L’opera d’arte totale “Amore e Odio” di Francesca Chialà sostiene le donne afghane e inaugura la Festa delle 7 arti tra centro e periferia romana

Roma

Cos’è l’arte se non uno strumento di dialogo, di condivisione e inclusione? La sottintesa risposta a questo interrogativo si incarna nella nuova iniziativa ideata dalla performer contemporanea e regista Francesca Chialà. 

La performance Amore e odio che si terrà nel cuore della capitale, a Rione Monti, domani, sabato 18 settembre 2020, è l’evento dedicato al coraggio delle donne afghane che in queste ultime settimane hanno dimostrato grande coraggio nel continuare a combattere i soprusi e le violenze a cui sono state e continuano ad essere sottoposte. 

L’esibizione organizzata per l’occasione vedrà la stessa Francesca Chialà insieme alle attrici e ballerine Valeria Vignati e Clara Margherita Cabassi impegnate a danzare su una tela di oltre 70 metri, dipingendola proprio attraverso il tocco dei loro piedi tinti di sette differenti colori. Le protagoniste della performance cercheranno un contatto virtuale con le donne afghane attraverso un Visore VR che le trasporterà in Medio Oriente e verranno accompagnate dalle note dei musicisti che saranno presenti per l’occasione.

L’iniziativa nasce dalla volontà di miscelare diverse discipline creative per creare un evento finalizzato ad inaugurare la Festa delle 7 arti che avrà luogo il 25 settembre 2021 nel quartiere romano Corviale, in cui si mescoleranno in un’unica serata musica, danza, arti visive, cinema VR, poesia, letteratura e teatro.

Francesca Chialà
Anfiteatro di Corviale, Roma

La volontà di lanciare il progetto in una delle piazze più centrali della Capitale si accompagna alla convinzione che il vero ruolo dell’arte e della bellezza trova il suo spazio anche al di fuori del palcoscenico iperilluminato delle vie del Rione Monti: anche nelle periferie è necessario portare l’opportunità di incrinare le barriere che hanno da sempre contraddistinto il settore delle belle arti, e che lo hanno in molte occasioni trasformato in un universo elitario e poco inclusivo. 

L’idea di Francesca Chialà è di ricercare nella creatività la chiave dell’inclusione sociale. La promozione della bellezza è stimolo alla crescita della solidarietà. 

L’organizzazione della Festa delle 7 arti è una sfida, una chiamata alla sperimentazione rivolta alla ricerca della cultura della sostenibilità che nel segno della bellezza porta nuovi linguaggi creativi nelle realtà più complesse. L’evento, organizzato senza l’appoggio di istituzioni locali e senza fondi esterni, si impegna a portare gratuitamente l’arte per tutte le strade, anche quelle più impervie.

L’inclusione sociale è il vero traguardo a cui guardare e la promozione e la crescita di giovani artisti ricchi di talento è il sentiero giusto da percorre per raggiungerlo. Dalla condivisione della bellezza può nascere un nuovo modello di società, basata sull’economia del dono e su una visione solidale senza muri che isolano e ghettizzano ma che apre lo sguardo verso la gioia del condividere.