Il contemporaneo e il meridione. «L’altro, lo stesso» è la nuova mostra curata dalla Fondazione Merz di Torino allo Zac di Palermo, ex cantiere industriale riadibito a spazio espositivo

Palermo

In un territorio dove i linguaggi contemporanei faticano ad attivarsi e trovare spazio d’espressione, una nuova realtà sembra farsi largo con iniziative di grande rilievo. Dopo la preziosa occasione del 2018, in cui Palermo ha avuto l’onore e l’onere di ospitare la Biennale Manifesta e di essere intitolata capitale della Cultura, il capoluogo siciliano è nuovamente oggetto di interesse per il pubblico dell’arte contemporanea. Dopo la vincita di un bando indetto durante il 2020, la Fondazione Merz di Torino prende le redini dell’ex spazio industriale ZAC (acronimo per Zisa – Zona Arti Contemporanee). 

L’enorme hangar viene adibito a spazio espositivo già nel 2012, ospitando mostre di artisti di fama internazionale e presentandosi al pubblico con una visione aperta e dai confini fluidi, non volendo interpretare il tradizionale ruolo dell’istituzione museale ma quello di polo culturale a tutto tondo, senza delimitazioni. Una vera e propria centrale elettrica per l’arte contemporanea nella città di Palermo che però negli anni non ha raggiunto l’obbiettivo di realizzare progetti particolarmente elettrizzanti. 

L’intervento della Fondazione Merz 

L’arresto dovuto alla pandemia è stato, inoltre, un nuovo ostacolo da dover superare ma da poco, dopo un periodo grigio e instabile, sembra riaccendersi la scintilla necessaria a far brillare lo spazio espositivo. La fondazione Merz avvia il progetto ZACentrale, in cui la decennale esperienza dell’istituzione torinese si impegna a imprimere la sua impronta curatoriale nel nuovo calendario di iniziative del polo culturale palermitano. «Ci diciamo convinti del fatto che pratiche ispirate a criteri di responsabilità e sostenibilità debbano informare non soltanto il rapporto con l’ambiente “naturale” ma anche innervare tutta la produzione culturale, la sua filiera di “distribuzione” e che nessuno debba, rispetto a questa parte importante del welfare state, essere lasciato indietro. – parla così Beatrice Merz, che oggi conduce la Fondazione – Non è immaginabile considerare il lavoro culturale e degli artisti disgiunto dalle urgenze sociali d’intere comunità»

Oltre a dare una nuova identità ai progetti che verranno realizzati nel contesto del progetto ZACentrale, la Fondazione Merz si impegna a trasformare l’ex spazio industriale in un incubatore e osservatorio dell’arte più giovane nell’area del mediterraneo meridionale. Al fianco di Beatrice Merz, opererà nella veste di curatrice per i prossimi tre anni la palermitana Agata Polizzi che mette a disposizione dello spazio le sue competenze tecniche e organizzative per i prossimi tre anni. 

Fondazione Merz
L’altro, lo stesso. Mario Merz. Exhibition view at ZACentrale, Palermo 2021. Courtesy Fondazione Merz. Photo Filippo M. Nicoletti

L’altro, lo stesso. La prima mostra diretta dalla fondazione torinese

La prima esposizione realizzata nello spazio palermitano, aperta ai visitatori fino al 26 marzo 2022, è un biglietto da visita. Attraverso un progetto che vede accostate le opere di Mario e Marissa Merz, insieme a quelle di altri nomi più attuali, la nuova direzione dello ZAC definisce la sua nuova identità e delinea la strada che andrà ad essere percorsa durante il prossimo triennio. Con l’esposizione L’altro, lo stesso, ispirata ai versi del poeta Jorge Luis Borges. Il centro della grande sala dell’ex hangar ospita le due grandi installazioni del maestro dell’arte povera, Doppia Spirale (1990) e Pietra serena sedimentata depositata e schiacciata dal proprio peso, così che tutto quello che è in basso va in alto e tutto quello che è in alto va in basso, soprelevazione e opera incerta di pietra serena (2003). Con queste che occupano la parte centrale della sala, convivono le opere di Marissa merz che invece sono collocate nelle pareti circostanti.

Come a sottolineare l’allargamento dello sguardo, promesso dalle parole dell’erede dei coniugi Merz, e mettere in evidenza il carattere aperto e collaborativo della nuova gestione dello spazio espositivo, conversano con le opere dei maestri le opere di altri artisti contemporanei, tra cui le fotografie dell’artista di origini afghane Liba Abdul che presenta i ritratti degli «ultimi» della sua terra natale, raccolti sotto il titolo di Time, Love and Workings of Anti-Love.

Palermo cerca di acquisire in questo modo il ruolo chiave di mediatore tra Europa e Africa, tra arte occidentale e orientale. Coltivare cultura non è mai stato così essenziale in un’epoca di legami esili e sfilacciati, in cui, più che mai, c’è necessità di relazionarsi e trovare territori di dialogo. 

Info: https://www.fondazionemerz.org/

L’altro, lo stesso, a cura di Beatrice Merz e Agata Polizzi

2 novembre 2021 – 16 gennaio 2022

ZAC – Cantieri culturali alla Zisa, Via Paolo Gilli 4, Palermo

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