Il collettivo Basement alla Rome Art Week

Roma

La Rome Art Week è alle porte e anche il collettivo Basement scalda i motori. Nella settimana tra il 26 e il 31 ottobre i quattro artisti Margherita Giordano, Chiara Amici, Giulia Spernazza e Giovanni Longo presentano un nuovo allestimento, fondendo i loro quattro studi in un unico ambiente espositivoall’interno di Fondamenta gallery, lo spazio di Inside Art, dove gli artisti hanno installato il loro atelier da gennaio 2020. Questo ambiente, dinamico e inclusivo, tenderà a evidenziare differenze ed equivalenze tra le singole ricerche, accompagnando il fruitore in un’esperienza di dialogo attivo con gli artisti tra progetti cestinati o in divenire.

Il collettivo Basement è nato proprio con la mission di intersecare artisti e linguaggi differenti, in modo da sperimentare le potenzialità espressive delle tecniche e delle dialettiche artistiche. Questa esperienza è nata a gennaio 2020 a Fondamenta gallery, in collaborazione con Inside Art, proprio per generare vitalità e stimolo creativo. Il collettivo si è già presentato a febbraio 2020 con una mostra in cui sono state raccontate le identità poetiche dei quattro artisti (a marzo la scultrice e illustratrice Chiara Amici ancora non faceva parte del progetto. Al suo posto c’era il fotografo Mattia Morelli). Questa seconda mostra è la prima apparizione pubblica dopo il lockdown.

GLI ARTISTI
Margherita Giordano, pittrice e illustratrice, compone le sue opere attraverso una raffigurazione armonica e peculiare della geometria compositiva. Ambienti colmi di profondità artistica si materializzano in un gioco di colori e luci, in affreschi tra passato e futuro all’insegna di dettami classici che rivelano il sapore stilistico di un trasporto sentimentale per il bello e per la sua perfezione. La mano procede, con stile appassionato, nell’armonico movimento di un ritmo musicale che cattura spazi e ricordi, vibrazioni e pause di una dichiarazione d’amore che domina la filosofia e la ragione dei suoi lavori. Indaga sulla natura umana seguendo il percorso più sofferto: in una ricerca della verità che si tramuta ineluttabilmente nella sua personale intuizione creativa.

Chiara Amici è un’artista visuale, scultrice ed arte terapeuta in formazione. La sua poetica, basata in gran parte sull’utilizzo del racconto (narrato o scritto) o sul recupero di oggetti antichi, indaga in chiave onirica le dinamiche famigliari, i ricordi collettivi e le memorie del corpo. In particolare, agisce sui materiali (libri antichi, arazzi, oggetti quotidiani sottratti allo scorrere del tempo, minerali) in maniera rituale, rendendo il lavoro finale il risultato di un ”pensiero magico”.

Giulia Spernazza sviluppa una ricerca che si muove tra pittura, scultura e installazione. Al centro della sua poetica si pone la natura attraverso il racconto di un mondo armonico e rarefatto in cui vengono capovolti i principi antropocentrici dell’uomo contemporaneo. In tal senso è una riflessione sul controverso rapporto uomo-natura, di cui vengono evidenziati i precari equilibri, e sulla necessaria riconquista degli spazi e delle purezze naturali. La loro bellezza e poesia convivono con un senso di perenne fragilità e precarietà, metafora della stessa caducità umana. Le opere sono concepite come corpi soggetti allo scorrere del tempo che rende ogni cosa transitoria, concetto espresso con l’utilizzo di materiali dotati di un’assoluta provvisorietà. 

Giovanni Longo è uno scultore e artista multidisciplinare. Nella sua ricerca sperimenta molteplici mezzi ponendo l’attenzione sulla ”capacità dei linguaggi di condizionare la narrazione”. Dal 2005 si concentra sul legno di recupero con il quale, operando un parallelo concettuale tra elemento osseo e ligneo, rappresenta simbolici scheletri indeboliti dal tempo (Fragile Skeletons). Il suo lavoro non si impone sullo spazio ma è alla ricerca del dialogo con esso, trovando ideale connotazione nelle soluzioni site-specific. È la dimensione della memoria e della storia la costante del suo lavoro, sviluppata attraverso l’unione di aspetti noti e casuali. Questo diviene evidente nel recupero del legno, ma lo è ancor di più nelle recenti videoinstallazioni realizzate in linguaggio di programmazione Java o nei particolari paesaggi tratti da diagrammi economici. Un’indagine orientata all’esperienza culturale che l’arte può offrire, fornendo strumenti e informazioni visive che possono risultare fondamentali o del tutto superflue.

Opening 30 ottobre ore 18.
Ulteriori info: https://bit.ly/2HpufzQ