Quando guadagna un professionista dell’arte? Ce lo dice AWI, l’associazione che si batte per i diritti dei lavoratori del settore

L’associazione Art Workers Italia presenta un indagine di settore che prende in esame e porta a confronto con i corrispettivi esteri il mondo del lavoro culturale italiano, facendone emergere le criticità

Un percorso lungo e dissestato è quello che durante le ore più buie della crisi pandemica hanno scelto di percorrere alcun i giovani professionisti del mondo della cultura. Dallo sforzo d’immaginazione di un piccolo gruppo professionisti nasce Art Workers Italia, la prima associazione autonoma, e priva di interessi partitici, che opera con l’obiettivo di legittimare i lavoratori attivi nelle istituzioni artistiche. 

La lotta al precariato, la legittimazione dei titoli di studio, la trasformazione del settore culturale in un contesto inclusivo per lavoratori che oggi è invece lacerato da sfruttamento e instabilità, sono solo alcune delle battaglie che l’associazione si impegna a combattere in un sistema complesso come quello italiano. Dopo due anni di attività si stanno già cominciando a scorgere i primi risultati che AWI presenta venerdì 25 marzo 2022 alle 14:30 all’università Bicocca di Milano, in collaborazione con il dipartimento di giurisprudenza. In questa sede viene divulgata la prima indagine di settore dedicata al lavoro nel campo dell’arte contemporanea a livello nazionale.

L’indagine di settore

L’Indagine di settore, realizzata nel 2021 da Art Workers Italia in collaborazione con ACTA – l’associazione dei freelance, offre un’analisi quantitativa e qualitativa delle condizioni lavorative dei lavoratori culturali dal punto di vista sociale, economico, contrattuale e giuridico, uno spettro completo dei parametri che definiscono lo “stato di salute” del mondo professionale nel nostro paese. Risultati emersi dalla ricerca che l’85,9% dei lavoratori dell’arte in Italia, in maggioranza nati negli anni ‘80 e ‘90, possiede una laurea magistrale o un grado di formazione superiore, nel 27,8% dei casi conseguita all’estero. Tuttavia, nonostante l’alto grado di professionalizzazione, la maggior parte ha contratti precari e rapporti di lavoro instabili, quasi nessuna tutela, ma soprattutto redditi non proporzionati alle competenze e all’impegno richiesti. 

Nel 2019 quasi la metà degli intervistati durante la raccolta dei darti ha dichiarato un reddito annuo inferiore ai 10.000 euro, al di sotto della soglia di povertà di 10.299 euro secondo l’ISTAT. Circa il 36% invece dichiara di essere retribuito solo per meno della metà degli incarichi o addirittura per nessuno di essi. Un’ulteriore lamentela che è stata segnalata durante l’indagine effettuata a Art Workers Italia è la mancanza di rappresentazione sindacale, non esiste tutt’oggi un organizzazione riconosciuta che si batta per la difesa dei diritti dei professionisti della cultura e che ne conosca a fondo le esigenze e le peculiarità.  

Nuovi strumenti di tutela 

Lo scopo dell’incontro milanese non si esaurisce nella presentazione dei risultati raccolti fino a oggi ma anche alla revisione collettiva di uno scenario al quale si deve guardare collettivamente, per proporre quindi traiettorie e pratiche positive e migliorative. AWI mette a disposizione due nuovi strumenti utili a tutelarsi in maniera concreta nella propria esperienza lavorativa, i modelli di contratto e la Guida ai compensi minimi. Quest’ultima in particolare, è costituita da una tabella con i compensi minimi raccomandati, una checklist di buone pratiche e un glossario di parole chiave. Si tratta del risultato di un lavoro di analisi e comparazione con i modelli già utilizzati in altri Paesi e da altre categorie di lavoratori della cultura in Italia. 

Piccoli passi utili a scalfire il muro della passività, utili a rendere il lavoratore maggiormente consapevole di quali sono le sue potenzialità e di quali strade è necessario prendere per tutelare se stesso e il proprio lavoro. La marcia verso un futuro più prospero però deve essere portata avanti in maniera compatta, di questo è convinta l’associazione, che non vede utilità nel chiudersi in una bolla distante dallo stesso sistema che sta provando a cambiare.

Programma del 25 marzo 2022

14.30-15.30 
Presentazione dei risultati dell’Indagine di settore, introduzione alla Guida ai compensi minimi e ai Modelli di contratto
15.45-17.00 
Analisi dei risultati dell’Indagine di settore, della Guida ai compensi minimi e dei Modelli di contratto con i rappresentanti degli enti culturali invitati
17.15-18.30
Confronto sui limiti legislativi e le possibilità di azione rispetto al riconoscimento e alla sostenibilità del lavoro nell’arte da parte della politica