L’annuncio da parte del governo tedesco di chiudere le frontiere per evitare il contagio di Coronavirus ha dato il via a Berlino alla realizzazione di opere di street art. Dall’unificazione della Germania infatti la street art ha svolto un ruolo importante nella capitale tedesca. Grazie ad essa sono state veicolate tematiche importanti per la ricostruzione della città e sono stati portati, al centro della collettività riunita, principi nuovi ed elaborazioni di traumi comuni. Emblematico è l’East Side Gallery, la più grande galleria d’arte a cielo aperto, dove 106 murali si estendono su 1,3 km lungo il muro di Berlino, un tempo simbolo della separazione. L’apprezzata attrazione turistica è stata dichiarata monumento nazionale nel 1992.
Berlino è una città caratterizzata da murali e opere per lo più inneggianti pace e libertà, e in tutta la città sono presenti, qua e là, resti del Muro, della cui caduta, proprio nel 2019, si è celebrato il trentennio. Di certo, la situazione che tutto il mondo sta vivendo non poteva non essere spunto di riflessione per gli street artist di tutto il mondo, tra ironia e denuncia sociale. Il giorno seguente la notizia da parte del governo tedesco di chiudere le frontiere per frenare la diffusione del Coronavirus, lo street artist B.S. si è recato a Mauerpark, enorme parco frequentato dai berlinesi ogni domenica per il mercato delle pulci, e ha realizzato sui resti del Muro un murale che raffigura due dita guantate sul punto di toccarsi, riferimento chiaro al celebre affresco della Cappella Sistina.
In un’altra sezione Eme Freethinker ha invece ha rappresentato Gollum, popolarissimo personaggio del Signore degli Anelli, che conserva tra le mani un rotolo di carta igienica, pronunciando le parole «Meine Schatz!» (traducibile con ”il mio tesoro”, celebre frase del personaggio della saga). Compare poi una modifica all’opera della misteriosa Christine Maclean, con l’attrice britannica Michaela Coel che avverte i passanti sul da farsi: #Stay the Fuck Home.
Il pezzo di Muro che percorre Mauerpark è in costante trasformazione, i murali si alternano continuamente, e spesso rimangono visibili per pochissimo tempo. Tanti altri i pezzi di Muro che si trovano sparsi per Berlino, e altrettanti i murali a tema Coronavirus: a Prenzlauer Berg (a qualche passo da Mauerpark) è stata rappresentata una ragazza che indossa la mascherina e guarda con aria preoccupata il Corona virus. Spostandosi a Berlino Est, nel quartiere Friedrichshain è stato rappresentato il murale «Media scares me more than Corona», che denuncia l’allarmismo mediatico: un uomo indossa la mascherina e legge sull’i-Phone gli angoscianti dati statistici, negli occhi sgranati si legge tutta la paura, che ben conosciamo.