Paolo Borsellino, un graphic novel dedicato alla vita dell’eroe antimafia

«Borsellino è una figura iconica, che meritava uno spazio approfondito nell’universo fumetto. Così ho proposto il volume alla casa editrice – con cui avevo già collaborato per il fumetto su Giorgio Perlasca – chiedendo se fosse interessato a portare avanti un progetto in cui avrei raccontato non solo gli ultimi, fatidici giorni del giudice, ma tutta la sua vita, soffermandomi sugli aspetti profondamente umani che lo caratterizzavano. Approvata l’idea, è cominciato il lavoro». Parole dello sceneggiatore Marco Sonseri che, insieme al disegnatore Gian Luca Doretto, ha realizzato il graphic novel Paolo Borsellino, una storia da raccontare edito da Renoir comics. Il volume (cartonato, 112 pagine in bianco e nero, 19.90 euro) racconta la storia di un padre e marito affettuoso, un uomo di cultura e incredibile modello di correttezza e dedizione, pronto ad affrontare le sue paure pur di giungere alla verità. Soprattutto, la biografia a fumetti indaga i lati meno conosciuti della vita di Borsellino, come la militanza politica giovanile, l’amicizia con i colleghi, le difficoltà che la sua opera di giustizia si è trovata più volte a dovere affrontare.

Una storia di coraggio, legalità e fiducia nella giustizia quella di Borsellino, ma anche di don Puglisi, al quale sempre Renoir comics ha dedicato un volume a fumetti (scritto dallo stesso Sonseri e disegnato da Riccardo Pagani). Tornando a “Una storia da raccontare”, lo sceneggiatore spiega il tipo di lavoro (durato un anno) che è stato fatto: «Ci siamo documentati molto. Salvatore Borsellino, fratello del giudice – di cui ho anche intervistato un amico d’infanzia – mi ha fornito tanto materiale. In ogni caso la parte difficile è stata unire la documentazione con l’aspetto narrativo».

Interviene Doretto: «Nel mio caso si è trattato soprattutto di una ricerca di immagini. Ho evitato di guardare le serie tv e ho preferito concentrarmi su documentari e reportage giornalistici per avere una maggiore aderenza alla realtà. In questo mi è stato d’aiuto un’intervista francese fatta in casa di Borsellino dove, nonostante la polizia avesse chiesto esplicitamente di tenere le videocamere spente, un operatore ha tenuto l’apparecchiatura accesa per tutto il tempo, dandomi così modo di vedere l’intero appartamento». Soprattutto «studiare in modo approfondito i luoghi della sua vita quotidiana mi ha immerso profondamente nella storia di un uomo che, a tutti gli effetti, non solo possiamo ma dobbiamo considerare un concreto esempio di vita».

Certamente tutti conoscono Paolo Borsellino, il magistrato che insieme a Giovanni Falcone ha combattuto a lungo la mafia, tra gli artefici del maxiprocesso di Palermo e perciò assassinato in via D’Amelio insieme alla sua scorta. E proprio il prossimo anno ricorrerà in trentennale della morte di entrambi. Che cosa ha lasciato nel suo ricordo? «Il vuoto è in parte compensato dal ricordo del suo stile di vita, improntato sulla legalità, sui rapporti umani e sull’abnegazione. Borsellino è stato un uomo irriducibile, che non ha mai mollato, nonostante tutto, pagando a caro prezzo il suo amore per verità e giustizia», risponde Sonseri. Mentre Doretto ricorda che «la morte di Borsellino,e prima quella di Falcone, sono coincise con il mio passaggio dalla gioventù all’età adulta. Ricordo in modo nitido quei giorni tragici e le discussioni con i miei amici. È stato un drammatico ed esplicativo rito di passaggio».

Info: www.renoircomics.it

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