Al Quadraro la mostra di Francesco D’Aliesio, Liminale, quarto episodio del format espositiv /pos•tàc•cio/ 

L'installazione site specific prende vita nello spazio esterno allo studio Off1c1na, spazio di ricerca artistica nel quartiere romano

Nel quartiere Quadraro di Roma è ancora aperta la mostra di Francesco D’Aliesio Liminale, a cura di Spazio Y, che ha luogo nel cortile dello studio Off1c1na per il quarto episodio di /pos·tàc·cio/. L’opera site specific coinvolge in prima persona gli spettatori in un happening acrobatico e colpisce per la sua nitida concezione, nella quale architettura e filosofia si affiancano in un percorso simbolico. 

Il “limen” (“soglia”) da cui prende ispirazione l’opera è allo stesso tempo un “limes” (“confine”): si tratta del muro di cinta che divide il cortile dalla proprietà ad esso adiacente. D’Aliesio (classe 1990), di fronte alla sfida di un’opera site specific, interroga profondamente lo spazio architettonico, per giungere a un vero e proprio stravolgimento dello stesso.

credits Asia Pierotti

Gli oggetti in disuso, che ricoprono il pavimento del luogo in una sorta di horror vacui, vengono accatastati all’ingresso del cortile, impedendone l’accesso (se non per un piccolo pertugio lasciato per ragioni di sicurezza). A questo punto l’unica maniera possibile per entrare nell’andito risulta essere l’acrobatica scalata del muretto che l’artista rende possibile attraverso il posizionamento di due scale fisse in ferro. Il percorso da funamboli, che dunque lo spettatore è chiamato a vivere, è accompagnato da un corrimano costituito dall’impalcatura costruita dall’artista, che procede parallela al muro.

Appare come una scalata emotiva e filosofica, un’azione che invita il singolo a superare, travalicare le proprie paure, aggrappandosi alla fiducia negli altri (la catena umana di persone in transito sul percorso) e nella solidità della struttura realizzata dall’artista. Ma questa ascesa è anche il passaggio a un nuovo punto di vista con cui guardare alla realtà, una visione “dall’alto”.

credits Asia Pierotti

Il “confine” del muro diventa percorribile, e da spazio del limite diviene luogo di possibilità, da linea di demarcazione occasione di dialogo tra due proprietà, due identità, due mondi fino a poco prima non comunicanti tra loro, e probabilmente ignoti l’uno all’altro.

Il termine “confine” oggi ha più che mai un sapore bellico, ci ricorda i tragici eventi della guerra in Ucraina, e la realtà cruda e violenta dei territori invasi e del “limes” violato. La profonda speranza che l’opera suggerisce accoglie così un’ulteriore connotazione semantica: il desiderio possibile di armonia e pace tra i popoli. 

credits Germano Serafini

Altro elemento interessante dell’operazione artistica è la matassa di oggetti che vengono concentrati all’ingresso del cortile. Essa sembra oggettivare il labirinto di detriti e orpelli che ogni individuo porta con sé, frutto della memoria e del vissuto, di cui è difficile liberarsi, ma che allo stesso tempo caratterizza la personalità di ciascuno di noi. Ebbene proprio quell’ostacolo, quel residuo apparentemente inessenziale o superfluo, diventa trampolino di lancio per l’accesso a percorsi liminali che, superando i grovigli della nostra individualità, ci permettono di raggiungere obiettivi e desideri, e di incontrare l’altro da noi, aprendoci alla conoscenza del diverso.

La sommità del muretto è dipinta di rosa, colore dell’alba e del tramonto, momento di transizione tra il giorno e la notte. Di nuovo l’artista ci pone di fronte ad un confine percorribile, quel trascolorare dalla luce al buio e viceversa che ci permette di travalicare ogni dualismo, gerarchia o preconcetto che ingabbia le nostre menti, e di sentirci liberi e umani.

“Liminale” di Francesco D’Aliesio
/pos·tàc·cio/ #4
Fino al 5 maggio 2022
Spazio Y, Off1c1na, Via dei Juvenci 11, Roma
Info: spazioy.com