La fondazione Bertugno – Moulinier e Sculture in Campo presentano “In Opera/Natura e Artificio”: un progetto artistico ad ampia prospettiva nel comune umbro

Indagare le modalità grazie alle quali l’arte si dimostra in grado di permeare la coscienza della società contemporanea è l’obiettivo della Fondazione Bertugno – Moulinier. I coniugi fondatori, l’uno artista e l’altra storica dell’arte e curatrice, hanno fatto del loro amore per la cultura un impegno aperto alla collettività.  I differenti linguaggi contemporanei esplorati in una pluridecennale carriera, portano la coppia alla presa di coscienza del potenziale intrinseco dell’attività culturale, alla sua forza promotrice di nuovi esperimenti creativi e all’utilità del sostegno di giovani talenti. 

Il territorio del Viterbese viene coinvolto nella loro nuova operazione che vede protagonisti la Fondazione Bertugno – Moulinier che, in collaborazione con S.I.C. – Sculture in Campo – Parco Internazionale di Scultura Contemporanea, presentano IN OPERA / NATURA E ARTIFICIO, in programma nella località di Poggio Zucco – Casetta Lola a Bassano in Teverina.

Oggi Sculture in campo arriva alla sua quinta edizione e si accompagna al progetto di ampliamento del Parco internazionale di sculture contemporanee: un esperimento che mira a ridisegnare il paesaggio naturale locale grazie ad una miscellanea di linguaggi creativi, consolidando il rapporto tra il comune del viterbese e i luoghi significativi del passato e presente che lo contraddistinguono.

Simone Bertugno Giano, 1998 ©Giorgio Benni

L’espansione dell’area è accompagnata dall’acquisizione di nuove opere; tra queste la scultura dello stesso Simone Bertugno dal titolo Giano che verrà presentata al pubblico sabato 23 ottobre. L’attività dell’artista, da sempre attivo nella ricerca che mette in relazione lo spazio, il suono e la percezione, realizza un’opera che trova nel parco la sua casa ideale. Sotto Bassano in Teverina, infatti, è presente il lago di origine vulcanica di Vadimone il quale, secondo alcuni storici, era sacro e dedicato a Culsanus, una divinità bifronte della civiltà etrusca, oltre che a Fontus e allo stesso Giano. Proprio durante il mese di ottobre si svolgevano feste dedicate alle fonti e alle acque consacrate a Fontus – figlio di Giano- conosciute come Fontinalia e celebrate anticamente dagli stessi romani. Così facendo l’opera di Simone Bertugno diventa il punto di partenza per un confronto sul rapporto che intercorre tra “natura e artificio”, il territorio in cui si innesta e i linguaggi del contemporaneo.

La presentazione dell’opera di Simone Bertugno sarà accompagnata da una performance concepita in una dimensione partecipativa: questa è stata concepita come un’esperienza sensoriale partecipativa, un rito di passaggio e di trasformazione. L’ambiente sonoro circostante, “campionato” nel territorio di Bassano in Teverina e nei luoghi limitrofi più significativi, sarà oggetto di una mappatura sonora che, attraverso un processo di riscrittura, verrà trasformato e restituito, facendo da “specchio” alla scultura Giano.

Un dialogo attivo tra arte e territorio è questo dunque il nucleo di un operazione concepita per dare prospettiva ad un pubblico transgenerazionale, sollecitato alla partecipazione e alla condivisione dei valori di cui la fondazione  Bertugno – Moulinier si fa ambasciatrice.