Zagor contro Hellingen: conversazione con Marco Andrea Corbetta

«Bisogna aver cura dei propri nemici, perché soltanto loro ci sono fedeli». Firmato Fritz Benscher, attore, conduttore e regista tedesco. Parole, le sue, mai più veritiere per quanto attiene alla saga di Zagor (Sergio Bonelli editore), la cui serie – per sua stessa natura – è votata al genere fantastico nonché ben disposta alla contaminazione fra i generi (spaziando dai criminali “ordinari” ai lupi mannari, dagli stregoni ai pirati, dai vampiri agli alieni alle streghe). Tutto grazie alla fantasia di Sergio Bonelli, che con lo pseudonimo di Guido Nolitta ha dato il là, nel 1961, a un’avventura infinita tutt’ora in evoluzione. Laddove Hellingen – il malvagio professore dai deliri di onnipotenza – rappresenta il villain per antonomasia. Recentemente la casa editrice milanese ha pubblicato Terrore dal sesto pianeta, il terzo volume a fumetti della raccolta completa delle storie che vedono lo Spirito con la scure, l’invincibile giustiziere della foresta di Darkwood, affrontare Hellingen. Stavolta, però, lo scienziato folle pare invincibile: si è alleato con i mostruosi alieni Akkroniani e vuole conquistare il mondo con il loro aiuto. Il pazzo decide di inserire un programmatore mentale nella testa di Zagor, che diviene così uno strumento della sua volontà.

Terzo di sette volumi – ad anticiparlo, infatti, ci sono Sulle orme di Titan e Ora zero!, e a seguirlo: Ai confini della realtà, Ombre su Darkwood, Il giorno dell’invasione, Il destino di HellingenTerrore dal sesto pianeta è un’ottima occasione per conoscere meglio il “caro” professore. Così ci siamo rivolti ad un vero e proprio esperto, Marco Andrea Corbetta, responsabile del blog “Zagor e altro” (con il nickname di Baltorr) e co-amministratore del forum online Spiritoconlascure. Di professione avvocato – è iscritto al Foro di Monza – Corbetta ci aiuterà a sviscerare meglio il “miglior nemico” che si possa desiderare. Tratteggiando, prima di tutto, quello che è il personaggio del professor Garth Hellingen. Cominciamo. «Si tratta di un geniale e malvagio scienziato di origine olandese, dotato di enorme intelligenza e risorse economiche, che ha come obiettivo la conquista del mondo. Egli, infatti, è il creatore di diversi macchinari scientificamente avanzati (computer, automi, sottomarini, armi a raggi, disintegratori, razzi teleguidati, esoscheletri, e così via) che – nel corso delle avventure zagoriane – divengono sempre più complessi e micidiali».

Un genio, il suo, che «gli ha anche permesso di entrare in contatto con gli alieni del pianeta Akkron – prosegue Corbetta – e di utilizzare la loro tecnologia per i propri scopi di asservimento dell’umanità. Nemmeno la morte è riuscito a fermarlo: dapprima viene riportato in vita da Wendigo (uno spirito del male della mitologia pellerossa) grazie a una macchina che ha riunito i suoi atomi sparsi per l’universo; poi viene addirittura clonato in una versione “precedente” di se stesso (clone che verrà poi eliminato dall’Hellingen originale, attualmente creduto morto ma in realtà detenuto in una struttura segreta). Per fortuna Zagor è sempre riuscito a fermarlo, e ciò accadrà sicuramente anche in futuro».

L’obiettivo del malvagio è, appunto, la conquista del mondo. Ma quali sono i desideri che lo muovono? «Alla base del suo agire vi è innanzitutto il risentimento che nutre verso la comunità scientifica, ostile alle sue anticipazioni tecnologiche – risponde Corbetta – egli vuole dimostrare di essere al di sopra degli altri, e quando viene osteggiato dai suoi colleghi decide di costruire autonomamente i suoi fantascientifici macchinari, sia per mero senso di rivalsa sia per dare prova del suo genio e conquistare il mondo. Naturalmente, ritenendosi intellettualmente superiore ai tutti gli altri individui, è convinto che questi ultimi meritino di essere schiavizzati e divenire succubi della sua perversa volontà». Quindi un interrogativo sorge spontaneo: tra tutti gli antagonisti di Zagor, Hellingen identifica quello a cui i lettori sono più legati. Come mai? «Le ragioni sono molteplici – è la replica – il professore, infatti, è cattivo “fino al midollo”, senza possibilità di redenzione; ha un nome sinistro, un volto malvagio e stralunato. E ancora, è astuto e intelligente, e ciò lo rende in grado di mettere sempre più in difficoltà Zagor, il quale tuttavia – attraverso esperienze di sofferenza e disperazione, e sempre a un passo dalla sconfitta – riesce poi conseguire un’esaltante ed insperata vittoria. D’altronde, gli stessi Hellingen e Zagor assurgono a figure “archetipiche”: il male e il bene che si fronteggiano fin dall’alba dei tempi».

In conclusione, è impossibile non chiedere a Corbetta quale tra le storie con al centro i due antagonisti lo hanno appassionato di più (e quale di meno). «Nel primo caso ti cito Ora zero!, un racconto costruito in maniera perfetta. Lo scienziato ha posto la sua base a Darkwood, in un vulcano spento; giunge a minacciare persino il presidente degli Stati Uniti; vuole impadronirsi dell’America (e poi ovviamente del mondo), dispone di una tecnologia avveniristica e di appoggi militari significativi, ma Zagor riesce lo stesso a sopraffarlo. E dopo essere stato sconfitto, Hellingen ha un crollo nervoso e la follia si impadronisce di lui. Ci sono, insomma, i motivi ricorrenti di migliaia di film e romanzi avventurosi». E per la seconda domanda? «A mio parere, Hellingen è vivo! è forse il ritorno meno convincente. Pur presentando l’avversario con le connotazioni caratteriali originarie, la storia contiene anche altri importanti personaggi dei quali Hellingen si serve per vendicarsi di Zagor, che finiscono però per complicare la vicenda e distogliere l’attenzione dall’antagonista principale (che, peraltro, entra realmente in scena a storia parecchio inoltrata)», conclude Corbetta.

Info: www.sergiobonelli.it

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