Palazzo delle Esposizioni e GAM, a Roma una doppia rassegna indaga la video art in Italia dagli anni Settanta ai giorni nostri

Palazzo delle Esposizioni e GAM sono le due sedi che ospitano fino a settembre una grande rassegna che esplora la disciplina della video-art

Disposta su due sedi, il Palazzo delle Esposizioni e la Galleria d’arte moderna, frutto della collaborazione di due istituzioni, l’Azienda Speciale Palaexpo e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, articolata su due generi in dialogo, video art e cinema d’autore; la gigantesca mostra Il video rende felici, la video arte in Italia curata da Valentina Valentini si dipana su un doppio percorso sensoriale partecipe di un procedimento volto a fare entrare il grande pubblico a contatto con l’arte contemporanea. Puntando al coinvolgimento di quest’ultimo tramite oculati espedienti espografici, l’esposizione esplora alcune tematiche come la precarietà del lavoro e delle condizioni sociali, l’impassibilità davanti allo scorrere del tempo, le molteplici possibilità miste allo smarrimento fornite dalle nuove tecnologie digitali.

L’accattivante titolo, ribandendo il carattere di accessibilità come anche il valore “ludico-impegnato” dei padri della video art Bill Viola e Nam June Paik, fa riferimento ad una conversazione tra i due, nella quale quest’ultimo aveva correlato il video al sesso e pertanto poiché qualcosa alla portata di tutti e per tutti, un mezzo che rende felici. Questa indole quasi goliardica nasconde in seno in realtà il carattere rivoluzionario di questi dispositivi che hanno permesso agli artisti di essere indipendenti.

Dal percorso aperto, senza un apparente inizio o fine ma forte di un invito sempre costante nel perdersi nelle proprie stanze, la sezione del Palazzo delle Esposizioni pone più l’accento sul carattere partecipativo della video art. Le opere scelte infatti presuppongono una diretta azione del pubblico per dare vita al proprio funzionamento: è il caso di “Coro” (1992) dello Studio Azzurro, uno dei primi esempi di “ambiente sensibile” o spazio interattivo dove il fruitore è spronato a calpestare un grande tappeto sul quale sono proiettati alcuni corpi immobili che paiono addormentati e che reagiscono quindi ai passi con movimenti e un coro di voci;  o ancora dell’installazione “Film Ambiente” (1968-69-2004) di Marinella Pirelli, uno spazio dinamico, il cui suono è regolato da cellule fotosensibili che reagiscono al movimento della luce e del visitatore. Più intime e introspettive invece risultano le installazioni “No More Sleep No More” (2016) di Danilo Correale e “Technologies of Care” (2016) di Elisa Giardina Papa: nella prima delle immagini astratte ed oniriche si rilevano davanti a due poltrone sulle quali si è invogliati a sdraiarsi e ad ascoltare delle conversazioni tra l’autore e alcuni esperti sull’importanza socio-politica del sonno e della veglia in epoca post-moderna, nella seconda dei soffici tappetini che richiamano l’idea di un ambiente domestico accolgono degli schermi che narrano dei risultati di ricerche riguardo al lavoro precario nell’epoca del capitalismo digitale.

Divisa invece su tre piani, la scelta delle opere alla Galleria d’Arte Moderna, eccetto per “Il vapore” di Bill Viola (1975) che si apre allo spettatore con una sensorialità sinestetica completa, è contraddistinta da una funzione più passiva del fruitore. Maggiore importanza viene data alle rassegne come quella del Fondo del Centro Video Arte di Ferrara e dell’archivio Giaccari che occupano l’intero secondo piano per una visione complessiva di svariate ore. La sezione si distingue per uno sguardo attento sulle sperimentazioni e i dialoghi tra video artist e televisione: tale rapporto denuncia da un lato il ruolo divulgativo nonché culturale del mezzo televisivo seppur limitato ai prodotti brevi e dall’immediatezza comunicativa quali sigle, grafiche e pubblicità, dall’altro la posizione dell’artista che si divide tra fascinazione per il piccolo schermo e servizio presso di questo.

Le due sezioni nel complesso quindi si prefigurano come un espediente – il primo in Italia – per esplorare, approfondire e scoprire ex novo la vastissima disciplina della video-art: un onere complesso in quanto la materia si articola con delle sfaccettature comiche, tragiche, spettacolari o contemplative e caratteristiche evolutive che toccano un sapere interdisciplinare dalle fatiscenti sfumature e complessa definizione.

Il video rende felici, a cura di Valentina Valentini
12 aprile 2022- 4 settembre 2022

Info: www.palazzoesposizioni.it
www.galleriaartemodernaroma.it