Macchine artificiali e Reliquie tecnologiche: il Padiglione Islanda alla Biennale di Venezia

Il padiglione Islanda viene affidato in questa nuova edizione della Biennale d'arte di Venezia all'artista Sigurður Guðjónsson

Perpetual Motion è l’installazione multisensoriale di Sigurður Guðjónsson al Padiglione dell’Islanda della 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Padiglione a cura di Mònica Bello. Dalle parole dell’artista: «L’opera è concepita come uno spettacolo ai confini fra realtà e finzione, mostrando qualcosa che è reale ma che ci sfugge in quanto è oltre i nostri campi percettivi. La mia speranza è di offrire ai visitatori un’esperienza poetica e multisensoriale della materialità, che unisce ampiezza, luce, dimensioni e movimento, usando il suono e il video per trasformare lo spazio in modo scultoreo.»

Un video di sei metri d’altezza che si sviluppa anche in orizzontale proietta il movimento dinamico di un cumulo di polvere metallica ingrandito che viene amplificato dalla camera dell’artista, mentre una composizione sonora invade lo spazio. il materiale ingrandito diventa quindi astratto, si distorce e si deforma lasciando allo spettatore uno stupore avvolgente, complice la musica.

La composizione sonora è stata realizzata dallo stesso Guðjónsson in collaborazione con il musicista islandese Valgeir Sigurðsson e si conforma all’idea di granulosità che è presente nei video grazie all’ingrandimento delle particelle di metallo: infatti i suoni sono elettromagnetici e manipolati con la sintesi granulare. Guðjónsson è conosciuto per le sue opere audiovisuali che chiamano in causa macchine artificiali e reliquie tecnologiche. Non per nulla la curatrice del Padiglione Islanda Mònica Bello è Curatrice e Responsabile delle arti del CERN (Laboratorio Europeo per la Fisica delle Particelle) a Ginevra, dove si occupa di promuovere il dialogo tra artisti, fisici quantistici ed ingegneri. In Perpetual Motion, la percezione viene portata al massimo delle sue possibilità in un’installazione che come detto tende all’astrazione partendo da un dato concreto e tangibile: le immagini in movimento e il suono perpetuano uno stravolgimento dello spazio verso una realtà meditativa.

Chi guarda si sente al contempo solo e parte di un tutto. Sembra di trovarsi dentro una navicella spaziale che crea uno spaesamento emozionale anche grazie al pulsare della musica che pare far pulsare ciò che si vede. L’installazione è al contempo poetica e potente. Questo è il primo anno che il Padiglione dell’Islanda si trova dentro l’Arsenale e quest’anno il commissario è Auður Jðrundsdòttir, ed il Padiglione è commissionato dall’Icelandic Art Centre (IAC), che promuove e supporta l’arte contemporanea islandese in contesti internazionali attraverso collaborazioni, progetti e l’emanazione di fondi.

Dalla dichiarazione di Mònica Bello: «è un piacere presentare il lavoro di Sigurður Guðjónsson al pubblico internazionale della Biennale di Venezia. Attraverso questo progetto, Guðjónsson mi ha ispirato con profonda passione per i materiali naturali e con il suo processo creativo unico che adopera in ambienti minimalisti arricchiti da suono e video. Perpetual Motion porta all’attenzione il continuo flusso di energia e materia e celebra la camera, la visione, la sperimentazione e gli spazi percettivi.»