Stiamo vivendo un momento molto duro da affrontare e Inside Art si è fatta delle domande. La risposta è sintetizzata in questo ciclo di interviste in cui ci confrontiamo con degli artisti per analizzare la reazione umana a quanto stiamo vivendo. Il fil rouge di questa narrazione è D.F.V.O. (Dentro. Fuori. Verso. Oltre.) scandito attraverso cinque brevi domande per capire quali sono i pensieri in giro in questo periodo. Come spiega Rosa Ciacci, la curatrice di questa rubrica, edizione speciale di 5Points., infatti, ”In questi giorni di quarantena mi sono chiesta un po’ di cose. Ho avuto tempo per farlo. Ho avuto tempo per affacciarmi dalla finestra e pensare anche da là. Ho avuto tempo per starmene un po’ affacciata. Già. E ho immaginato le vite delle persone che passavano: chissà che fanno, perché sono uscite, come si sentono, come vivono questo periodo. D.F.V.O. (Dentro. Fuori. Verso. Oltre.) Un po’ per fermarci.”
Oggi scopriamo i pensieri di Cristian Chironi.
Come ti senti? Cosa ti passa in mente in questi giorni? Pensieri? Idee nuove e/o idee che ritornano? Dentro la tua testa.
Solo oggi trovo la possibilità di rispondere alle tue domande (sono passati 4 giorni da quando mi hai scritto), dopo aver inviato le ordinazioni agli artigiani, così da avere in tempo il materiale per realizzare alcune opere. Ludovic Plexiglas, a Casalecchio di Reno, mi garantisce la consegna dei box colorati Altuglas che uso per creare le pieghe di pagine di libro. La falegnameria Lignum, a Prato, sta cercando il legno, che in questi giorni scarseggia, per costruire le cornici di alcuni collage. Ho ricevuto via dropbox da Centerchrome Fine Art di Calenzano la correzione di un file immagine di un vecchio progetto del 2008 che mi è stato nuovamente chiesto in mostra. Eurografica, che si trova vicino il mio studio a Bologna, sta impaginando alcune cose che dovrò intagliare con l’uso di un cutter. Ho nel frattempo avvisato l’Officina Santino Angioi, in Sardegna, di invertire la policromia da spruzzare sulla carrozzeria della Fiat 127 Special (Camaleonte), in quanto, la mostra in cui doveva essere presentata, è stata posticipata e viene prima, quella che inizialmente era dopo. Il pensiero che ho al momento è quello di ringraziare i fornitori che, nonostante le difficoltà di questi giorni, mi permettono di continuare a far bene il mio lavoro. Dentro la mia testa c’è organizzazione, e rimango in attesa, che l’istinto mi porti nuovamente a sovvertire l’ordine delle cose, seguendo un nuovo progetto. Ho accettato la mia natura e certamente riuscirò a convivere e adattarmi al corso degli eventi che questo particolare periodo richiederà.
#iorestoacasa. Cosa è per te casa? Spazi concreti. Spazi astratti. Dentro lo spazio.
Non ho una casa, o perlomeno non ne ho una mia di proprietà (e non so se mai ne avrò una o ne vorrò avere una). Ho tante case sparse nel mondo che ho abitato e ho il privilegio di poter ancora abitare per lungo tempo, costruite da grandi architetti come Le Corbusier, Alejandro Bustillo, Pierre Jeanneret, Tadao Ando, e altri. La casa è per me un cantiere d’idee; il posto dove concentrarsi e fare ricerca, mettere ordine all’insieme di tutte le esperienze, l’ambiente dove gli umori sono liberi di cambiare, dove è possibile leggere, ascoltare, comunicare, trascorrere il tempo. All’interno del progetto My house is a Le Corbusier, che porto avanti dal 2015, le case sono postazioni di osservazione privilegiate, per capire in che condizioni si trova oggi ”la casa degli uomini”. Una resa dell’architettura attraverso il racconto e la presa diretta della sua dimensione spazio temporale. Dove è possibile incontrarsi, documentarsi, assistere ad eventi, ascoltare composizioni musicali e bere semplicemente un caffè.
Cosa vedi fuori, se ti affacci? Come immagini fuori se non ti affacci (e se lo immagini)?. Fuori dalla testa, fuori dallo spazio.
Se mi affaccio fuori dallo studio-appartamento, sito nella zona universitaria di una Bologna rossa, arancione e giallo pallido, vedo la bellezza architettonica dei portici, il cielo azzurro, l’insegna dell’Hotel Rossini, gli spacciatori di stupefacenti a cui non importa nulla del coronavirus, un auto della polizia a cui non importa nulla degli spacciatori di stupefacenti. Se non mi affaccio fuori lo immagino diversamente, con l’acqua limpida dei canali di un tempo, come oggi è Venezia.
Desideri. Necessità. Bisogni. Ti manca qualcosa? Ti manca davvero qualcosa? Il tuo tempo libero “in gabbia”. Verso chi e/o cosa.
Più che desideri, necessità o bisogni, l’auspicio che è che questo periodo porti tutti a riflettere sulle nostra condizione e, quando sarà finito, aver imparato qualcosa in più per migliorarci e migliorare le cose che ci stanno attorno.
Sembra tutto un po’ assurdo. Fiction. Reality. Un tuo film: qualche battuta. Oltre.
L’animazione televisiva di Hayao Myazaki intitolata Conan, il ragazzo del futuro, in cui Il nonno, prima di morire, gli chiede di ”andare a cercare il mondo nuovo”.