Spazio Field, un gioiello dell’Esquilino sospeso tra memoria storica e nuovi linguaggi creativi

Roma è per antonomasia la città più simile a uno scrigno che custodisce tesori inestimabili. Per secoli la borghesia illuminata si è spesa per arricchire di stratificazioni di bellezza senza tempo le vie della Capitale che oggi attendono solo di essere riscoperte. Nella sua mastodontica dimensione infatti Roma nasconde ancora angoli da tempo assopiti e a cui è possibile oggi dare una nuova vita. Spazio Field, nella prestigiosa cornice del Palazzo Brancaccio, nel cuore del quartiere Esquilino, è un virtuoso esempio di questa sfida alla rivalorizzazione.

Palazzo Brancaccio è il sogno divenuto realtà del Principe Salvatore Brancaccio, esponente di una delle più antiche ed illustri famiglie del patriziato napoletano e della sua consorte Mary Elisabeth Field, ricca ereditiera americana, che nel 1879 commissionarono all’architetto Gaetano Koch il progetto (in seguito soggetto a ulteriori interventi di ampliamento) per trasformarlo nella loro dimora, che viene poi ancor più impreziosita dalle pitture a parete di Francesco Gai, eclettico artista attivo nella Roma dell’epoca.

Il palazzo trova un nuovo ruolo nel 1957, anno in cui viene istituito nei suoi spazi il Museo Statale d’Arte Orientale, intitolato a Giuseppe Tucci (1894-1984), uno fra i massimi orientalisti del Novecento, che ne promuove la fondazione e dona le opere della propria raccolta privata al fine di costituirne la collezione permanente. La straordinaria serie di manufatti lascia le stanze di Via merulana 248 nel 2017 per trasferirsi nel Museo Pigorini nel quartiere EUR della Capitale.

Oggi Palazzo Brancaccio è la sede di Spazio Field che trova il suo punto di forza nell’interdisciplinarietà tra le varie forme di sperimentazione creativa dell’essere umano: arte, architettura, fotografia, design, visual, sound. In quel nome, che riecheggia l’ambizione della nobildonna americana che nel XIX secolo ne fece per prima una culla per la cultura, stimoli sensoriali diversi che si alternano nella cornice di una location monumentale eppure intima, ibrida e contaminata, tra la cornice storica e il design contemporaneo.

Spazio Field si inserisce in questa tradizione storica ricca di suggestioni che inevitabilmente diviene parte dell’identità del palazzo, ma allo stesso tempo porta in sé il desiderio di trasformarsi in un contenitore aperto alle più aggiornate esperienze artistiche del panorama nazionale ed estero. 

I fasti di una Roma incantata, che ancora fa sognare ogni genere di visitatore, riecheggiano negli spazi di questa aristocratica e raffinatissima dimora che non si limita solo alle operazioni di rivalutazione artistica ma si fa luogo d’incontro, ospitando convegni, congressi, presentazioni, sfilate di moda, riunioni ed Eventi. 

Attraverso queste iniziative Spazio Field si fa emblema di una rigenerazione degli spazi in cui si inserisce ma anche del territorio in cui si innesta. La storica via Merulana diventa lo sfondo su cui ricostruire un polo culturale capace di catalizzare interesse per i cittadini residenti e i turisti, grazie anche alla sua strategica posizione, tra io Colosseo e la Basilica di San Giovanni in Laterano. Un rilancio in grande stile che presenta Spazio Field come modello da imitare per le prossime realtà in fase di costituzione nella città eterna.

Info: https://www.spaziofield.com

Spazio Field, Via Merulana, 248, Roma