Quando si osserva un quadro ci si trova spesso a riflettere su quanto il lavoro di un maestro possa metaforicamente nascondere e quali segreti siano celati dietro una composizione. La superficie di un dipinto che osserviamo è spesso solo l’ultima serie di gesti che quella tela o quella tavola ha accolto, sotto il quale riposano altre strade creative che non hanno più visto la luce.
Il caso della Donna che legge una lettera davanti alla finestra è un esempio di quest’ultima possibilità. Il dipinto è nato dal talento di uno degli indiscussi maestri del ‘600, Johannes van der Meer, meglio noto come Jan Vermeer.
Il dipinto è stato realizzato dall’artista fiammingo nel 1657 ed è unanimemente ritenuto uno dei trentacinque dipinti attribuibili a Vermeer. Dal 1742 il dipinto è a Dresda ed è conservato presso la Gemaelde Galerie Alte Meister.
Il dipinto fa parte della selezione di opere che saranno esposte nel museo durante la mostra, di cui è previsto l’avvio il 10 settembre 2021 e che rimane disponibile fino al 2 gennaio 2022, intitolata “Johannes Vermeer. On Reflection” . Per la prima volta la Donna che legge una lettera davanti alla finestra viene esposta al pubblico dopa la conclusione dei lavori di restauro che hanno portato ad un risultato atteso da tempo da ricercatori e appassionati.
L’opera è stata sottoposta ad un delicato intervento di pulitura che ha portato alla luce una sezione del dipinto che fino ad oggi è sempre rimasta celata sotto un monocromo strato di colore. La presenza di un cupido sulla parete oltre la figura femminile protagonista della scena viene scoperta per la prima volta durante una radiografia nel 1979, a cui l’opera viene sottoposta, e arriva a far scorgere un vero e proprio dipinto nel dipinto. La figura del giovane dio classico viene ricoperta successivamente al completamento dell’opera e gli esperti fino ad oggi hanno sempre ritenuto che tale cancellazione fosse frutto della volontà delle stesso autore del dipinto.
La nuova fase di recenti ricerche effettuate sul dipinto ha però smentito la suddetta tesi.
Il cupido sembra essere stato coperto molti anni dopo la conclusione del lavoro ed è molto probabile che un intervento di copertura aggiuntiva sia stato compiuto postumo da qualcuno che non era Vermeer. Uta Neidhardt, restauratrice senior del museo di Dresda dove l’opera è conservata, afferma che sopra la vernice del cupido si è accumulata negli anni una stratificazione di sporco che precede la copertura: questo testimonierebbe, di conseguenza, un ritocco da parte di un estraneo solo alcune decide di anni dopo la morte dell’artista di Delft.
I lavori di restauro hanno avuto inizio durante il 2017 e solo nel 2018 la Gemaelde Galerie Alte Meister ha deciso di intervenire radicalmente rimuovendo lo strato postumo all’autore.
La riuscita di questo intervento è di grande importanza non solo dal punto di vista scientifico, per le tecniche innovative messe in campo, ma anche per la nuova ipotesi di lettura dell’immagine.
La giovane ragazza, che veste abiti tipici dell’epoca dell’artista, è di fronte ad una finestra dalla quale arriva una candida luce; viene così illuminata la lettera che lei tiene tra le mani. Gli esperti si sono a lungo interrogati sul contenuto dell’epistola ma solo adesso possiamo considerare con valida l’ipotesi che questa fosse di argomento amoroso, data la presenza del giovane dio greco romano dell’eros
Per la prima volta dopo lunghi anni il quadro sarà di nuovo esposto nelle sale del museo e potrà essere ammirata dagli occhi del pubblico la scoperta che è stata descritta dalla restauratrice Uta Neidhardt come «l’esperienza più sensazionale della mia carriera».