Victor Man a Sant’Andrea de Scaphis, l’artista torna a Roma con una personale a Sant’Andrea de Scaphis

Roma

Nel 2015, il gallerista Gavin Brown realizza un suo vecchio sogno, riaprire le porte di Sant’Andrea de Scaphis, un piccolo oratorio di Trastevere, semiabbandonato e sconsacrato da tempo. Non vi si tengono più funzioni religiose ma rimane ancora oggi al suo interno un’atmosfera enigmatica e sacra che abbraccia le iniziative organizzate in questo intimo palcoscenico. Affascinato dalla sua anima antica, Gavin Brown guarda Sant’Andrea de Scaphis come un luogo dove passato e presente si confondono e dove realizzare esposizioni in grado di trasportare il visitatore in una altro tempo e in un’altra dimensione. 

La chiesa in Via dei Vascellari 69 ospita oggi un grande ritorno: l’artista Victor Man si appropria dello spazio e allestisce la sua nuova personale romana dopo molti anni. La sua ultima esperienza capitolina infatti risale al 2008, quando l’artista rumeno è protagonista di Un altro aprile, mostra realizzata nella cornice di Villa Medici, all’accademia di Francia.

La nuova esposizione porta il titolo 1837-Abbozzo per un Autoritratto. Poveri gli indizi che vengono forniti al pubblico. L’artista lascia solo una breve descrizione firmata dal pittore Jean-Dominique Ingres, maestro della pittura francese, e datata alla notte tra il 4 e il 5 agosto del 1837, dove viene descritta una visione dal sapore folkloristico in cui compaiono scheletri umani che riprendono vita per incoronare un re che però rifiuta ogni genere di omaggio. Nello spazio sono posizionati 5 dipinti di medie dimensioni, realizzati tra il 2008 e 2021, perfettamente coerenti con la lugubre tavolozza a cui Man ci ha abituato, e altre due grandi pitture, Not yet titled (2021) e Untitled (Adieu à Satan) (2020).

Austera e tenebrosa è l’aura che avvolge le opere pittoriche collocate all’interno di Sant’Andrea de Scaphis. Congruente con lo spirito dell’artista, nato nel 1974, che vive la sua infanzia immerso nella più dura repressione, durante il periodo di dittatura sovietica sotto il regime di Ceausescu. La fantasia di Victor Man è fortemente forgiata dalle sue esperienze di vita, contraddistinte da episodi di violenza, isolamento e vessazione da parte della censura che incombe sul suo paese d’origine. Nonostante la limitazione delle libertà però l’artista impara nel tempo a vedere proprio nell’oggetto irraggiungibile, quello di cui si è stati privati, la chiave per evadere dalla gabbia di limitazioni in cui è costretto. L’immaginazione può liberare da ogni nodo ed è cosi che prende il via la sua carriera di artista, più come un esigenza spirituale che una semplice applicazione al mestiere creativo. 

Luci ghiacciate illuminano timidamente le figure che compongono la sua personale iconografia, nel tempo sempre più introspettiva e segnata da continui rimandi letterari e intimamente biografici. Colta è quindi la pittura di Victor Man che realizza le sue tavole a olio come dei veri enigmi che lasciano lo spettatore attonito e inerme di fronte la loro indecifrabilità. Allusioni alla storia dell’arte passata sono presenti frequentemente nei lavori dell’artista che parlando della sua pittura afferma: «Sono interessato alla pittura dal punto di vista di una sorta di continuità nella Storia dell’Arte. Per almeno cinquant’anni sono stati avanzati incessantemente dei dubbi circa la capacità della pittura di fare dei progressi. Ma forse è proprio la sua marginalizzazione che la riporterà di nuovo al centro; questa condizione agonizzante la sta fortificando. Mi interessa ciò che potrebbe darle un significato diverso. Penso che siamo solo agli inizi di un processo di ridefinizione della pittura» 

Victor Man – 1837 Abbozzo per un Autoritratto

11/12/2021 – 29/01/2022

Chiesa di Sant’Andrea de Scaphis

Via dei Vascellari, 69, Roma