Death SS a fumetti

Steve Sylvester, leader e fondatore della horror cult rock band Death SS (“in Death of Steve Sylvester”: fin dagli esordi lo stesso gruppo italiano ha rigettato qualsivoglia “richiamo” a ideali, quelli sì, realmente orribili) è sempre stato un artista ostinato e coraggioso. Un innovatore, senza dubbio. Tutte caratteristiche che a distanza di 45 anni dalla nascita del band (che conta, ad oggi, dieci album in studio), l’uomo – sia sopra che sotto al la palco – non ha mai smarrito. Lo scrittore e sceneggiatore Tiziano Sclavi, il papà di Dylan Dog, ha ammesso: «I Death SS hanno fatto parte della colonna sonora della mia vita. E forse in quello che ho fatto nel mio lavoro, da qualche parte ci sono anche loro, e per questo li ringrazio». Ed è proprio un booklet in formato fumetto spillato di 24 pagine – 16, in tutto, le tavole in bianco e nero – ad accompagnare la box edition di “Ten”, l’ultimo lavoro dei nostri uscito su Lucifer Rising Records/Self. Alla sceneggiatura e al lettering c’è Luca “Laca” Montagliani – classe 1971 (opera in campo artistico e musicale dal 1987) – mentre i disegni sono appannaggio di Alex Horley (alias Alessandro Orlandelli, nato nel 1970, fumettista e illustratore che lavora negli Stati Uniti). L’esclusivo albo (nel booklet ci sono anche i crediti del disco, tutti i testi e due illustrazioni inedite: una in bianco e nero di Andrea Bulgarelli e una a colori di Andrea Jula ), volume dal titolo In nomine Lucifer, vede protagonisti i Death SS con la line-up al completo: Steve Sylvester (il vampiro; voce), Al DeNoble (lo zombie; chitarre), Freddy Delirio (il fantasma; tastiere), Glenn Strange (la mummia; basso), Mark Lazarus (l’uomo lupo; batteria). Con loro Dhalila (la strega), performer per i live e praticamente sesto membro del gruppo. 

Nel racconto a fumetti la band scende nel regno oscuro di Suspiria, la regina dei morti, accompagnata dalla mitica Zora la vampira. Un malvagio team up, lontano anni luce dai più che disponibili Steve e Dhalila, con i quali abbiamo fatto una chiacchierata per comprendere meglio alcuni dettaglio (ma non solo) legati al fumetto In nomine Lucifer. Interpelliamo subito il leader e fondatore dei Death SS, chiedendogli come è nata l’idea di questo graphic novel. «Lavorando con Alex Horley all’artwork del disco, ho pensato che sarebbe stato splendido includere un vero e proprio fumetto disegnato da lui al posto del un normale booklet con i testi. Così, con la collaborazione dell’amico Luca “Laca” Montagliani, autore del fumetto “Suspiria del regno oscuro” – con il quale collaboro nella riedizione di Zora e di altri personaggi storici degli albi sexy-horror di casa nostra – ho voluto realizzare un vero e proprio fumetto sui Death SS, idea che comunque accarezzavo da tempo», risponde Steve. Che quindi entra nel dettaglio della collaborazione. «Tutto è nato alcuni anni fa. Avevo già iniziato a lavorare con il maestro Emanuele Taglietti per le copertine di “Resurrection” e “Beyond Resurrection”, dove venivano riesumate le principali sexy eroine dell’epopea del fumetto sexy-gotico italiano degli anni Settanta e Ottanta. Come la stessa Zora, ma anche Ulula, Cimiteria, Belzeba e Sukia. Taglietti era stato appunto l’artefice della maggior parte delle splendide copertine di quei fumetti e fu lui a presentarmi Luca, che con la sua associazione culturale Annexia intendeva chiedere i diritti su quei personaggi per poterli riproporre con nuove avventure». 

Nessun dubbio, dunque, da parte di Steve. «L’idea mi entusiasmò fin dal principio – continua – e visto che sono un vero cultore e grande collezionista di questo materiale, ho iniziato a collaborare con lui. Così ho conosciuto anche Alex, un grande artista già all’opera con Marvel, Dc Comics, World of Warcraft e nel settore musicale con Rob Zombie e Gene Simmons dei Kiss. Ci siamo trovato subito in perfetta sintonia e tutto ciò ha portato alla realizzazione prima di “Rock ‘n’ Roll Armageddon” (album dei Death SS pubblicato nel 2018, ndr) e oggi di “Ten”». Ancora due domande su In nomine Lucifer: il booklet è proposto nel tradizionale formato pocket (13×18 cm) degli albi horror ed erotici italiani degli anni d’oro. Immagino non sia stata una scelta casuale. E ancora, verrà pubblicato anche in altri formati e/o con nuovi contenuti? È pronta la replica di Steve: «In merito al primo quesito ti dico che nulla è stato casuale. Intendevo fare preciso riferimento a quei fumetti, quindi ne ho replicato anche il formato, seppure con una minore foliazione. Per quanto attiene alla seconda domanda, dopo la sua uscita come allegato all’album, il fumetto è disponibile anche come numero della serie “Suspiria del regno oscuro”, di cui ho già detto, con un formato leggermente più grande a delle pagine in più, questa volta virate a colori e in lingua italiana. È disponibile tramite Annexia». 

Uscendo da In nomine Lucifer – ma non dal mondo del fumetto, ed è affascinante ricordare l’esibizione dei Death SS, nel 2019, a Lucca comics and games («quella sera pioveva a dirotto, un vero diluvio. Ma è stato interessante perché, oltre ad esibirmi in concerto con la band, ho avuto modo di partecipare ad interviste e panels incentrati sul fumetto», precisa Steve) viene da chiedere di più sulla collezione di fumetti e sulla (possibile) iscrizione del “nostro” a forum dedicati. «Considera che come genere sono sempre stato legato a quello horror – risponde – e fin da bambino ho una predilezione per le storie di vampiri (se poi si tratta di sexy vampire come Jacula o Zora, meglio ancora). Tornando ad oggi, sì, sono iscritto ad un paio di forum ma per mancanza di tempo li frequento poco. Da tanti anni, poi, colleziono ogni uscita editoriale delle case editrici Ediperiodici ed Edifumetto e ho praticamente a casa tutto quanto prodotto da Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon, oltre che le principali collane di altri editori minori del genere. Non li ho mai contati ma si tratta di diverse migliaia di esemplari. Ho conosciuto poi molti altri grandi collezionisti attraverso forum e fiere di settore. Con uno di loro, Diego Torrini, ho curato i cinque volumi della guida “Immaginario sexy” dell’editore Luca Mencaroni». 

Parliamo più specificamente dei disegnatori del genere. Quali apprezzi di più? E che mi dici di Enzo Rizzi, di cui nel 2014 hai curato la prefazione del volume La grande storia del rock e del metal a fumetti? «Per quanto riguarda i disegnatori amo molto il lavoro alle matite di Leone Frollo, Sandro Angiolini, Balzano Birago, Giovanni Romanini e tanti altri, mentre per le copertine i miei preferiti sono il già citato Taglietti, Alessandro Biffignandi e Roberto Molino, ma la lista potrebbe essere molto più lunga. Alcuni di loro li ho conosciuti personalmente ed in alcuni casi ne è anche nata una cara amicizia, come con il compianto Romanini o lo stesso Taglietti. In merito a Rizzi, lo valuto un grande artista. Ci conosciamo da anni e spesso ha disegnato delle tavole sui Death SS. La nostra collaborazione ha portato anche alla realizzazione di una copertina per lo split ep che ho fatto con i Bulldozer e sicuramente continuerà in qualche maniera anche in futuro», puntualizza Steve. Al quale rivolgere un ultimo quesito è, praticamente, d’obbligo: hai mai pensato a un graphic novel sulla storia dei Death SS? «Certo che sì, sarebbe molto interessante un volume a fumetti completo sulla storia della band, qualcosa che possa riassumere in tavole illustrate quanto ho avuto modo di scrivere nelle due biografie “Il negromante del rock” e “La storia dei Death SS 1987/2020”, pubblicate da Tsunami editore. Tutto sta nel riuscire ad incastrare i tempi e le persone giuste. Chissà», chiosa. 

E una persona “giusta” Steve l’ha trovata da tempo in Dhalila, che veste i panni (succinti) di Zora nel videoclip e sulla copertina del singolo. Ma per lui e la band, in termini affettivi e professionali, è molto di più. Iniziamo con il chiederle una breve presentazione. «Sono la performer dei Death SS dal 2001, in pratica il video di Transylvania segna la mia entrata a tutti gli effetti. L’allora chitarrista del gruppo Emil Bandera mi chiese se fossi interessata ad entrare nel gruppo e accettai seduta stante. Faticavo a crederci: i Death SS sono una delle mie band preferite ed io nasco proprio come loro fan». Fino ad arrivare ad oggi. Che effetto ha fatto vestire i panni di Zora, la bionda vampira? E quando Steve ha suggerito l’idea, che reazione hai avuto? «È stato tutto fantastico – replica Dhalila – e sono stata onorata di aver dato vita a Zora. L’ho interpretata calandomi completamente nel personaggio. Parliamo sia del trucco sia del vestito. Considera poi che molti dei costumi che indosso sono realizzati o modificati da me, per cui c’è sempre un dettaglio in più. Ogni volta che faccio le performances, mi calo nella parte, e cerco di interpretare al meglio ciò che sento, dando vita a quello che percepisco».

E proprio su quest’ultimo aspetto, Dhalila precisa: «Già dalla prima volta che ho ascoltato il brano “Zora” ho avvertito la sensazione, forte, che ne sarebbe nata una performance. Quando poi ho saputo della realizzazione del video (diretto da Andrea Falaschi, ndr), beh, è stata un po’ la ciliegina sulla torta. Se per il ruolo ho ricevuto richieste particolari? L’unica è stata quella di assomigliare il più possibile al fumetto. Per cui il mantello me lo sono modificata, poi ho scelto un vestitino a rete, gli stivali altissimi e inguinali, una bella parrucca biondo platino e la richiesta di cancellare col makeup tutti i miei tatuaggi. Ad accomunarmi con Zora, infatti, c’è la passione per l’oscuro, verso tutto ciò che è erotico, e probabilmente ci accomuna il voler mostrare il corpo, in qualche maniera». Quindi si ritorna a parlare di fumetto, è non posso esimermi dal chiedere a Dhalila se – e nel caso quali – volumi è solita leggere. «Sono una lettrice assidua ma non prettamente di fumetti o graphic novel. Leggo molti libri che possono soddisfare la mia voglia di sapere e saziare la mia anima, volumi che parlano di esoterismo, simbologie funerarie, cimiteri. Probabilmente anche questo ci accomuna con Zora», conclude.

Info: www.deathss.com/deathssweb

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