Da Fondazione Smart a Roma, Graziosi abissi di Roberto Fassone arriva al terzo movimento, la parola al curatore Saverio Verini 

Roberto Fassone prosegue con il suo progetto realizzato nella cornice di Fondazione Smart. Un’esposizione in continua evoluzione che muta nella forma ma non nella sostanza. Iniziata ormai a gennaio, Graziosi Abissi arriva al suo terzo movimento liberandosi dalle coperte sotto le quali le opere in mostra si sono nascoste durante la fese più fredda dell’inverno. 

L’idea di trasformazione, l’interesse per la dimensione onirica, l’attitudine performativa, il potenziale immaginativo dell’osservatore sono elementi ricorrenti nella ricerca dell’artista che anche in questa nuova occasione ricerca l’interpretazione personale di ogni ospite.

Le opere nelle sale si elevano verso l’alto, ascendono come rapite da un’intima leggerezza, ispirata dall’accadimento meteorologico che si manifesta metaforicamente come uno stato dell’anima. Il terzo movimento è intitolato La primavera si avvicina, tutti saltano, un inno alla rifioritura che sta per arrivare, un nuovo capitolo che vede continuare la danza coreografica concepita da Roberto Fassone insieme a Saverio Verini, curatore del progetto che spiega per noi come l’esposizione sta evolvendosi nel tempo e dove è diretta:

Graziosi Abissi
Roberto Fassone PH. Roberto Fassone

Che valore ha la “levitazione” dell’allestimento messa in atto nel terzo movimento?

Per ora la mostra sta seguendo una sua “stagionalità”: per esempio il secondo movimento, quello delle coperte, è avvenuto nel pieno dell’inverno. Questo terzo movimento capita alle porte della primavera: le opere, liberatesi delle coperte, sono colte in un salto, una specie di esultanza liberatoria.
Ma al di là dell’aspetto legato al periodo dell’anno, mi sembra che ci sia proprio qualcosa di magico in quest’idea della sospensione, di magico e anche spettrale – d’altra parte nel lavoro di Roberto le cose possono avere molteplici interpretazioni e letture. Questa dimensione onirica, quasi da “trip psichedelico” mi sembra sia la cifra principale di Graziosi abissi.
Il prossimo movimento è in programma lunedì 2 maggio, quando – insieme a una pioggia colorata – le opere torneranno di nuovo “a terra”.

Come si sta sviluppando il progetto Graziosi abissi e in che direzione si sta dirigendo?

L’idea di Graziosi abissi, dichiarata fin dall’inizio, era quella di dare un movimento alla mostra. La pratica di Roberto Fassone è strettamente connessa alla performance e dunque ci siamo chiesti come poter dare un dinamismo a degli oggetti – delle cose inanimate – come le opere.
Così è nata l’idea dei movimenti, con le opere che diventano idealmente le esecutrici di una coreografia collettiva: seguendo un calendario già stabilito, i lavori compiono un gesto, anch’esso definito e dichiarato già al momento dell’apertura della mostra: possono cambiare la loro posizione nello spazio (è il caso di questo terzo movimento) oppure presentarsi sotto forme diverse (per esempio nel secondo movimento, quando erano protette, e dunque “nascoste”, sotto delle coperte di lana).
Si tratta di azioni che cambiano profondamente la percezione d’insieme della mostra, alterandola, compromettendola, creando persino dei problemi, ma in definitiva rendendola un organismo vitale e capace di trasformarsi continuamente. Mi piace molto questo aspetto, perché, oltre a offrire a chi viene a visitare la mostra un’esperienza sempre nuova (e sorprendente, credo), mi sembra un modo per mettere in discussione formati espositivi più tradizionali.

I cinque movimenti:
Primo movimento:
13 dicembre 2021 – 28 gennaio 2022: tutti fermi.
Secondo movimento:
31 gennaio – 11 marzo 2022: è freddo, tutti si coprono.
Terzo movimento:
14 marzo – 29 aprile 2022: la primavera si avvicina, tutti saltano. 
Quarto movimento:
2 maggio – 17 giugno 2022: scende una pioggia colorata, si torna a terra.
Quinto movimento: 
20 giugno 2022: nuovi nomi, nuovi posti. 

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