Sophie Calle, artista francese di grande fama con un curriculum che vanta esposizioni in tutto il globo a partire dalla fine degli anni Settanta, viene descritta variamente come artista concettuale, fotografa, regista e, persino, detective. Calle sviluppa nel tempo una pratica immediatamente riconoscibile, per i suoi distinti elementi narrativi e la frequente combinazione di immagini e testo. Ogni suo progetto può essere visto come un capitolo di un vasto volume complessivo di riferimenti ed echi, in cui l’artista rimette in gioco i confini tra pubblico e privato, realtà e finzione, arte e vita.
I suoi lavori arrivano adesso al Musée d’Orsay, immersi tra i più grandi capolavori della storia dell’arte. Una sala del museo parigino viene interamente dedicata a Sophie Calle e ai suoi Les Fantômes d’Orsay, opera esposta fino al 12 Giugno 2022.
Corre l’anno 1978, l’artista decide di trascorrere intere giornate nel deserto della stazione e dell’hotel d’Orsay, ormai in decadenza. Per mesi e mesi vive la desolazione di un luogo, come uno spazio archeologico dove tutto è abbandonato. Dalla stanza 501, dove decide di alloggiare, crea un mondo di fantasmi, nati da indizi ritrovati nell’hotel: messaggi, planimetrie e ricevute sono i simboli di una realtà passata, sfumata nel tempo, crollata insieme alla fama dell’albergo.
Grazie alla sua capacità unica di tessere narrazioni, attraverso fotografia, poesia, ready-made, composizione e contaminazioni, Sophie Calle crea un’opera iconica. Scopriamo un mondo permanente, che rispecchia allo stesso tempo la singolarità e la molteplicità di un luogo e della sua storia.
Il lavoro orchestra metodicamente uno svelamento della realtà – la sua e quella degli altri – mentre assegna al caso una parte da lei circoscritta di quest’ultima. Accanto ad ogni ritrovamento c’è una spiegazione, un racconto capace di catalizzare l’attenzione del pubblico. Leggere quelle righe ci permette di entrare in una dimensione in cui i confini tra realtà e fantasia perdono la loro rilevanza. Ciò che conta è la decadenza dei luoghi che prende voce grazie alle parole dell’artista: questi prendono corpo riferendosi simultaneamente alla sfera individuale dello spettatore che si trova all’improvviso astratto dalla sua individualità, immergendosi in un corale istinto collettivo.
Musee d’Orsay, Parigi
Sophie Calle, Les fantômes d’Orsay
Fino al 12 giugno 2022