Orfani, il fumetto fantascientifico di Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari

Roma

«Noi non facciamo arte, noi facciamo cadaveri». Questo il marchio di fabbrica di Orfani, la saga di fantascienza a fumetti creata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari per Sergio Bonelli editore. Prima pubblicazione mensile inedita della casa editrice milanese, pensata per essere pubblicata direttamente a colori, Orfani è stata progettata, come ha ammesso lo stesso Recchioni, «con l’intenzione di creare un fumetto modulare adatto ai tanti tipi di sfruttamento». Tant’è che la serie è divenuta anche un romanzo (Orfani: Ringo, chiamata alle armi), nonché un motion comic a narrazione episodica andato in onda su Rai 4 tra il dicembre 2014 e il febbraio 2015 (i dieci episodi sono stati poi raccolti in due dvd). Ma Orfani è su tutti una serie a fumetti, la cui prima, omonima stagione narra di una tragedia che colpisce il nostro pianeta – all’apparenza a causa di un attacco alieno – e di ragazzini senza genitori (orfani di guerra, come vengono configurati) che, mediante potenziamenti fisici ed equipaggiamento all’avanguardia, verranno addestrati per diventare soldati imbattibili e vendicare la razza umana.

L’ultima pubblicazione (in senso temporale) di Orfani in libreria è rappresentata dal volume “Terra: A proposito del futuro” (152 pagine a colori, 23 euro), con il soggetto a cura di Emiliano Mammucari e Matteo Mammucari (che lo hanno anche sceneggiato), Giovanni Masi, Mauro Uzzeo. Disegni di Luca Genovese e colori di Luca Saponti. Con l’introduzione firmata da Luca Barbieri (“Un eterno presente, un futuro irraggiungibile”) e un ricco apparato di contenuti extra che raccontano il backstage della serie, raccogliendo studi preparatori, sketch e diari di lavorazione, il volume a fumetti era particolarmente atteso dagli appassionati dell’intera saga, il cui universo narrativo ha avuto varie incarnazioni. La vicende parte da qui: oltrepassato il muro e giunti alle porte della città delle luci, i giovanissimi Max, Cain e Miranda non trovano il paradiso che speravano: un gruppo di signori della guerra, i colonnelli, ha infatti occupato l’ultimo spazioporto esistente. Ma questo non potrà fermare i protagonisti, testardi e pronti a combattere (“non si può ragionare con voi giovani, avete tutti lo stesso problema. Siete convinti di avere un futuro”). Così, dopo l’uscita di “Terra, dalla cenere” – che raccoglie la quarta stagione dell’universo di Orfani – ecco ora l’edizione, ancora in grande formato, dello speciale che racconta la seconda parte di quell’avventura vissuta dai giovani sopravvissuti. Concludendola.

Ma il rischio per chi approccia a una serie di questo tipo, strutturata su più livelli narrativi, è di fare confusione. Anche nella lettura cronologica della saga. Da qui il prezioso contributo di Giuseppe Lamola, pugliese classe 1984, curatore e co-creatore del blog Gli Audaci e collaboratore del sito Lo Spazio Bianco. «L’universo fantascientifico di Orfani ha esordito in edicola nell’ottobre 2013 ed è suddiviso in archi narrativi, ovvero stagioni, un po’ come le serie tv. Dopo i dodici albi della prima stagione, la serie si è sviluppata in altri cinque archi narrativi: Orfani: Ringo (2014, 12 episodi), Orfani: Nuovo mondo (2015, 12 numeri), Orfani: Juric (2016, in 3 albi), Orfani: Terra (2017, in 3 albi più uno Speciale) e infine Orfani: Sam (2017, 12 albi)», spiega Lamola. Quindi il “fumettofilo” (come ne riporta la bio) amplia il raggio d’azione per coprire, attraverso le sue parole, l’intera produzione di Orfani. «Oltre alle pubblicazioni da edicola, Orfani è stata riproposta in edizione libraria da Bao publishing tra il 2014 e il 2019, con dodici volumi cartonati di oltre 300 pagine ciascuno che racchiudono le storie delle prime tre stagioni (Orfani, Orfani: Ringo e Orfani: Nuovo mondo). A partire dal 2020, la stessa Bonelli si è occupata di pubblicare in volumi da libreria la saga, con due ristampe in volume di Orfani: Terra (ovvero Dalla cenere e – appunto – A proposito del futuro)».

Una domanda, però, è d’obbligo: Orfani pone la lente d’ingrandimento sul tema fantascientifico. Quali rimandi letterari, cinematografici, del mondo videoludico hai colto? «Ti rispondo dicendo che durante una delle interviste realizzate per il lancio della serie, Emiliano Mammucari ha dichiarato: “È la storia che avremmo sempre voluto leggere. Dunque dentro c’è Halo, come c’è Fanteria dello spazio (il libro, non il film), Alien, Metal Gear Solid e tutto l’immaginario visivo di fantascienza bellica che adoriamo”». «Ed in effetti – prosegue sempre Lamola – a queste suggestioni iniziali se ne sono aggiunte numerose altre nel corso degli anni di pubblicazione, legate anche ai diversi scenari che hanno caratterizzato i vari racconti e ai personaggi che li hanno animati». Quindi? «Possiamo dire che c’è una forte influenza videoludica, letteraria e da manga e anime di genere fantascientifico e non solo, che nel corso degli anni ha spaziato ben oltre le suggestioni iniziali».

Chiediamo poi a Lamola – di professione medico, legge fumetti praticamente da sempre – quali tra i capitoli di Orfani lo ha affascinato di più. E quale, inevitabilmente, di meno. «Sono molte le storie che mi hanno colpito. Dovendone scegliere una, cito il nono episodio della seconda stagione, Ringo, intitolato Tabula rasa e realizzato da Mauro Uzzeo ai testi, Matteo Cremona ai disegni e Giovanna Niro e Fabiola Ienne ai colori. È un albo coraggioso, con dei sottotesti importanti e che affronta tematiche non banali che non lasciano indifferenti i lettori per coraggio ed efferatezza, oltre ad essere probabilmente uno dei migliori della serie anche grazie all’incredibile sinergia del lavoro dei vari autori coinvolti». E per quanto riguarda i disegni? «Qui mi permetto di citare anche una memorabile sequenza disegnata da Gigi Cavenago nell’undicesimo numero della prima stagione, Tutti giù per terra, pagine straordinariamente liriche, e le sequenze oniriche del sesto numero di Nuovo mondo, che segna una svolta per la protagonista, in cui Werther Dell’Edera, Arturo Lauria, Aka B e Fabrizio Des Dorides realizzano tavole di notevole impatto. Il numero che mi ha colpito di meno? Con ogni probabilità si tratta di un albo della sesta e ultima stagione, Orfani: Sam, il quinto, che ho trovato con poco mordente e senza particolare interesse». E a un esperto di Orfani come Lamola, che a inizio 2012 – insieme ad altri amici – ha fondato il blog Gli Audaci, e che dal 2011 collabora come redattore con il portale Lo Spazio Bianco, è impossibile non chiedere quanto il colore abbia inciso sull’ottimo esito di Orfani. Pronta la replica: «Frutto di un lungo lavoro di preparazione (durato circa quattro anni), Orfani è stata una serie ambiziosa e importante per diversi motivi, una sorta di kolossal cartaceo in diverse stagioni, innovativo anche in termini visivi. L’approccio al colore è stato supervisionato dal co-creatore della serie Emiliano Mammucari, per la necessità di dare uniformità alle scelte stilistiche. Il colore ha avuto un particolare rilievo anche in termini narrativi, nel sottolineare l’emotività dei personaggi, nel contrapporre la freddezza di alcuni scenari al calore di altri, nel conferire il giusto tono alle atmosfere che caratterizzano l’intero racconto».

Info: www.sergiobonelli.it

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