Ramon hai sgarrato, ecco come è nato il graphic novel di Alessandro Ripane

Roma

Ci sono un prima e un dopo “singolari” dietro all’idea del graphic novel che Giovanni Marinovich, art director di Edizioni Bd, definisce «un meta-fumetto, un meta-show dal surreale e gommoso tratto underground». E a spiegarli è lo stesso autore del graphic novel, Alessandro Ripane, illustratore freelance classe 1989. «È il 2010 e nel mio amato quartiere di Sestri Ponente, a Genova, spunta la scritta “Ramon hai sgarrato” su un muro di una delle vie principali. Nonostante la città ci abbia sempre abituato a scritte bizzarre, io e i miei amici fummo rapiti da questa frase: chi è Ramon? Come può aver sgarrato così tanto? Qualche birra dopo pensammo ad un cortometraggio inerente proprio quella scritta, ma la cosa morì lì». E siamo al 2020. «Esattamente dieci anni dopo, subito dopo il primo lockdown, mi assalì la malsana idea di iniziare a disegnare una storia nuova, in grado di divertirmi (e fare un po’ di “esperimenti”) nel disegnarla e in uno stile molto diverso da tutto ciò che avevo realizzato fino a quel punto».

Così è nato Ramon hai sgarrato (Edizioni Bd, brossurato, 230 pagine in bianco e nero, 15 euro) – «un fumetto che ho disegnato molto velocemente e su cui mi sono divertito tanto. Non ho nemmeno scritto la sceneggiatura: sapevo come doveva iniziare e come doveva finire, tutto ciò che c’è nel mezzo è completamente improvvisato sul momento», precisa l’autore – laddove il protagonista ha (appunto) “sgarrato” e perciò si è dato alla macchia. Doveva infatti presentarsi alle due, ma non l’ha fatto. I (degni?) compari che lo accompagnano partono quindi alla sua ricerca (“credete che si farà vivo”?, è l’interrogativo d’obbligo), lungo un viaggio surreale che si trasforma in corsa tra le pagine e le pieghe del fumetto stesso. Ma chi è, realmente, Ramon? Cos’ha combinato? E in che modo la storia può procedere anche senza di lui? Il racconto di Ripane è un vero e proprio dedalo di gag a più livelli, disegnato con un linguaggio grottesco e fuori dai denti, denso di trappole umoristiche e nonsense. Un universo, quello delineato dall’autore genovese – che oggi vive a Milano – caratterizzato da individui e circostanze surreali, quasi oniriche («Ripane è la persona che ha scritto e disegnato questo fumetto, ma ha avuto l’impressione che i suoi personaggi abbiano fatto un po’ di testa loro», riporta la quarta di copertina). Puntualizza l’autore: «In principio “Ramon hai sgarrato” era un fumetto digitale. Una sorta di “platform” di oltre 300 pagine, senza vignette (questa versione è ora disponibile solo sul portale tacotoon.com).

Il passaggio alla carta è stato tutto sommato semplice avendo gran parte della storia già fatta, anzi, mi ha dato modo di poter trovare soluzioni ancora più interessanti e poter spingere ancora di più sui limiti del medium fumetto». E alla domanda su quali siano i fumettisti attuali che lo hanno maggiormente influenzato, la risposta è immediata: «Nonostante sia un fumettista (anzi, nemmeno, ho fatto troppi pochi fumetti per essere definito tale) non sono un lettore esperto di fumetti, ma sono molto legato al cinema (che mi influenza nel disegnare storie) e alla musica. Tuttavia tra gli autori italiani cito sempre Paolo Cattaneo perché lo conosco e perché il suo ultimo libro è davvero incredibile, ma anche i lavori di Fabio Tonetto. Sul versante estero sono tanti: sto recuperando un po’ di cose che non avevo mai letto di Charles Burns, ma anche “The box man” di Imiri Sakabashira, mi è piaciuto parecchio».

Info: www.edizionibd.it

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