Buone notizie dal mondo della politica: La tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi entra finalmente in Costituzione. L’Aula della Camera, infatti, ha definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica in tal senso due articoli della Carta, il 9 ed il 41. Il testo, alla seconda lettura alla Camera, è passato a Montecitorio con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti. Una grande vittoria che segna il nostro futuro e che apre la strada per un’attenzione ancora maggiore ai temi ambientali da parte della politica ma anche delle generazioni che verranno, anche se, sperare che una riforma sull’ambiente passa infliggere oggi un duro colpo al cambiamento climatico appare piuttosto utopistico. Sicuramente un piccolo passo al quale andranno associate leggi, norme attuative, controlli, oltre che un’etica collettiva e un’esemplare condotta individuale.
Il disegno di legge, comunque, prevede la modifica dell’articolo 9, in cui si precisa che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” a cui è stato aggiunto che “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. L’articolo 41, che afferma che l’iniziativa economica è libera ma “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” è stato ampliando aggiungendo anche “alla salute, all’ambiente”.
Poche parole che risuonano anche nelle orecchie nel mondo dell’arte contemporanea, che da sempre mostra di avere nel suo dna una sensibilità ai temi ambientali. Tanti sono gli artisti attivi in tal senso che nell’ultimo decennio hanno incentrato il loro lavoro sulla realizzazione di opere votate a sensibilizzare il grande pubblico. Land Art e Arte Povera hanno avuto ovviamente un ruolo fondamentale nel promuovere un rapporto intelligente e un equilibrio tra l’uomo e la natura, tuttavia negli ultimi anni le nuove generazioni hanno mostrato uno spirito ancora più agguerrito nel difendere il nostro pianeta, sulla scia di personaggi pubblici come Greta Thunberg, un pianeta entrato a tutti gli effetti nell’era geologica dell’Antropocene, nella quale l’essere umano con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad incidere su processi geologici.
Da elogiare è la tendenza recente del mondo dell’arte nell’integrare alla pratica artistica ed estetica l’interesse e la ricerca nell’ambito della scienza e della tecnologia, che ha portato alla nascita di lavori mozzafiato che nascondono un processo accurato e preciso nella loro realizzazione, oltre che la necessità di attivare collaborazioni con esperti di altri settori esterni all’arte. Vogliamo ricordare per questa occasione i cinque lavori più rappresentativi realizzati nell’ultimo decennio da artisti internazionali.
– Ice Watch, opera concepita e realizzata da Olafur Eliasson per la COP21- United Nations Conference on Climate Change del 2015 a Parigi. Per questa mastodontica installazione l’artista ha trasportato dodici immensi blocchi di ghiaccio da un fiordo in Groenlandia, davanti a Place du Panthéon nella capitale francese.
– la Ecological art di Agnes Denes che nel 2015 per la Fondazione Trussardi ha trasformato un’area dismessa di Milano, oggi la Biblioteca degli alberi a Porta Nuova, in una distesa di grano.
– La Parata della Fine, la performance di Andreco realizzata nel 2017 per il Centro Pecci di Prato, nata dalla necessità di ristabilire un equilibrio tra l’uomo e la natura, contro un comportamento che inquina e compromette l’ecosistema, fino alla sua stessa autodistruzione.
– Giardino abusivo di Eugenio Tibaldi, che nel 2019 ha messo al centro dell’interesse la ricerca urgente di una nuova forma di sostenibilità capace di contrastare il degrado ambientale. L’opera site-specific, viva e in continuo divenire, rappresenta un ecosistema dove alcuni ortaggi crescevano nutriti con acqua di recupero proveniente dall’impianto idraulico del Museo del 900 di Milano, in cui è stata presentata.
– Fly with Aerocene Pacha di Tomás Saraceno. Nel suo ultimo progetto, il celebre artista argentino è riuscito a far sollevare da terra un’enorme struttura, simile a una mongolfiera, senza usare litio, pannelli solari o combustibili fossili ma alimentato solo dal sole e dall’aria. L’ennesimo traguardo per l’artista, in mostra di recente a Palazzo Strozzi, che incentra la sua ricerca sui legami tra arte, scienza e attivismo ambientale.