DA INSIDEART #123
Prima il verbo e poi la materia: la scrittura come fondamento artistico
L’artista piemontese Elena Tortia ama la scrittura e l’osservazione. Le sue opere nascono prima dalle parole, dai pensieri che annota. Quello che vede e che la colpisce, lo trasporta nella scrittura per poi tradurlo in opera d’arte. È così che è nata anche l’opera miscrivo, finalista del Talent Prize 2021, che racconta due modi diversi di concepire lo spazio e il luogo in cui si vive.
«È la cronaca – spiega Elena Tortia – di un periodo della mia vita, in cui sono andata, a causa di un trasloco, nella casa dei miei genitori. Mi sono ritrovata così a dover rimettere tutto in ordine, a fare pulizia scovando materiali che ho pensato di riutilizzare. Il suo lavoro nasce quindi da un’attenta riflessione di ciò che accade intorno a lei e nel mondo. «Mi piace – racconta – camminare e osservare, immergermi nella natura, ma anche indagare i rapporti umani, la socialità. Leggo molto e spesso vengo colpita da alcuni testi. Poi rielaboro a mio modo, trasportando i miei pensieri in un progetto artistico».
Tortia vive a Torino dove ha allestito uno studio personale. Il suo è un percorso incentrato sull’arte. Dopo il liceo artistico e un periodo di studio in Slovenia e Lituania, si iscrive all’Accademia di Belle Arti, frequentando molti corsi, tra cui disegno, incisione e nudo che le hanno posto le basi per sviluppare la sua concezione di lavoro attuale. «Per me – conferma Tortia – è fondamentale concepire il mio lavoro attraverso la forma che si ripete, la serialità e la divisione in più parti. Inoltre, essendo un’atleta professionista ho inizialmente lavorato molto sulle forme del corpo».
Dopo gli studi, partecipa alle residenze artistiche, specie in estate, fa la guida nei musei, dedicandosi anche all’insegnamento. Ma sono soprattutto i viaggi, come quelli in Francia e Australia, ad aprirle nuovi orizzonti. Spazia dal disegno al video, studia il linguaggio performativo e le installazioni di materiali, fino al site specific. Attualmente sta lavorando a diversi progetti. Uno è incentrato sullo studio delle mappe e della geopolitica.
Attraverso il disegno e la cartografia sta costruendo nuovi confini che non sono solo fisici, ma anche ideologici .«Il lavoro – dice l’artista – si divide in due serie: Ognuno di noi ha dentro delle scimmie e L’Acqua Pesa. Anche queste due serie nascono dalla lettura di alcuni testi, tra cui quelli di una giornalista americana che rifletteva sulla necessità di costruire muri come quello del Messico». Tema estremamente attuale anche in Europa dopo la recente presa di posizione di 12 stati membri che ipotizzano la costruzione di muri per fermare i migranti. Oltre a questo progetto si sta occupando dello studio delle pojat, carbonaie di legno, da cui deriva anche il carboncino usato nel disegno. «Si trovano – descrive Tortia – nei boschi, in luoghi che conosco bene, dove ci sono tantissime tracce della passata attività di produzione di carbone di legna. Sono moltissime le piazzole circolari che si possono incontrare passeggiando». Elena Tortia è un’artista assolutamente originale, dai molteplici interessi, capace di cogliere dalla realtà che la circonda continua ispirazione per i suoi lavori.