Supernova. Cao Fei sulla soglia tra i due mondi

L’artista cinese, classe 1978, porta al MAXXI una selezione di opere che riflettono sulle contraddizioni della società contemporanea e il difficile rapporto tra reale e virtuale

“Non c’è dunque scampo al vincolo della fisicità”: in reale e virtuale, Tomas Maldonado apre la polemica con i detrattori di quell’esigenza “ingenua […] di voler […] toccare con mano le cose di questo mondo”. Nel delta di possibilità tra reale e virtuale si muove la pratica dell’artista cinese Cao Fei (1978), a cui il MAXXI – dal 16 dicembre 2021 all’8 maggio 2022 – dedica una personale nella galleria 5. 

Curata da Hou Hanru e Monia Trombetta, Supernova è una diagnosi cinica sullo stato di “salute” della civiltà contemporanea, ormai prossima al collasso. Il titolo riprende Nova, lungometraggio del 2019 che narra la vicenda di un informatico cinese che, impegnato in un progetto statale, confina il figlio nel cyberspazio, in un viaggio ai confini tra reale e virtuale, tra il nomos della terra di schmittiana memoria e la liquidità baumaniana che tuttavia scansa ogni euforia tecnofila. The Eternal Wave (2020), con l’ausilio di visori VR, dalla cucina dello studio ci conduce a Hongxia, quartiere industriale di Pechino a cui l’artista ha dedicato l’omonimo documentario (Hongxia, 2019) e un progetto di catalogazione e archiviazione di materiale fotografico e documentario (Hx, 2020). 

Riaffermando l’inevitabilità del referente materiale nell’esperienza virtuale, in una recente intervista su “Flash Art” (no. 353, estate 2021) l’artista ha sottolineato la pesantezza del visore nell’esperienza dell’opera, senza peccare di quello sciovinismo materiale contestato da Adriano Manca su “Artribune”. Il cinema di Hongxia, nel quale l’artista ha ricavato uno studio, è il pretesto per avviare il discorso sull’espansione delle aree urbane cinesi. 

RMB City: a Second Life city planning (2007) è una città impossibile come quelle di Italo Calvino, figlia dell’accumulo anarchico creata sul mondo virtuale Second Life. Qui China Tracy avatar di Cao Fei – è il protagonista di una “maratona intellettuale” (Intellectual marathon in RMB City, 2012) assieme a Lao Tse, Karl Marx, Mao Zedong e Hans Ulrich Obrist. RMB City è impossibile nel collasso spazio-temporale che porta, e reale, in quanto plausibile. La plausibilità di simili piattaforme, che ne ha di certo facilitato la diffusione, ha condotto molti giovani a rifugiarsi nelle identità parallele, individuando nel divertimento “il modo più pragmatico […] per resistere e distaccarsi […] dalle autorità che impongono il progresso e l’ascetismo politico come obiettivi ufficiali” (Hou Hanru).    

“Quanto ancora possiamo divertirci?”, si chiede Hanru nel testo in catalogo. Un interrogativo urgente anche per pensatori politici come Byung-Chul Han, che assistono delusi alla trasformazione della folla “che marcia per un’azione comune” in uno sciame di “individui anonimi e isolati”. 

Gli “insetti” di Han sono gli zombie di Haze and fog (2014), che con La Town (2014) crea un dittico dell’alienazione, condizione che in piena emergenza pandemica ha costretto milioni di persone nelle mura domestiche. I contraccolpi psicologici da lockdown sono affrontati anche da Isle of Instability (2020). Commissionata da Audemars Piguet Contemporary, l’installazione multimediale, che raccoglie materiale fotografico di “generici spazi domestici” confinandoci nell’asfittico e neutralizzando ogni ipotesi di fuga, è un appello alla vita con cui, parafrasando ancora Hanru, l’artista ci chiede quanto ancora dovremo divertirci. 

Cao Fei. Supernova
A cura di Hou Hanru e Monia Trombetta
Dal 16 dicembre 2021 all’8 maggio 2022
MAXXI, Via Guido Reni 4a, Roma
Info: https://www.maxxi.art/ 

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