Olanda, musei come saloni di bellezza: il mondo della cultura protesta contro le chiusure imposte dal governo

Sono circa settanta le istituzioni museali in Olanda che hanno deciso di trasformare le proprie sale espositive in centri estetici e palestre come parte di un’iniziativa maliziosa intitolata Theater Hairdresser. La protesta che ha avuto luogo il 19 gennaio nei musei d’Olanda è opera dei comici Diederik Ebbinge e Sanne Wallis de Vries che dicono di voler evidenziare l’assurdità delle restrizioni del governo nel settore della cultura olandese per il Covid-19. 

Il paese sta vivendo una nuova fase di crisi che lo ha condotto a un ulteriore blocco delle attività. Già da dicembre 2021 la situazione d’emergenza arriva a un nuovo picco a causa della diffusione della variante Omicron, particolarmente dilagante nel paese, soprattutto per la bassa percentuale di popolazione vaccinata. All’inizio di gennaio, nonostante la grave condizione, il governo sceglie di allentare le misure di sicurezza, riaprendo i negozi non essenziali insieme a palestre, parrucchieri e locali a luci rosse. Tuttavia musei, cinema e teatri rimangono chiusi, secondo l’ultimo piano del primo ministro olandese Mark Rutte per contrastare il Coronavirus.

Olanda
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La decisione suscita la reazione dell’ambiente artistico che non trova spiegazione nella scelta di evitare la riapertura dei luoghi d’accesso alla cultura. Viene quindi presa la decisione di manifestare il proprio disappunto attraverso l’organizzazione di un flashmob dal carattere singolare. Tra i musei più importanti ad aderire all’iniziativa c’è il Van Gogh Museum di Amsterdam, convertito per l’occasione a salone di bellezza, in cui sono ospitati barbieri e parrucchieri professionisti come Ferry Seksie che offre la sua prestazione per un taglio di barba a 19 euro tra le tele post-impressioniste del pittore. È una posizione netta è quella presa dal museo dedicato al più celebre degli artisti olandesi che pone nero su bianco il suo pensiero a tal proposito: «Con questa iniziativa, attiriamo l’attenzione sulla terribile situazione del settore culturale e sulla necessità di riaprire i musei il più presto possibile. Sappiamo che è sicuro e vogliamo mostrarlo a tutti»

«Siamo lieti di aver trovato il modo per attirare l’attenzione sul settore culturale, in modo giocoso e secondo le regole» affermano i due comici organizzatori delle proteste Ebbinge e De Vries. Nonostante la forte partecipazione alcuni sindaci delle città olandesi hanno promesso comunque di dare un giro di vite alle proteste del Theater Hairdresser, sottolineando che le linee guida sul Coronavirus non dovrebbero essere violate.

L’attenzione del governo rimane comunque molto alta e la protesta non è stata certo ignorata dagli organi di Stato che si sono dimostrati vicini alle istituzioni culturali, non potendo però promettere alcun genere di cambiamento rispetto alla tabella di marcia pronosticata verso la riapertura totale del paese. Il segretario alla cultura olandese, Gunay Uslu, ha twittato che «Il settore della cultura in Olanda sta attirando il nostro sguardo sulla sua situazione in modo creativo. Capisco il grido di aiuto ma la società deve essere aperta passo dopo passo. La cultura è in cima alla nostra agenda»