Le foto di Nobuyoshi Araki sbarcano in Sicilia, ma sono esposte in una suite d’hotel

Catania

Un hotel è la location del nuovo progetto espositivo in italia dedicato al famoso fotografo giapponese Nobuyoshi Araki. Un’intera suite del Four Points by Sheraton ad Aci Castello (Catania) è la location designata per ospitare Suite of Love, a cura di Filippo Maggia. Un’intera stanza a fare da cornice a una mostra di oltre mille polaroid di Araki, realizzate fino ai primi anni Duemila, a cui si aggiungono 27 fotografie inedite selezionate fra la sua produzione degli anni Ottanta e Novanta, l’intera serie del 1996 intitolata Suicide in Karuizawa, una selezione di 19 Flowers, composizioni floreali dei primissimi anni Novanta, e 12 opere in grande formato della recentissima serie ancora in progress Araki Paradise. La mostra prosegue al primo piano dell’hotel, nella fOn Art Gallery della Fondazione OELLE Mediterraneo antico, l’ente che ha promosso l’intero progetto.

LA MOSTRA
Nella Suite of Love di Araki si è immersi nell’indagine ossessiva di uno dei più noti e celebrati fotografi al mondo, che da privata diventa pubblica. Le immagini di Araki si susseguono senza soluzione di continuità a celebrare l’universo femminile, la sua bellezza e unicità: nel ritratto, che sia un volto, un busto, una figura intera, un nudo o un bondage allestito, una storia come fosse un fotoromanzo, o una delle sue muse ispiratrici, o Yoko, sua moglie scomparsa nel 1990. «Sono la bellezza e lo splendore della donna che Nobuyoshi Araki vuole esaltare, onorare, glorificare – spiega il curatore Filippo Maggia -. Una bellezza che Araki cerca anche nelle sue immagini di fiori, composizioni di una purezza quasi tangibile, colti un attimo prima che inizi il loro processo di decadimento. Conosciuto e tanto apprezzato per le sue opere quanto dibattuto in tutto il mondo per il loro contenuto talvolta definito scandaloso, Araki in realtà non è solo il fotografo del bondage, bensì un artista che s’identifica totalmente con la fotografia e con la sua pratica, arrivando ad affermare che la macchina fotografica è come un naturale prolungamento del mio braccio, un regalo che gli ha permesso dagli anni Sessanta di documentare il mondo intorno a lui e, in particolare, la sua vita come fosse essa stessa un’opera d’arte in continuo divenire».

Nobuyoshi Araki, KARUIZAWA SUISIDE, courtesy Artspace AM Tokyo. Copyright Nobuyoshi Araki.

L’ARTISTA
Nobuyoshi Araki nasce il 25 maggio del 1940 a Tokyo. Diplomato in fotografia e cinema presso il Departement of Engineering della Chiba University, lavora per un decennio, fino al 1972, alla Dentsu Advertising Agency, realizzando la sua prima mostra personale nel 1965 nello Shinijuku Station Building e vincendo due importanti concorsi fotografici. Nel 1971 sposa Yoko Aoki, figura centrale nella sua vita privata e nel suo percorso artistico.

Ha registrato, in oltre 60 anni di instancabile attività, la vita della capitale giapponese, le strade di Ginza, la metropolitana con le sue infinite linee e i passeggeri assonnati, i bar karaoke con i clienti che vi si riversano dopo l’ufficio, i club privé degli anni Ottanta e Novanta, i cieli della città, i palazzi moderni e la vita colta per strada, un vero diario di una immensa metropoli narrata giorno dopo giorno in “Tokyo Diary” e in altri fra gli oltre 500 libri pubblicati. Nel 1990, anno della morte della sua compagna, Araki pubblica la serie Sentimental Journey / Winter Journey, sul suo rapporto personale con lei. Da allora innumerevoli sono le pubblicazioni e le esposizioni nelle gallerie e nei musei internazionali tra cui: Santa Maria della Scala, Siena (2019); C/O Berlin, Berlino (2018); il Musée National des Arts Asiatiques Guimet, Parigi (2016); Foam Photography Museum, Amsterdam (2014); Deichtorhallen Hamburg, Amburgo (2010); The Barbican Art Gallery, London (2005); Tokyo Metropolitan Museum of Photography (2003); Museo Pecci, Prato (2002); Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gent (2000); Wiener Secession, Vienna (1997); Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi (1995).

Info: www.fondazioneoelle.com