Cesare Pietroiusti è ormai unanimemente riconosciuto come uno dei grandi nomi che hanno immortalato nel pantheon della storia dell’arte italiana del secondo novecento la ricerca concettuale. Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul tema dello scambio e sui paradossi che possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici.
Anche nella nuova esposizione, organizzata negli spazi della galleria romana The Gallery Apart, e inaugurata venerdì 6 maggio 2022, ci si cimenta nel ricomporre una frammentata serie di risultati, frutto di un’indagine che vede la sua origini già negli anni 70, come lo stesso Cesare Pietro gusti racconta: «Questa storia comincia verso la fine degli anni ’70 quando, prima sporadicamente e poi sempre più spesso, anonimi autori si misero ad arricchire con disegni, messaggi, firme e sgorbi, le banconote da mille lire».
Una parentesi storica capace di incrinare le infinite e salde certezze in cui fino a quel momento il mondo contemporaneo si era poggiato è quella che comprende le decadi degli anni 70 e 80. Un effervescente e dissacrante nuovo sistema di valori mette in crisi l’ordine costituitosi durante il dopoguerra.
Artisti, insieme a intere generazioni di giovani, sfregiano i simboli capaci di incarnare il potere dell’equilibrio di un sistema che non è solo economico, ma anche sociale, politico, civile. «Non so se si trattasse di uno strascico dell’inflazione e quindi della diminuzione del potere d’acquisto del denaro corrente, o di un effetto dell’ideologia della ‘partecipazione’, molto in voga all’epoca, o ancora di una generalizzata smitizzazione dell’autorità statale e dei suoi simboli; – continua Cesare Pietroiusti – quello che so è che io mi dedicai, nei primi anni ’80, a collezionare quelle banconote scarabocchiate e, a partire dal 1987, a proporne, nelle mostre, degli ingigantimenti fotografici. Da sempre consapevole della mia incapacità di ‘creare’ immagini interessanti, mi dedicavo infatti alla raccolta, e, in qualche caso, all’esposizione, di produzioni, prevalentemente involontarie, rigorosamente altrui»
L’indagine sul concetto di scambio però non si limita all’oggetto della banconota, questa si adegua anche al francobollo, oggetto desueto nell’epoca digitale ma comunque simbolo di una metodologia di una comunicazione interpersonale che continua ad affascinare sopratutto appassionati e collezionisti. Nella ricerca di Pietroiusti, questo si inserisce ancora nella logica dello scambio: ereditata da sua padre una collezione di francobolli di grande valore, l’artista si interroga appunto sul valore che esso rappresenta. « L’ho fatto in un modo che qualunque filatelico considererebbe eterodosso (o addirittura sacrilego) ma, passo passo, ho cominciato a subire anche io il fascino auratico di quei rettangolini colorati e, forse, sto ancora cercando di capirne il valore. – commenta l’artista – E lo faccio con gli unici modi che conosco, quelli della ricerca artistica: cioè di una sperimentazione non pregiudicata da stereotipi e convenzioni (disciplinari, finanziarie, sociali, morali) ma, casomai, ispirata al gioco».
La mostra si affaccia quindi, quasi per gioco, alle logiche che regolano la passione filatelica, che attraverso un linguaggio apparentemente ludico decostruisce la solidità di un sistema austero, capitalista ma che cela nell’inanimato un’anima umana.
Info: https://www.thegalleryapart.it/
Valori, di Cesare Pietroiusti
06.05.2022 – 29.07.2022
The Gallery Apart
Via Francesco Negri 43, Roma