World Press Photo 2022: and the winner is…

Tutti i premiati della 66esima edizione, che saranno esposti alla GAM di Torino dal 29 aprile al 18 settembre

Sono stati annunciati ad Amsterdam i vincitori del World Press Photo Contest 2022, quello che forse è il più notoconcorso di fotogiornalismo al mondo. Quest’anno i lavori premiati sono stati scelti tra circa 65mila tra fotografie e open format, realizzati da oltre 4mila fotografi provenienti da 130 paesi. La giuria, presieduta da Rena Effendi, fotografa azera, ha incoronato vincitore lo scatto realizzato nella Scuola Residenziale di Kamloops dalla fotografa canadese Amber Bracken per il New York Times.

Abiti rossi appesi a delle croci lungo una strada: commemorano i bambini morti alla Kamloops Indian Residential School, un’istituzione creata per i piccoli indigeni. In quel luogo, sono state scoperte circa 215 tombe. «È un tipo di immagine – spiega Effendi – che si insinua nella memoria, ispira una sorta di reazione sensoriale. Potevo quasi sentire la quiete in questa fotografia, un momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo».

Per il sesto anno consecutivo il World press photo torna a Torino, grazie all’impegno di Cime, partner della World Press Photo Foundation di Amsterdam e della Fondazione Torino Musei. Quest’anno è la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino a ospitare le foto vincitrici dal 29 aprile fino al 18 settembre.

A red dress along the highway signifies the children who died at the Kamloops Indian Residential School in Kamloops, British Columbia on Saturday, June 19, 2021. Red dresses are also used to signify the disproportionate number of missing and murdered Indigenous women and girls. Amber Bracken for The New York Times

Gli altri vincitori

Il premio World Press Photo Story of the Year è andato a Salvare le foreste con il fuoco di Matthew Abbott, Australia, un lavoro realizzato per National Geographic/Panos Pictures. Al centro del racconto, un rito degli indigeni australiani che bruciano strategicamente la terra in una pratica nota come «combustione a freddo»: i fuochi si muovono lentamente, bruciano solo il sottobosco e rimuovono l’accumulo di residui vegetali che possono alimentare incendi più grandi. Il popolo Nawarddeken di West Arnhem Land, in Australia, attua questa pratica da decine di migliaia di anni e vede il fuoco come uno strumento per gestire la propria terra natale di 1,39 milioni di ettari. I ranger di Warddeken combinano le conoscenze tradizionali con le tecnologie contemporanee per prevenire gli incendi, diminuendo così la CO2 per il riscaldamento climatico.

Vincitore del premio World Press Photo long-term project award, invece, va a Distopia amazzonica di Lalo de Almeida, Brasile, per Folha de São Paulo/Panos Pictures. Mostra come la foresta pluviale amazzonica sia gravemente minacciata dalla deforestazione, dall’estrazione mineraria, dallo sviluppo infrastrutturale e dallo sfruttamento di altre risorse naturali. Pesano anche politiche “poco green” del presidente Jair Bolsonaro. 

“Il sangue è un seme” di Isadora Romero, Ecuador ha vinto la sezione video, World Press Photo open format award.  Attraverso storie personali, questo lavoro mette in discussione la scomparsa dei semi, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali. Il video è composto da fotografie digitali e cinematografiche, alcune delle quali sono state scattate su pellicola 35mm scaduta e successivamente disegnate dal padre di Romero. In un viaggio nel loro villaggio ancestrale di Une, Cundinamarca, in Colombia, Romero esplora ricordi dimenticati della terra e dei raccolti e viene a conoscenza del fatto che suo nonno e la sua bisnonna fossero “custodi dei semi” e che coltivavano diverse varietà di patate, di cui solo due si possono ancora trovare.

I finalisti del concorso per l’edizione 2022 sono stati scelti dopo un articolato meccanismo di selezione, dalla “giuria globale” formata quest’anno da Ernesto Benavides, Simona Ghizzoni, Tanzim Wahab, N’Goné Fall, Rena Effendi, Clare Vander Meersch e Jessica Lim. Per offrire un equilibrio geografico e aumentare il livello di rappresentanza internazionale, quest’anno la World Press Photo Foundation ha lanciato una nuova strategia di valutazione, modificando l’impostazione del concorso e lavorando con un sistema che permette di offrire un ampio sguardo su tutte le regioni del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-est asiatico e Oceania. Nel 2022 il processo di selezione si è svolto, quindi, su più turni, coinvolgendo per prime le giurie “regionali” per poi giungere ai finalisti, scelti da una giuria “globale”.

La World Press Photo Exhibition 2022 sarà presentata, in anteprima internazionale al De Nieuwe Kerk di Amsterdam, nei Paesi Bassi, il 15 aprile prima di iniziare il suo tour mondiale. Poi la mostra toccherà 66 sedi in 29 paesi, tra cui, in anteprima nazionale, a Torino.