Pizzi Cannella e i suoi tappeti per tutti e per nessuno

Alla Galleria Mucciaccia di Roma la mostra Himalayan Collection, in cui l'artista esplora l'arte del tappeto annodato a mano

In Nepal, la cultura del tappeto annodato a mano rappresenta un aspetto sacro per la popolazione, che si fonde con la vita, la tradizione e le montagne di tutto il territorio. Il telaio è un amico e compagno di vita e il tappeto mezzo di riparo quando è freddo e di unione durante i pasti, solo successivamente diventa elemento di arredamento. «Non sono di certo io a dover riportare l’antico racconto dei tappeti. Tutti sognano di avere tappeti dove vivere, mangiare, dormire, volare, giocare con i figli, pregare o fare l’amore» racconta Piero Pizzi Cannella, che si cimenta per la prima volta in questo campo.

Gli otto tappeti frutto del lavoro e lo studio dell’artista e dello staff di designer della ditta Chi Design, sono infatti presentati dalla Mucciaccia Gallery con il nome Himalayan Collection. La mostra è visitabile dal 28 aprile fino al 18 maggio 2022.

Viene scelto come titolo dell’esposizione Himalayan Collection proprio perché questi prodotti di artigianato risuonano della cultura dalla quale provengono. A partire dalle tonalità, quasi 150 differenti nel totale, fino ad arrivare allo sbiadito ricordo di una montagna i tappeti del maestro Pizzi Cannella non rispettano solo l’estetica di una tradizione, ma anche il rispetto di un processo di lavorazione tutto suo.

Piero Pizzi Cannella I venti e il mare R2, 2022 lana neozelandese, seta di bamboo, annodatura a mano (150 nodi), 303 x 205 cm
Piero Pizzi Cannella Girotondo, 2022 lana neozelandese, seta di bamboo, annodatura a mano (150 nodi), 203 x 200 cm

La cultura del tappeto annodato a mano rappresenta un aspetto sacro per la popolazione. La tecnica handknotted, utilizzata per la realizzazione di queste opere, prevede una paziente e sapiente capacità artigianale tramandata per secoli da generazioni di annodatori, che in Nepal raggiungono la massima abilità. Sono interamente fatti a mano, interamente prodotti con materie prime quali seta e lana di altissima qualità.

Il processo di lavorazione non prevede alcun utilizzo di attività industriale anzi, lavaggio ed essiccazione sono avvenuti all’aria aperta, sfruttando acqua naturale corrente e raggi del sole. Anche la colorazione della lana e della seta è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di coloranti vegetali ed animali in piena armonia con i paesaggi circostanti. Soltanto il processo di essiccazione ha impiegato 150 giorni. Un lavoro sicuramente lungo ma necessario, ed è qui che forse occorre riflettere sulla nostra produzione occidentale: industriale, chimica, veloce, e preferire nettamente un approccio artigianale e tradizionale, trovando risposta volgendo semplicemente lo sguardo verso le montagne.

Sono mappe di una geografia astratta e mentale, che sfuggono all’occhio e poi si fanno cogliere in un dettaglio colorato, tracciano longitudini e latitudini, le fasi della luna, oppure le rotte degli uccelli migratori, cattedrali e bandiere. «I miei tappeti sono per tutti e per nessuno» afferma Pizzi Cannella, sono luoghi religiosi, ma anche primordiali, sono la possibilità di farci tutto sopra e il contrasto di sdraiarsi e non farci niente.

Chi è Piero Pizzi Cannella

Piero Pizzi Cannella tiene la sua personale nel 1978 alla galleria La Stanza di Roma e nel 1982 stabilisce il suo studio nell’ex pastificio cerere, nel quartiere di San Lorenzo, dando vita, insieme a Bruno Ceccobelli e Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio e Marco Tirelli, alla Scuola di San Lorenzo. Da allora ha esposto in numerosissime gallerie in Italia e all’estero. Musei e spazi pubblici gli dedicano negli anni mostre personali Museo Civico di Gibellina (1991); Santa Maria della Scala di Siena (1997); Museo Archeologico di Aosta (2001); Castello Colonna di Genazzano (2003); Teatro India di Roma (2004); MACRO Testaccio di Roma (2006-2007); Palazzo Pitti a Firenze (2010); Fondazione Mudima di Milano (2011); Museo d’Arte Moderna di Saint-Étienne (2011); MIC di Faenza (2013); Estorick Collection of Modern Art di Londra (2015); Biblioteca Nazionale Josè Martì de L’Avana (2015); Ermitage di San Pietroburgo (2017); Cappella Palatina, Maschio Angioino di Napoli (2019), tra gli altri. Prende parte a numerosi eventi ed esposizioni collettive. Sue opere sono esposte permanentemente in importanti collezioni pubbliche e private: Palazzo Reale di Milano, GAM di Torino, Galleria d’Arte Moderna di Bologna, Museo Mumok di Vienna, Museo d’Arte Contemporanea di Pechino, MACRO di Roma, San Giorgio in Poggiale a Bologna, Biedermann Motech a Villingen-Schwenningen (Germania), Ermitage di San Pietroburgo (Russia). 

Info: www.mucciaccia.com
Pizzi Cannella. Himalayan Collection 
28 aprile – 18 maggio 2022
Galleria Mucciaccia
Largo della Fontanella Borghese 89, Roma