Al via il nuovo programma espositivo del Munch di Oslo che unisce patrimonio artistico e linguaggi contemporanei

La nuova sede del museo Munch dedicato al pittore norvegese è un nuovo simbolo per Oslo che guarda al futuro dialogando con il contemporaneo

Oslo

Ha solo pochi mesi di vita ma la sua attività è già riconosciuta su scala mondiale. Il nuovo museo dedicato a Edvard Munch, che ha aperto le porte a ottobre 2021, non presenta solo le opere del maestro nordico da una prospettiva inedita ma si apre al dialogo con i nuovi linguaggi visivi del contemporaneo in una programmazione espositiva ricca e variegata che va dal XX secolo fino alle ricerche più recenti.

L’anno nuovo ha inaugurato infatti con la mostra di Sandra Mujinga, curata da Zeenat Amiri, protagoniste dell’iniziativa inserita nella serie di esplorazioni dei linguaggi contemporanei, portata avanti dal MUNCH dal titolo Solo Oslo.

Nell’esposizione, disponibile fino al 3 aprile 2022, Mujinga utilizza tecnologie all’avanguardia per esaminare il ruolo delle ombre nell’inconscio umano e il metaforico passaggio della percezione del mondo tra opaco e visibile.

Nello spazio espositivo Mujinga installa tre sculture di grandi dimensioni dalle mostruose fattezze, prelevate dal mondo cinematografico fantascientifico, da cui fuoriescono proiezioni luminose ad alto impatto visivo. Lo spettatore si trova immerso in un’istallazione a tutto tondo da cui viene inevitabilmente rapito e costretto alla sperimentazione del concetto di post-umano.

Realtà e immaginazione si legano inestricabilmente in uno scenario alienante, perfettamente coerente con le atmosfere evocate dall’osservazione delle opere realizzate dal maestro a cui il museo è dedicato.

© MUNCH

C’è spazio però anche per i maestri del del ‘900 e infatti è in apertura il 12 febbraio l’esposizione Savage Eye, dedicata alle correnti del simbolismo e surrealismo, che per prime hanno esplorato gli angoli più bui della psiche umana.

Il simbolismo come movimento nella letteratura e nelle arti visive emerse negli anni 1880. Influenzati dall’interesse contemporaneo per la spiritualità e la psicologia, gli artisti simbolisti rifiutarono le rappresentazioni naturalistiche del mondo reale e rivolsero invece la loro attenzione verso un mondo di spiritualità e sogni. Alcuni decenni dopo, nel 1924, il poeta francese André Breton scrisse il suo Manifesto del Surrealismo, in cui sosteneva che l’arte dovrebbe trasformare la società unendo i mondi del sogno e della realtà.

Saranno raccolte nel museo le opere di Marcel Duchamp, Max Ernst, Paul Gauguin, Dora Maar, René Magritte, Lee Miller, Joan Miró, Odilon Redon e Auguste Rodin in occasione dell’apertura di The Savage Eye permettendo al pubblico di osservare come i due movimenti artistici si riflettono e si sovrappongono. Alcuni degli artisti più significativi dell’arte moderna si incontrano nelle torbide profondità della mente umana, dove la logica e la moralità lasciano il posto a sogni, impulsi inquietanti e desiderio sfrenato.

Munch
© MUNCH

Arte, architetture ed ecologia

Affacciato sul fiordo della città e posizionato in una zona più centrale rispetto al vecchio edificio dedicato all’artista, il MUNCH ha trasformato lo skyline di Oslo, inchinandosi rispettosamente verso la vivace capitale Norvegese e dimostrandosi all’altezza della grande arte che conserva. L’architettura è stata realizzata dallo studio spagnolo Herreros che ha concepito l’edificio in maniera coerente con il volto della città.

La sostenibilità guida gran parte delle scelte progettuali, confermando l’eccellenza dell’urbanistica scandinava che punta a tecnologie attente all’ambiente. L’edificio è rivestito infatti da pannelli ondulati di alluminio riciclato con vari gradi di trasparenza e la facciata principale è studiata per schermare e riflettere i raggi solari per mantenere una temperatura stabile nelle sale interne.

L’estetica nordica si incarna in un edificio che presenta al pubblico una delle collezioni più ampie e rappresentative del pittore che con la sua lirica angosciante si è fatto protagonista del suo periodo storico. «Il Munch è una struttura importante per Oslo – commenta la responsabile delle comunicazioni del museo Maren Lindeberg – L’architettura, la posizione centrale e un calendario ricco di diversi eventi metteranno certamente l’arte al centro della città e sapranno dare al museo un ruolo determinante nello sviluppo della comunità. Bjørvika, il quartiere in cui sorge il Munch, dona a Oslo una nuova dimensione, e rende la città una metropoli internazionale e una destinazione attrattiva, che offre una vasta scelta di attività. Oslo sta per rinascere».

Munch
Ph. Einar Aslaksen

Un museo per il popolo norvegese

I lavori che sono stati portati avanti in oltre dieci anni hanno costretto l’organizzazione a mettere in campo soluzioni tecniche creative, soprattutto nel campo della logistica. I quadri di grandi dimensioni, fino a cinquanta metri quadrati, sono stati trasportati nel museo via mare. Sono poi stati sollevati per ventuno metri mediante una gru e fatti passare attraverso un’ampia apertura su un lato del sesto piano dell’edificio, successivamente sigillato alla conclusione delle operazioni di installazione. 

Il MUNCH si fa emblema della nuova direzione che la Norvegia si propone di seguire: la costituzione di un nuova offerta formativa che parta dal proprio patrimonio culturale. Edvard Munch, privo di eredi, lascia al popolo norvegese il suo intero corpus di opere che non comprende esclusivamente pitture di piccole e grandi dimensioni ma anche sculture e fotografie.

Le sue opere sono elementi essenziali per cogliere al meglio un’indagine artistica che ha sempre rifiutato di piegarsi ai totalitarismi e alla censura imposta dai regimi dittatoriali che hanno dilaniato l’anima dell’Europa e di cui Munch è stato nel medesimo tempo vittima e lucido testimone.

Info: www.munchmuseet.no

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