Amore, un graphic novel amaro e profondo, di fronte al quale non chiudere gli occhi

Nel novembre del 1993 destò stupore, tra i fan dei Motörhead, la pubblicazione di un singolo all’interno dell’album Bastards. Titolo del brano: Don’t let daddy kiss me. Con Non lasciare che papà mi baci il compianto Lemmy Kilmister denunciava, col suo timbro rauco, quello che lui stesso definiva «il peggior crimine del mondo»: gli abusi di un padre nei confronti della figlia. L’incredulità dei fan non era legata al tema di per sé, quanto al fatto che una heavy metal band “dura e pura” come i Motörhead proponesse una ballata acustica, tanto struggente quanto difficile da ascoltare. E nel testo, da digerire. Un pugno allo stomaco, ben assestato. Un po’ come quello che – dalle nostre latitudini – sferrano gli ottimi Marco Rincione, Alessandra Melarosa e Francesco Segala, autori del graphic novel Un amore. Pubblicato da Shockdom all’interno della collana Skià, curata e sceneggiata da Rincione (con Melarosa ai disegni e Segala ai colori) l’opera – volume cartonato, 64 pagine, 15 euro – è la narrazione di un’esperienza violenta, distante da qualsivoglia concezione; un’esperienza inaccettabile e priva di giustificazione ma che necessita, si voglia o no, di riflessione.

Giunto all’improvviso al capolinea della propria vita, un uomo decide di annientare la propria esistenza per tirare fuori un segreto orribile, che lo ha accompagnato nel silenzio durante gli anni. La sola persona in grado di aiutarlo – e guidarlo, in qualche maniera – nel suo ultimo, folle viaggio (“devo concludere questa vita andata storta”) verso la propria condanna e “amnistia” (se in questi termini si può parlare) è Milena, una bimba di sette anni. “Alcune vite vanno bene, altre no. Ma non c’è un’altra possibilità”. Siamo realmente capaci di comprendere – ovviamente, senza giustificare – qualcosa che non potremo mai accettare? Un amore è un racconto che parla di pedofilia, un crimine atroce, già brutale al solo pensiero; al contempo, quella proposta è una storia che non chiede per forza di cose una sentenza finale ma ha richiesto (questo sì) agli autori, la giusta dose di tatto e forza interiore. Un amore nasce da un interrogativo che Rincione pone ad alta voce, con delicatezza e senza urlare (e forse è più diretto proprio per questo): «Se provo ad avvicinarmi il più possibile a un’idea di amore totalmente sbagliata e lontana da ogni mio più inimmaginabile pensiero, riesco perlomeno a innescare delle riflessioni? Non a giustificarla né accettarla. Ma provare a comprendere come sia mai possibile che certe pulsioni possano esistere». Certo, nell’introduzione l’autore palermitano classe 1990 (ha esordito nel mondo del fumetto con Noumeno e Paperi, sempre per Shockdom) precisa: «nelle pagine che seguono ho voluto dare voce a un’esperienza che non è mai avvenuta. Si tratta di un’opera di fantasia, volutamente esagerata»; ciò nonostante, Rincione anticipa al lettore (rivolgendosi direttamente a lui): «la storia che troverai nelle pagine di questo volume non sarà piacevole. C’è la possibilità che tu non voglia concludere la lettura, nonché la probabilità che alcune vignette ti scandalizzino e offendano». Nessuna mossa di “marketing” da due soldi, in questo graphic novel. Quanto scrive l’autore è vero, e a rafforzare il messaggio ci sono i disegni di Melarosa (classe 1991, nel 2018 viene pubblicato il suo primo lavoro, il graphic novel Bob Dylan, la risposta è nel vento) e i colori di Segala (nato nel 1990, vive a Roma e fa parte dello studio Panopticon), scuotendo visivamente il lettore. Un amore è un racconto scorbutico, che “disturba” perché da un graphic novel ci si aspetterebbe ben altro: ridere di alcune battute, sognare mondi impossibili, evadere con la mente e il cuore. E invece questa storia inchioda, quasi paralizza, e la tentazione di chiudere il volume e dedicarsi ad altro può diventare forte. Ma sarebbe un’occasione sprecata.
Info: www.shockdom.com