Museo Macro, inizia l’era di Luca Lo Pinto

Roma

Si è presentato oggi al pubblico il nuovo direttore del Museo Macro, Luca Lo Pinto, colui che raccoglie il testimone di Giorgio de Finis. Il suo è un programma triennale, un progetto espositivo che evolve in modo organico fino alla fine del 2022. Il titolo del nuovo corso è “il museo per l’immaginazione preventiva”, una citazione all’Ufficio per l’Immaginazione Preventiva istituito a Roma nel 1973 da Carlo Maurizio Benveduti, Tullio Catalano e Franco Falasca con l’obbiettivo di produrre un’arte capace di rivoluzionare la società. Questa esperienza è accolta oggi dentro un’istituzione contemporanea per indicarne la visione e l’attitudine: un museo che non sia un contenitore di mostre e che si fa esso stesso mostra, intesa come forma e luogo di produzione costante, che riduce la distanza con i visitatori, aprendosi anche a mondi solitamente meno esplorati quali il design, l’editoria e la musica sperimentale. Museo per l’Immaginazione Preventiva prende concretamente forma come un magazine tridimensionale, in cui ogni spazio del museo è ripensato come una specifica rubrica. L’architettura fluida che caratterizza il MACRO diventa così la griglia di un’impaginazione aperta a contenuti eterogenei e all’improvvisazione: un centro culturale polifonico dove una struttura editoriale si traduce in una forma vivente.

La programmazione non sarà quindi scandita esclusivamente dalle mostre, ma da una serie di formati:
– MONO (Aritmici; Polifonia), monografie interdisciplinari;
– MEDIUM (Musica da Camera; In-Design; Studio Bibliografico; Palestra), sezioni dedicate ad ambiti e processi non convenzionali ma oggi centrali nelle pratiche artistiche contemporanee;
– RETROFUTURO, uno speciale display che ripensa la collezione attuale e funge da palinsesto dove esporre le opere di una collezione in fieri dedicata alle nuove generazioni;
– SOLO / MULTI, mostre monografiche, con l’eccezione di qualche collettiva, dedicate a figure fuori formato, coerenti all’attitudine interdisciplinare del museo;
– AGORÀ, il motore discorsivo del museo, con un programma di incontri a loro volta scanditi in formati;
– EXTRA, che sviluppa sia una MACRO Academy che funga da software per attività di approfondimento e formazione sia uno spazio permanente dedicato all’attività didattica per i bambini.

La mostra con cui il museo riaprirà il 24 aprile dopo una fase di restyling e adeguamento degli spazi, è concepita come un editoriale che abbraccerà l’intero museo – compresi gli spazi interstiziali e non funzionali – attivandolo con una serie di opere volte a offrire una riflessione sul ruolo e sull’identità dell’istituzione museale su un piano concettuale e architettonico, nonché ad anticipare ed evocare i linguaggi, gli immaginari e le posizioni artistiche che animeranno il futuro programma. L’obiettivo è quello di dare ai visitatori la possibilità di navigare attraverso gli spazi in una dimensione insolita, in cui il museo sarà riportato alla condizione neutra di uno stadio iniziale. Le opere – alcune commissionate per l’occasione, altre già esistenti – fungeranno da voci fuori campo destinate a produrre un’esperienza insieme perturbante e coinvolgente in un paesaggio frammentato e rizomatico che combina linguaggi, discipline, poetiche e generazioni apparentemente distanti per farle risuonare insieme.

Dopo questa introduzione il grand opening di Museo per l’Immaginazione Preventiva si svolgerà il 3 ottobre 2020, momento in cui tutti gli spazi-rubrica funzioneranno per la prima volta contemporaneamente, per poi articolarsi in maniera autonoma e dinamica. La collezione del museo emergerà dai depositi sotto forma di una serie di immagini delle opere e degli spazi in cui sono conservate, realizzate dalla fotografa Giovanna Silva. Tale processo non solo consentirà di rendere visibile la collezione, riflettendo sullo status dell’opera in un’epoca in cui questa è sempre più mediata dalle immagini, ma la attiverà come una meta-collezione predisposta ad accogliere un nuovo nucleo di opere di giovani artisti italiani in una stratificazione di temporalità, generazioni e linguaggi.