Segno come registrazione del tempo, Lucio Fontana e Antony Gormley al Negozio Olivetti di Piazza San Marco

Al negozio Olivetti di Venezia, progettato da Carlo Scarpa, trovano spazio le opere in dialogo dei due maestri del '900

Nel cuore di Venezia, in uno dei luoghi simbolo della città, si può visitare, nell’ambito degli eventi collaterali della Biennale Arte 2022, la mostra Lucio Fontana/Antony Gormley a cura di Luca Massimo Barbero e promossa da Associazione Arte Continua in collaborazione con Fondazione Lucio Fontana, FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, B17 e GALLERIA CONTINUA.

In perfetta sintonia con lo spazio progettato da Carlo Scarpa nel 1958 per la Olivetti, i lavori di Fontana e Gormley si incontrano per la prima volta per ragionare sul tempo e sulla dimensione segnica. Le linee pulite del negozio e la preziosità dei materiali abbracciano sculture, disegni, schizzi che quasi si fondono con l’ambiente circostante, creando un tutt’uno di sensazioni.

A fianco dei segni energici, pieni di fulgore, di Fontana, le sculture di Gormley sembrano delle lance. Dalle passerelle che attraversano il piano primo della Olivetti si possono osservare, come delle punteggiature, queste presenze che completano l’architettura.

La luce, artificiale e naturale, plasma le tridimensioni; le trame del marmo si ritrovano nei disegni a parete; i tratti decisi degli schizzi si affiancano alle macchine da scrivere quasi a tracciare una partitura musicale. Lo spazio è ritmico, ma non ridondante. Tutto è perfettamente equilibrato e leggero. Elegante. Una poesia, che riflette sullo spazio e sulla dimensione corporea in esso.

Queste giustapposizioni senza precedenti quasi sembrano a mostrarci, nelle loro presenze/assenze, la potenza dell’organicità. I tratti e i segni lasciati dal passaggio di chi abita quello spazio si fanno custodi del tempo e della memoria.

Ogni scorcio è un ricettacolo di memoria e uno squarcio sul presente: i disegni del Maestro, fondatore dello Spazialismo, realizzati tra il 1946 e il 1968, recano con loro tutta l’eleganza dell’energia vitale e della ricerca. Le forme sinuose delle sculture di Fontana accolgono la luce dorata di Venezia e la diffondono a spirale attorno ad esse. Le sculture, sia di macro che di micro dimensioni dell’autore inglese, invece, disegnano delle griglie, sulle quali si inseriscono, come funamboli, quadernetti da schizzo precisi, puliti, netti. Un bianco e nero marcato, puntuale.

Un dialogo a tre voci, che si proietta oltre le vetrate, nella suggestiva piazza, fino al mare. Un bell’esempio di come le idee si trasformano in forme concrete e alimentano altre idee, altri modi di sentire lo spazio, in armonia. “Il segno (o marchio) diventa quindi anche una registrazione del tempo”

Info: https://fondoambiente.it/luoghi/negozio-olivetti

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