luglio

Il movimento Cracking Art è noto in tutto il mondo per la sua peculiare manifestazione espressiva, che si concreta negli animali in plastica rigenerata, coloratissimi e di formato extra-large, i quali – come dichiarano i protagonisti – “non tollerando cornici” vengono di sovente installati fra “piazze e autostrade”.

Non tutti si soffermano a riflettere, tuttavia, sulla valenza artistica di questo movimento, nato nei primi anni Novanta, che in principio si richiama alle esperienze della Land Art, mettendo in relazione natura e umanità, ed in seguito attinge agli stilemi della Pop Art e del graffitismo, dai quali mutua il gusto per l’esagerazione, la voglia di stupire, lo stretto legame con le vicende della società, uniti ad una prioritaria attenzione alla questione ambientale. Dagli inizi del nuovo secolo, gli interventi e le performances del movimento si susseguono a ritmo serrato, ricordando in questo le manifestazioni del Dadaismo – che postulava la negazione dell’arte in quanto portatrice dei valori e delle convenzioni borghesi, colpevoli di frenare la libertà espressiva – e trovando un illustre precursore nel Nouveau Réalisme, i cui artisti furono fra i primi a porsi il problema del riciclo negli anni Sessanta.

Ciò premesso, l’intento che, nell’estate dello scorso anno, mi ha spinto a sposare la filosofia del movimento Cracking Art, inaugurando la prima mostra in Abruzzo, nell’Aia dei Musei di Avezzano, era duplice: in primo luogo, ritenevo che, con il suo forte messaggio ecologista, il tripudio di colori accesi e la rappresentazione in chiave “pop” degli animali, essa rappresentasse un messaggio di ottimismo e positività, anche a livello simbolico, dopo il buio periodo della pandemia che abbiamo tutti vissuto. Inoltre, strettamente correlato al concetto precedente, vi era l’assunto fondamentale espresso dal collettivo di artisti (italiani e stranieri, i “Crackers”, appunto), il cui scopo dichiarato è di «generare quello stupore che sia in grado di far emergere in ognuno una sensazione di piacere e felicità, (…) facendo vivere i luoghi con una modalità che esuli dalla routine quotidiana e permetta quindi di far nascere una riflessione sul luogo visto con occhi nuovi».

Cracking Art
Cracking Art
Barcellona | Spagna 2017
Crediti fotografici Cracking Art

Proprio sul concetto della reinterpretazione di luoghi conosciuti, che assumono in tal modo identità e significati diversi da quelli usuali, si declina la nuova mostra dal titolo Cracking Art. Stories, che approda questa primavera in Sicilia, a Palermo, la mia città natale. Il riferimento, attualissimo, è quello alle “storie” tipiche dei profili social, che solitamente immortalano momenti e situazioni reali arricchendoli con elementi decorativi o di fantasia: nel nostro caso, le opere si inseriscono nel contesto prescelto – con il quale instaurano un’interazione meditata, del tutto particolare – per fornirci una visione inaspettata del luogo o per veicolare un messaggio specifico.

La mostra palermitana vede come scenario la sontuosa Villa Malfitano, sede della Fondazione G. Whitaker di cui mi pregio essere il Presidente Onorario, con i suoi 7 ettari di giardino, che verranno nell’occasione popolati da una coloratissima, inedita fauna. La rievocazione più immediata è quella della corposa collezione di oltre 12.000 uccelli che costituivano il museo ornitologico privato della famiglia Whitaker, qui richiamata da un gruppo di rondini giganti. Seguono i gatti, animali da sempre in bilico sul crinale tra dimensione domestica e vita selvatica, a ricordare le colonie feline che hanno abitato gli spazi della Villa per alcuni anni, quando essa era pressoché in stato di abbandono. Proseguendo, il messaggio assume via via una valenza più universale e carica di significati: si concreta, ad esempio, in un gruppo di pinguini che sembrano cercare protezione dalla calura all’ombra del fogliame, chiaro riferimento agli allarmanti cambiamenti climatici che caratterizzano la nostra epoca; o in un elefante che sostiene la facciata del casale posto all’ingresso della Villa, a simboleggiare l’importanza della memoria e della salvaguardia della tradizione; o ancora nelle tartarughe che, evocando l’ambiente marino, rappresentano quel Mediterraneo di cui Palermo è stata il crocevia, ponendosi come elemento di congiunzione tra la cultura ed il territorio, i due pilastri su cui si fonda l’operatività della Fondazione Whitaker.

Le stesse tartarughe marine, così come ancora le rondini, trovano asilo – oltre che a Villa Malfitano – anche a Villa Trabia, di proprietà del Comune, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Terzo Pilastro e l’Amministrazione di Palermo.

Cracking Art
Reggia di Caserta | Italia 2016
Crediti fotografici Cracking Art

La mostra Cracking Art. Stories, a mio parere, è l’emblema di un fare arte che non si limita semplicemente alla resa estetica, ma che usa la forza dell’immaginazione per penetrare e coinvolgere la sfera socio-politica della collettività. Le installazioni della Cracking Art – recentemente approdate anche in Cile – evidenziano come il gruppo vada sempre più abbracciando un’idea dell’arte pop come strumento per stimolare le coscienze degli individui attraverso una rappresentazione che è insieme divertente, energetica, intelligente, ironica e “di rottura”.

Concludendo, trovo che questa mostra rappresenti un efficace messaggio di ottimismo e speranza, in un momento storico particolarmente drammatico qual è quello attuale, funestato da pandemie e guerre. Come spesso ho avuto modo di affermare, infatti, considero l’arte profondamente lenitiva delle sofferenze psicologiche (non meno importanti di quelle fisiche), oltre che assai attrattiva nei confronti di un turismo che è linfa vitale per l’economia e che finalmente sta tornando a popolare il nostro Paese.

Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele
Presidente Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale

Info: www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it/