Il progetto PaNingenesi di Gandolfo Gabriele David a cura di Lori Adragna sbarca negli USA. Il video della Land art performance realizzata il 10 settembre scorso nel Parco Archeologico di Selinunte, sarà ospitato sabato 25 settembre alle ore 18 dalla Monira Foundation con sedi a Jersey City e Chicago.
PaNingenesi fa parte di un progetto di scambio di residenze artistiche tra Museo Riso di Palermo, Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa e Monira Foundation, con la collaborazione di Fondazione Orestiadi, MAC-Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina e MLC Comunicazione.
PaNingenesi è un’opera di Land art partecipata che, intervenendo in un’area monumentale, ricuce i legami tra passato e presente, cultura e natura. A Selinunte, dove l’archeologia si sposa con l’antropologia, il grano ha ricoperto un’ampia vallata che circonda i templi e i resti dell’antica acropoli, affermando l’intenzione del progetto di attualizzare il patrimonio materiale attraverso processi contemporanei. Sono rintracciabili retaggi di comunità, legati nello specifico al territorio della valle del Belìce che unisce Salemi e Castelvetrano, sia per l’antica tradizione dei pani votivi che per la peculiare panificazione di pane nero di tumminia, ottenuto dall’omonimo grano di varietà locale.
Come scrive la curatrice: “Il lavoro di Gandolfo G. David, scaturisce da un approccio storico che trae spunto da suggestioni e riflessioni legate ai luoghi e alla produzione di senso in rapporto ai maestri della Land art. Come Michael Heizer o Robert Smithson, le cui opere ci parlano della remota antichità dei luoghi in cui sorgono, David si documenta, apprende i miti, i riti, indaga la vita quotidiana e sociale del territorio tenendone conto nella realizzazione dell’opera. Concentrandosi sullo studio della antica monetazione estrapola la simbologia del “quadrato incuso”, riproducendola attraverso la bruciatura delle stoppie nei campi e con delle incisioni in alcuni pani prodotti con il grano raccolto e donati alla comunità locale. Al contrario dei suoi predecessori però rispetta l’habitat, non altera o manipola il paesaggio per renderlo monumentale o eterno. “Intervenire “tra le rovine” afferma l’artista, significa cogliere il genius loci, scavando non solo tra le tracce lapidee ma tra le memorie antropologiche, trasmesse di generazione in generazione attraverso usanze, parole, segni e gesti”.
Con la bruciatura delle stoppie l’artista ha fatto emergere nel campo il “quadrato incuso”. Nella iconografia classica questa forma rimanda alle raffigurazioni solari e ai cicli della vita, qui diventa simbolo di rigenerazione e rinascita acquistando un valore catartico di palingenesi.
L’installazione assume una valenza di recinto sacro e diventa teatro della performance collettiva.
I partecipanti, dopo aver attraversato la vallata in corteo, hanno raggiunto e circondato l’opera divenendone parte integrante e ricevendo infine dalle mani di due bambini vestiti di bianco, un pane segnato dallo stesso simbolo.
In PaNingenesi simboli e segni sono attivati tramite un rituale collettivo che coinvolge la comunità e che connette la moneta al pane in una sovrapposizione di valori e di significati. Il segno, traslato sul pane, vuole rimarcare il valore d’uso della moneta, in un momento in cui ci ritroviamo a riflettere sulla fragilità delle economie della società contemporanea.
PaNingenesi fa parte di un ciclo di lavori dell’artista che hanno come tema fondante il pane e il suo rimando simbolico. Come Pan-Gea, opera in realtà aumentata, di recente presentata all’interno del progetto Arkad, Manifesta 13 e la video installazione I Am Blooming nata da una collaborazione tra Monumental Callao, Mana Contemporary-USA e Fondazione Sant’Elia di Palermo.
Video e info (video disponibile dal 25 settembre): https://monirafoundation.org/exhibitions-sicily-new-york/
Info: http://gandolfogabrieledavid.it